Quello che ci troviamo ad affrontare è un momento in cui ogni scelta ha un altissimo margine di aleatorietà soprattutto in ambito politico ed economico proprio perché il fenomeno epidemiologico che stiamo vivendo non ha precedenti stretti cui essere rapportato. Nella nostra Sicilia il trend sembra mantenersi costante ma il fatto di non avere livelli di propagazione del Covid 19 simili al Nord Italia non ci deve tenere tranquilli e far abbassare la guardia.
Noi crediamo che il rispetto di norme più rigide oggi possa essere foriero di una più rapida e totale uscita dalla crisi che stiamo affrontando. Le misure che sono state prese nel DPCM ieri firmato dal Presidente Conte appaiono infatti una via di mezzo tra il tentativo di venire incontro alle richieste di molti rappresentanti Istituzionali ed esperti del campo medico di dare una stretta sul sistema lavoro e mobilità sociale in Italia e quello, tipicamente nostrano, di addivenire ad un’intesa con alcune categorie economiche anche quando in gioco c’è un valore ben più alto degli altri, la vita delle persone.
Un conto infatti è tenere aperta le filiere produttive necessarie ai settori fondamentali per la vita del Paese un altro indicare come proseguibili una molteplicità di attività che poco o nulla hanno a che fare con le esigenze più strette della vita degli Italiani.
Se il parametro per l’emanazione della misura è quello della sicurezza di lavoratori ed imprenditori ed il pensiero del Governo sul merito è che al momento non ce ne sono di sufficienti, motivo per il quale lo stesso Presidente ha firmato il Decreto, allora non si può consentire alle categorie economiche non strettamente necessarie di mantenere aperta la produzione perché i valori in gioco portano necessariamente a questa conclusione. Ma purtroppo abbiamo il timore che ancora una volta non si sia unicamente ragionato nell’interesse di tutti gli Italiani ma solo di una parte di concittadini col rischio, che ovviamente speriamo non si tramuti in realtà, di allungare la fine dell’epidemia, aumentare il numero dei contagi e compromettere ancor di più la vita economica del Paese.
Se infatti non mettiamo in campo da subito tutte le forze necessarie per bloccare il diffondersi del contagio e non diamo una speranza di avere una stagione turistica vivibile almeno a livello interno il danno economico per la Sicilia sarà terribile ed ovviamente a risentirne primariamente saranno tutte le PMI. Dunque il Governo deve essere sicuro e prendersi tutte le responsabilità politiche e civili che deriveranno da un’errata scelta sul merito della vicenda, avendo noi preferenza per l’applicazione del principio di precauzione che prevede l’adozione di misure rigide in anticipo rispetto al sorgere di possibili danni ulteriori alla salute delle persone.
Noi da subito abbiamo chiesto alle Istituzioni competenti azioni quali quella della immissione di liquidità, del sostegno al pagamento degli stipendi, di una estensione massima degli ammortizzatori sociali, dell’abbattimento del Patto di Stabilità per consentire un’importante ripresa del lavoro delle aziende attraverso le commissioni che proverranno dalla P.A. Conflavoro Sicilia è a disposizione per ogni necessità od incombenza che avranno le aziende della nostra terra. Stiamo alacremente lavorando per voi, perché ci sentiamo responsabili del Vostro futuro e non ci fa paura la battaglia che dovremo affrontare perché siamo certi di poterla combattere e vincere.