RASSEGNAti. Dopo il poker d’assi, arriva anche la “scala reale” con una grandiosa standing ovation.
Grandissimo il successo riscosso, ieri sera, dal musical “Camicette bianche”, presso la sala San Francesco di Favara.
La quarta edizione di RASSEGNAti conferma di essere, con questo ennesimo, straordinario successo, un appuntamento imperdibile con il Teatro. Spettacoli diversificati che, l’uno dopo l’altro, hanno sempre conquistato il pubblico in sala ormai costituito non solo da favaresi, ma da persone provenienti da tutta la provincia e da ogni dove . Il ricchissimo e variegato cartellone allestito dal lungimirante Giuseppe Crapanzano, ormai noto ovunque come Cioppino, incassa l’ulteriore consenso.
Era certamente un grosso rischio inserire non uno ma, addirittura, due musical nel programma. SuperCioppy, tuttavia, non è uomo da tirarsi indietro di fronte alle sfide per quanto possano essere ardue. La sua temerarietà è stata ampiamente ripagata dal grandissimo successo riscosso da “Camicette Bianche” e da tutti gli spettacoli portati sul palco del teatro San Francesco fino a ieri. Tornando al grandioso musical rappresentato ieri sera, può affermarsi che ha letteralmente estasiato il pubblico in sala.
Lo spettacolo, scritto e diretto da Marco Savatteri, fondatore della “Casa del musical” e liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Ester Rizzo (presente in sala) ha destato un grande entusiasmo nel pubblico attento e commosso.
La grande bravura dei giovani protagonisti ha raccontato un dramma attuale, emotivamente forte qual è quello dell’emigrazione. Naturale, per ciascuno accostare idealmente le storie delle attuali emigrazioni a quelle vissute dai siciliani che, nei primi del 900, abbandonando la propria amata terra hanno affrontato un lunghissimo viaggio in mare per raggiungere la Terra promessa, Il Paese dalle strade lastricate d’oro: l’America. Qui hanno trovato una realtà dura che ha fatto loro rimpiangere di non essere rimasti a casa.
Protagonista indiscussa dell’opera una “valigia” di cartone sempre presente sulla scena. Sicuramente suggestivo il filo di spago apparso più volte: un capo era tenuto tra le mani di una donna, l’altro era fissato ad una valigia tenuta in mano da un uomo. La donna potrebbe rappresentare una qualunque madre, moglie, fidanzata… che vorrebbe trattenere legato a sé l’amato ma che, ad un certo punto, deve, suo malgrado, lasciarlo andare perché quel filo, le circostanze della vita lo spezzano. Sembrano reciderlo, ma non del tutto: un filo invisibile continuerà a legarci ai nostri cari anche se lontani dai nostri abbracci. Ha trovato spazio nello spettacolo, anche un dramma nel dramma, quello di Clotilde Terranova, una delle 126 operaie la cui giovane vita è stata spezzata nel rogo della Triangle Shirtwaist Company, celebre fabbrica di camicette bianche di New York.
Trentotto di queste giovani donne erano italiane, ventiquattro le siciliane. Erano sbarcare in America per realizzare il sogno della loro vita, per conquistare dignità e rispetto, ma vedono andare in fumo non solo i loro sogni, ma le loro stesse vite. Una storia che il pubblico ha sentito appartenergli, fatta di sofferenze, sacrifici ed umiliazioni nel tentativo di migliorare la propria vita: una storia di ieri di oggi, di sempre. Molti gli occhi lucidi di commozione.
A presentare la serata il giornalista Giuseppe Moscato che, con l’ humor che lo contraddistingue, ha intrattenuto gli spettatori e strappato un caloroso applauso di gradimento. Davvero uno spettacolo degno di nota, di altissimo livello, degno di calcare le tavole dei più importanti teatri (come sta diventando, grazie a Cioppino, quello di Favara).