Giuseppe Maurizio Piscopo
Negli anni 70 a Favara sono nati molti gruppi musicali particolarmente creativi e interessanti che avrebbero potuto competere con i grandi gruppi nazionali e internazionali come I camaleonti, New Trolls, Equipe 84 , I Dik Dik, Formula 3. Purtroppo, in quel periodo Favara era molto lontana da Roma e da Milano. La provincia agrigentina non faceva parte del circuito televisivo e dell’informazione. Se proviamo a riavvolgere il nastro del tempo, raccontando i complessi musicali di Favara, viene fuori una realtà musicale molto vivace che merita senz’altro di essere conosciuta e approfondita da tutti. Dei gruppi musicali di Favara ne parliamo con Antonello Bosco medico generoso nella vita, chitarrista per passione, fondatore del Complesso Carpe Diem.
Quali erano i gruppi principali a Favara negli anni 70?
Ciclo 22 – New Caravan – Carpe Diem – Gli Evasi- Andromeda- Scorpioni-I giovani- The Rangers- I Nati stanchi-
Perché nascevano i gruppi?
Credo che il motivo più importante fosse la passione per la musica e la voglia di esibirsi in pubblico.
Quale strumento suonavi oltre alla chitarra?
La chitarra e certe volte anche la chitarra-basso.
Peppe Minio ha organizzato nel 2012 un revival dei vecchi gruppi. Com’è andata?
Bisognerebbe fare una statua a Peppe Minio. Nel 2012, ha avuto la felice idea di organizzare, nel meraviglioso palcoscenico di Piazza Cavour, un fenomenale revival di tutti i gruppi favaresi.
È andata veramente alla grande, sia come organizzazione, sia come riuscita tecnica della manifestazione.
L’anno dopo, visto il successo della prima manifestazione, ne è stata organizzata una seconda al Palasport Antonio Giglia di Favara con un ottimo risultato.
Qual è il ricordo che conservi di questa esperienza?
Bellissimo, tra le cose più belle che mi siano capitate nella vita. Con gli amici del complesso si è stabilito un rapporto umano molto intenso, direi quasi fraterno. La perdita di Lillo Trupia, il nostro batterista, è stato un grave colpo che ha turbato tutta la storia dei Carpe Diem.
Rifaresti il gruppo?
Si, senza esitazione. Nel 2007 Lillo Trupia mi venne a cercare per propormi l’idea di riunire il vecchio gruppo. All’inizio dissi di no, preso da mille impegni lavorativi e dal fatto che non toccavo più la chitarra da tanti anni. Lillo insistette molto, mise a disposizione la sua casa per le prove e così ci riunimmo, non tutti per la verità, ma la maggior parte dei componenti del gruppo.
Tutt’oggi i Carpe Diem si riuniscono e ripetono quei vecchi brani che ci riportano indietro nel tempo, all’età dell’oro di quando eravamo ragazzi spensierati.
Non ti nascondo che mi sono diventati gli occhi lucidi nel ricordare quel periodo meraviglioso della mia vita, che purtroppo non ritornerà più, se non nel ricordo.
Antonello Bosco continua a raccontare:-
“Tu non chiedere quando sarà la fine perché, sia a me che a te, è vietato sapere…
Cogli l’attimo, il giorno, del domani non c’è certezza:
Carpe Diem, quam minimum credula postero ” .
Quando lessi questo sonetto di Orazio, studente del secondo anno del Liceo Scientifico, pensai, è questo il nome per il complesso, (allora si chiamavano così adesso si chiamano gruppi o band).
La storia dei Carpe Diem è una storia semplice, comune a tanti ragazzi del tempo, che avevano la passione per la musica e invece di andare in giro a non far niente, si riunivano e provavano a cantare delle canzoni.
Era l’epoca beat, andava di moda la musica leggera, melodica e ovviamente la musica popolare .
Favara , alla fine degli anni sessanta e ai primi anni settanta, offriva poco ai ragazzi.
C’era la moda di festeggiare i Matrimoni nelle sale locali e c’era l’abitudine di entrare nella sala, senza essere dei parenti degli Sposi, e ascoltare musica dal vivo. Ci si metteva al lato del complesso o di dietro e si ascoltava in religioso silenzio.
I musicisti più famosi di allora erano parecchi: Gaetano Russello (che noi chiamavamo Tano Celentano per l’abitudine a molleggiarsi), i Fratelli Rizzo ( Talacchi), Melo Airo, Peppe Nicotra, i fratelli Castronovo, Melo Puccio, u Zi Peppe Bennardo, etc…
Comunque, il gruppo che seguivamo di più erano i Ciclo 22, che consideravamo un po’, i nostri fratelli maggiori (Tano Antinoro, Antonio Vetro, Antonio Sferlazza, Paolo Baldacchino, Lillo Pennisi).
