Giuseppe Maurizio Piscopo.
La chiamarono la rivoluzione radiofonica degli anni ‘70. Il fenomeno che è diventato oggetto di studio nasce in Gran Bretagna negli anni 60 del secolo scorso. Le chiamarono radio pirata, (le prime, Radio Carolina e Radio Veronica), in breve tempo questa moda si diffuse in altri paesi del Nord Europa. In Italia già trasmettevano Radio Montecarlo e Radio Capodistria. Radio Parma iniziò le sue trasmissioni il 1°gennaio del 1975. A Favara il fenomeno meriterebbe diversi articoli uno per ciascuna radio che allora erano cinque: Radio Favara, Radio Favara Centrale, Radio Faraci, Radio Onda Rossa, che poi si chiamò Big Boy, e Radio Città Aperta del Partito Comunista. Ogni Radio aveva una sua particolarità: Radio Favara, definita Radio sociale e della gente, che vedeva la partecipazione di tante persone di vari ceti sociali; Radio Centrale, il cui responsabile era Angelo Liotta, molto attenta ai vari generi musicali di autori italiani e americani; Radio Faraci gemellata con Radio Autdi Cinisi di Peppino Impastato (che venne a Favara insieme a professori dell’Università, giornalisti e politici) il cui responsabile è stato Peppe Alonge che ha vissuto un’intensa stagione politica e Radio Big Boy curata da Antonio Lombardo, detto ‘mpari ‘Ntò e dal fratello Salvatore, con un grande pubblico popolare e di sinistra. Radio Big Boy curava trasmissioni popolari per i lavoratori e per le famiglie ed aveva un grande seguito. Radio Città Aperta era una Radio che si occupava di musica d’avanguardia e notiziari,oltre a programmi di cultura dove venivano trasmesse canzoni di Jimi Hendrix, Neil Young, Jimmy Dorsey. Collaboravano alla radio Antonio Liotta, Luigi Sferrazza e Pierino Vella. Fu aperta alla fine del 1978.
Quando penso all’importanza della radio in Sicilia, mi vengono in mente due grandissimi personaggi che hanno fatto storia: Danilo Dolci, con la radio dei poveri cristi e Peppino Impastato, con Radio Aut.Erano due Radio di contro informazione. Entrambi avevano capito, prima degli altri, che la Sicilia stava per essere soffocata dalla mafia e dalla classe politica. Ecco quel che scrive Danilo Dolci per la sua radio: “Qui si sta morendo. La nostra terra pur avendo grandi possibilità, sta morendo abbandonata. La gente è costretta a fuggire, lasciando incolta la propria terra è costretta ad essere sfruttata altrove”. Il fenomeno fu così interessante che il giornale “L’Ora” fece arrivare a Favara un suo inviato, che oggi scrive per “Repubblica”, il giornalista Umberto Rosso che scrisse un paginone con un titolo indimenticabile: “Favara unita dalle Radio Libere”.
Per realizzare questo articolo ho chiesto la collaborazione di alcuni amici: Enzo Vullo, Sergio Castellana, Giuseppe Piscopo, Giuseppe Moscato, Lillo Pecoraro e la testimonianza di altre persone. Ecco, subito dopo le testimonianze, le risposte di Lillo Pecoraro alle mie domande.
Testimonianza di Enzo Vullo.
Sono tornato a Favara nel maggio del 1973 avevo interrotto gli studi Universitari e mi ripromettevo di riprenderli in un prossimo futuro. Avevo vissuto in pieno il ’68palermitano e come sai si aveva tanta voglia di libertà intellettuale a tutti i livelli; si era alla ricerca di qualcosa che riscattasse la nostra infanzia. Avevo iniziato da un po’ di tempo a frequentare il mondo dei radioamatori insieme ad un mio amico e collega universitario (radioamatore) quale era ed è, tuttora, un esperto tecnico elettronico come quasi tutti i Radioamatori. Un giorno, non ricordo il mese, del 73 ci recammo a Favara muniti di una radio ricetrasmittente per andare ad incontrare un monaco francescano e precisamente il compianto Padre Pacifico. Da quell’incontro nacque una forte amicizia sia con Lui che con altri radioamatori con i quali si discuteva di tante cose e anche di elettronica. Fu così che nacque l’idea di una radio libera imitando qualche radio del Nord. Avevamo tanta voglia di libertà, volevamo conquistare il Mondo. Si rafforzarono così tantissime amicizie. Nasce così una piccolissima radio che trasmetteva da una casa privata. Ci ritrovavamo in tanti, vecchi e nuovi amici. Tecnici, letterati,persone di ogni ceto sociale. Tutti con tantissima voglia di “rompere” il mondo, abbracciare il mondo, rivoluzionare il mondo. E quindi quel periodo per chi l’ha vissuto intensamente è stato il periodo più bello, più rivoluzionario dal punto di vista culturale di Favara. Con la nascita di quella minuscola cellula, nacque pure Radio Favara 101 e successivamente il teatro. Le emozioni di quel periodo non potranno essere mai più rivissute. Avevamo tante speranze. Per una società migliore? Credevamo che con la nascita di quella Radio, di quel teatro, avremmo potuto cambiare il mondo. Non è stato così purtroppo! Qualcosa di sicuramente positivo però c’è stato: si sono formate tante coppie che oggi sono famiglie felici, si è dato inizio ad un processo culturale che ancora oggi continua. Come vedi sono tante le emozioni che provo a ricordare di quel periodo, ma la più grande per me è stato incontrare la persona della mia vita che continua nella figlia che abbiamo avuto. Oggi c’è RF 101 ma non so se le persone che vi fanno parte vivono le stesse emozioni di Noi Pionieri.
