Sabrina Contino
L’emergenza Covid-19 sta allarmando il mondo, dall’Inghilterra in America, dalla Cina in Giappone, ultimamente anche la Russia sta adottando misure per i propri cittadini, insomma tutti i continenti stanno impiegando fondi e strategie per contrastare il Coronavirus e le sue ricadute sull’economia.
Ma cosa sta facendo l’UE per Italia, Spagna, Germania e Francia che sono maggiormente colpite della crisi?
Quando si parla di Europa in molti non stanno avvertendo come, in piena emergenza, sta sostenendo l’Italia e gli altri paesi europei. Possiamo vedere che la Commissione europea sta aiutando gli Stati membri ad affrontare la crisi epidemiologica sviluppando una linea di azione comune. Questo lavoro è svolto da 7 commissari, sotto la guida della Presidente Ursula von der Leyen.
Come sappiamo la Commissione europea è il braccio esecutivo politicamente indipendente dell’UE. È l’unico organo cui compete redigere le proposte di nuovi atti legislativi europei. Inoltre, attua le decisioni del Parlamento europeo e del Consiglio dell’UE.
Questo organo, con sede a Bruxelles, svolge un ruolo chiave nell’erogazione di assistenza da un paese all’altro. Infatti fornisce assistenza a tutti i paesi, in Europa e nel resto del mondo, che ne fanno richiesta come l’Italia (il 26 febbraio) e la Spagna (il 16 marzo) che hanno chiesto, attraverso il meccanismo di protezione civile dell’UE, dispositivi di protezione supplementari, in particolare mascherine, hanno quindi trasmesso le richieste a tutti gli Stati membri affinché presentassero offerte di assistenza. Questa iniziativa attiva il settore degli appalti congiunti degli Stati membri per le forniture necessarie.
Il 19 marzo il centro di coordinamento ha deciso di creare una scorta di attrezzature mediche di emergenza quali ventilatori, maschere di protezione e forniture per laboratori per i paesi dell’UE che ne hanno bisogno. La Commissione finanzierà il 90% della scorta e gestirà la distribuzione delle attrezzature. Il bilancio iniziale dell’UE per la scorta ammonta a 50 milioni di euro. All’inizio dell’epidemia di COVID-19 la Commissione ha anche coordinato e cofinanziato l’erogazione alla Cina di 56 tonnellate di forniture mediche di protezione individuale.
Sta aiutando gli Stati membri a coordinare le operazioni di assistenza e di rimpatrio consolare dei cittadini dell’UE in tutto il mondo e può anche cofinanziare fino al 75% dei costi di trasporto. Ad oggi, e dall’inizio dell’epidemia di COVID, il meccanismo di protezione civile dell’UE ha agevolato il rimpatrio in Europa di oltre 1 400 cittadini dell’UE da Wuhan, Giappone, Oakland, Marocco, Tunisia e Georgia.
Con il propagarsi del virus in Europa, l’UE ha mobilitato più di 400 milioni di euro per sostenere l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), incentivando lo sviluppo di prodotti farmaceutici e progetti di ricerca su epidemiologia, diagnostica, terapie e gestione clinica.
É anche noto che ai leader Ue non è ancora arrivato un ampio sostegno per rilanciare l’economia piegata dall’emergenza coronavirus e non si ha ancora una risposta incisiva dall’Europa per l’adozione di tutti gli strumenti necessari per proteggere la salute dei suoi cittadini e ridare respiro all’economia attraverso una maggiore liquidità.
Draghi, ex presidente della BCE, scrive “i governi, devono mobilitare tutte le risorse disponibili, non importa se il costo è l’aumento del debito pubblico perché l’alternativa. una distruzione permanente della capacità produttiva e quindi fiscale, sarebbe ancora più dannosa per l’economia e in futuro per la credibilità del governo”.
Tutto questo si può attuare senza che l’Unione Europea metta delle basi a sostegno dell’iniziativa dei singoli Paesi europei?
I capi di Stato e di governo dell’Unione europea hanno discusso in videoconferenza, giovedì 26 Marzo, di una possibile risposta congiunta allo shock economico provocato dalla pandemia. I Ventisette hanno discusso varie possibilità ma non sono arrivati alla giusta soluzione. Adesso i ministri delle Finanze dell’unione devono presentare loro nuove proposte entro 14 giorni secondo strumenti finanziari innovativi. Nessuno riferimento al Meccanismo europeo di stabilità, né tanto meno ai coronabond chiesti dall’Italia e da altri paesi del fronte sud. Il nord non è pronto a fare da garante a paesi troppo indebitati.
Italia e Spagna bloccano il vertice, Conte afferma: “Basta con gli strumenti usati in passato, se fosse questo non disturbatevi, ve lo potete tenere, perché l’Italia non ne ha bisogno . Le conseguenze del dopo Covid-19 vanno affrontate non nei prossimi mesi ma domani mattina”.