La cosa bella, era questa: che i Parenti degli Sposi, ci trattavano come ospiti e ci offrivano sempre qualcosa, (all’epoca non era come adesso, si offriva quel poco che c’era ).
All’epoca a Favara c’erano diverse sale per matrimoni: il salone Indelicato, via IV novembre, La Sala Lanterna ( Via Kennedy) , Tre Stelle du ZI Lillo Patti in via dei Mille, Salone Scariano nella Piazza dell’Itria.
La primissima formazione del gruppo comprendeva Antonio Luparello (da considerare il fondatore), Giuseppe Milioto , Lillo Trupia e Giuseppe Caramazza.
Quest’ultimo ha quasi subito lasciato il gruppo con l’ingresso di Antonio Bosco (Antonello).
Era la prima fase, quella in cui si cercava di imparare gli accordi ed eseguire qualche semplice brano.
Il Complesso si completò con l’arrivo di Gaetano Cavaleri al canto e Gaetano Lentini al sax.
Bisogna dire, che dopo qualche anno, Giuseppe Milioto, per motivi di studio, lasciò il posto di tastierista al fratello Salvatore.
Si provava quasi tutti i pomeriggi, dopo aver fatto i compiti scolastici, nelle sale dell’oratorio Mons. Antonio Giudice.
Nei circa quattro anni di attività ci sono state delle sostituzioni momentanee. Hanno collaborato con i Carpe Diem, Antonio Bellavia, (Cavaleri era militare ), Salvatore Bennardo e Angelo Ventura.
Il nome Carpe Diem fu scelto da me, come già detto, in parte anche per l’influenza di un gruppo Inglese ( i Procol Harum ), che all’epoca andava per la maggiore con il brano A Whiter Shade of Pale ( Senza Luce). Mi incuriosiva il nome latino del gruppo inglese che si distingueva tra i “comuni ” Beatles – Rolling Stones – Pink Floyd – Led Zeppelin etc…
Pensavo, hanno fatto una scelta coraggiosa a mettere un nome latino (Procol Harum significava qualcosa come attenti al cane). Io volevo mettere un nome latino ma qualcosa di più impegnativo
Quando studiai il sonetto di Orazio ho detto è fatta, il nome è questo, Carpe Diem, cogli l’attimo.
Si andava a suonare nei matrimoni, si faceva qualche manifestazione più impegnativa come per esempio lo Zecchino D’oro per la Festa di San Giuseppe, i primi di settembre. La sera del Venerdi era dedicata ai bambini con i brani dello Zecchino d’oro. La direzione tecnica era affidata a padre Giuseppe Veneziano che si impegnava e dava il massimo. Le prove iniziavano mesi prima e si tenevano nella sagrestia della chiesa di San Giuseppe.
Si andò avanti cosi per alcuni anni, forse tra i più belli della mia vita. Nel 1973 lasciai il gruppo perché mi ero trasferito a Palermo per studiare medicina all’Università. I miei amici continuarono per qualche altro anno ancora, ma poi per vari motivi lasciarono anche loro.
Circa dieci anni fa, alcuni, non tutti, ci siamo riuniti e abbiano ripreso a trascorrere delle belle serate in musica.
La nota triste della storia del gruppo è che nel giugno del 2013, Lillo Trupia, il nostro batterista, dopo una breve malattia, ci lasciò per sempre.
Lillo è sempre presente nei nostri discorsi e nel profondo dei nostri cuori.
Antonello Bosco
Le formazioni
Gli Evasi: I fratelli Rizzo ( chitarre) Tano Russello ( solista ) Totò Iacono ( batteria). Unico gruppo che aveva un presentatore Rosario Manganella.
Gli Scorpioni: Carmelo Airò ( considerato con Tano Russello tra i migliori solisti), Peppe Nicotra (chitarra ritmica) – Fratelli Castronovo, Salvatore e Gerlando ( basso e batteria).
I Giovani: Carmelo Puccio, Salvatore Lentini, e tanti altri.
I Rangers: Lillo Pullara, Lillo Bosco e altri.
Altro gruppo con Lillo Zarbo (basso) Filippo Costanza e Stefano Castronovo ( chitarre) Giuseppe Sferlazza ( batteria).
I Nati stanchi: Rosario Spitali, Franco Puccio, Peppe Castronovo, Giuseppe Maurizio Piscopo.
Un grazie di cuore al mio compagno di banco Antonello Bosco che in questa memoria ci ha ricordato uno dei momenti più esaltanti della vita favarese, quando i complessi musicali allietavano i matrimoni e le feste. Allora bastava poco per essere felici. Bastava un po’ di quella musica straordinaria suonata dai gruppi musicali a farci sognare un mondo ed una vita migliore…