Il dottore Caramanno, primario del reparto di cardiologia presso l’Ospedale san Giovanni di Dio di Agrigento con una nota interviene per fare chiarezza sulle troppe false notizie incontrollate che in questi giorni si sono succedute su quanto successo nel suo reparto.
“Purtroppo, in questo periodo, in piena emergenza coronavirus, circolano molto spesso notizie false costruite artatamente da alcuni per creare panico, disagio e allarme sociale, e chissà quale ipotetico e fantasioso vantaggio economico, messaggi falsi che mistificano in maniera indegna la realtà dei fatti. In qualità di primario del reparto che mi onoro di dirigere, ho il dovere, prima da professionista e poi dal punto di vista umano, di ristabilire la verità”.
Ecco quanto realmente accaduto nella ricostruzione dei fatti narrati direttamente da chi li ha vissuti in prima persona.
- Il 16/03 è stata ricoverata presso la nostra unità operativa una sig.ra di 76enne di Favara, inviata da un cardiologo del territorio, che necessitava dell’impianto di PM che poi veniva impiantato l’indomani, subito dopo un arresto cardiaco transitorio. Nonostante il medico dei guardia insistentemente avesse chiesto più volte alla sig.ra, se fosse stata a contatto con persone a rischio coronavirus, ella rispondeva negativamente; e dopo avere effettuato una radiografia del torace, molto sospetta, veniva sottoposta a TAC toracica, suggestiva per infezione da COVID-19 per cui veniva effettuato un tampone per confermare il sospetto. Nel frattempo solo dopo 12 ore dal ricovero la paziente ammetteva di essere stata vicina a un congiunto proveniente da Milano. L’esito del tampone risultato positivo ci induceva a trasferire la sig.ra in un centro COVID-19
- A seguito della positività della suddetta paziente a distanza di 24 h tutti gli operatori sanitari della cardiologia e due pazienti venivano sottoposti a tampone risultato poi positivo in un emodinamista e in un’ausiliaria che non avevano avuto nessun contatto con la signora in questione, mentre tutti gli altri erano negativi.
- Infine un paziente di Mussomeli ricoverato dal 22/02 per grave scompenso cardiaco, il 16/03 veniva sottoposto a coronarografia e a controllo radiografico del torace che risultava sospetto per polmonite da coronavirus, si decideva quindi di eseguire il tampone che non è stato possibile effettuare perché il paziente la mattina del 19/03 è deceduto e nonostante ciò veniva effettuato lo stesso. Il 21/03 si apprendeva che il paziente era positivo al coronavirus
- Analizzando tutti i dati a disposizione possiamo concludere che ragionevolmente :
- la prima paziente sia stata contagiata altrove, sicuramente non in ospedale
- Il pz deceduto, COVID-19 positivo, abbia contagiato sia l’emodinamista che l’ausiliaria
- Resta da chiarire quando e dove il pz deceduto abbia contratto l’infezione da Coronavirus
- Non esiste nessun focolaio nella Cardiologia di Agrigento
Questa tutta la successione di quanto è accaduto narrata direttamente dal dott. Caramanno che prosegue.
“Mi preme sottolineare ancora una volta che, nonostante i casi verificatisi nel reparto di Cardiologia del nostro nosocomio, i cardiologi agrigentini continuano a svolgere regolarmente il proprio lavoro, dopo avere sanificato i locali e disposto la quarantena dei soggetti risultati positivi. Come già ribadito, è probabile che nelle prossime settimane pazienti COVID-19 potranno presentarsi nel nostro reparto, specialmente quelli affetti da infarto miocardico acuto che afferiscono direttamente in sala di Emodinamica, senza transitare dal pronto soccorso.cIn queste settimane abbiamo potuto constatare che alcuni pazienti stanno sottovalutando i sintomi dell’infarto ritardando il ricovero o addirittura restandosene a casa per paura del contagio con conseguenze spesso disastrose, per cui invito coloro che presentano sintomi come dolore toracico o difficoltà respiratorie a chiamare subito il 118 che provvederà ad eventuale ricovero in ospedale dove ci sono a disposizione dei professionisti che tratteranno tempestivamente al meglio tutte le patologie cardiache”.