Testimonianza di Sergio Castellana
Nell’anno accademico 1975-76 ho frequentato il 1° anno della facoltà di Scienze Geologiche presso l’Università di Palermo e, nel tempo libero, nella “stanza in famiglia” dove alloggiavo, ai Quattro Canti di città o Piazza Villena, avevo messo su una piccola stazione radio C.B. per mettermi in contatto con altri amici radioamatori dilettanti. Ero un appassionato di radio trasmissioni perché la magia delle onde elettromagnetiche, che si trasformavano in suoni, mi suscitava tantissimo interesse e curiosità. Avevo sentito che a Favara un gruppo di persone, per lo più elettrotecnici e riparatori radio TV, aveva messo su una radio trasmittente a modulazione di frequenza con la quale, in via sperimentale, trasmettevano musica e qualche notiziétta. L’idea di potere conoscere quelle persone per unirmi a loro, sia per collaborare a sviluppare ulteriormente il progetto, sia per partecipare attivamente alle trasmissioni, mi provocò uno stato d’animo e un chiodo fisso in testa che non vedevo l’ora di rientrare a Favara per intrufolarmi nel gruppo. Nel luglio del 1976, dopo essermi liberato dagli impegni di studio, rientrai a Favara ma non ebbi alcuna possibilità di approfondire l’argomento Radio, sia per altri impegni, nel frattempo sopraggiunti, sia per i preparativi dell’imminente matrimonio di mia sorella che doveva celebrarsi il 1° settembre. Ricordo, era il 7 settembre 1976, nel primo pomeriggio stava andando in onda il consueto quiz e gioco a premi giornaliero; quel giorno avrebbe vinto un premio chi avesse suggerito un “colmo” che, sotto l’aspetto umoristico ed anche del doppio senso fosse stato ritenuto, dal giudizio insindacabile della commissione, degno di menzione. Fu così che, dopo avere partecipato al gioco ed essendomi classificato primo, ebbi la possibilità di accedere ai locali della Radio per ritirare il premio e conoscere alcuni dei componenti il gruppo. Roba da mordersi le dita: conoscevo tutti e non riuscivo a perdonarmi il fatto di non averci pensato prima ad “infiltrarmi”. Da quel momento feci l’ingresso ufficiale a Radio Favara (così si chiamava inizialmente) ed il resto, per non dilungarmi, è ben descritto nel libro di Marcello Rizzo “Centouno Ricordi” pubblicato nel 2016. Tengo a precisare che, contrariamente da quanto sostenuto sia da alcuni componenti la vecchia guardia di Radio Favara, sia da quanto pubblicato nel sito “sicilia.onderadio.net”, che la data ufficiale di costituzione di Radio Favara non è stata nel marzo 1976, bensì l’anno successivo e cioè marzo 1977 come peraltro testimoniano alcune foto nel giorno dell’inaugurazione avvenuta, appunto, domenica 20 marzo 1977, con il trasferimento nei nuovi locali concessi dai frati francescani ed in particolare da padre Pacifico Nicosia, nominato Presidente, e da padre Francesco Schifano. A proposito di padre Pacifico, frate dalle doti umanitarie, sempre disponibile e remissivo, ritengo doveroso ricordare che nel 1978, in occasione della seconda Rassegna Stampa Internazionale a cura del Ce.p.a.s.A. (Centro Programmazione Azione Sociale di Agrigento le cui edizioni hanno ricorrenza annuale) fu insignito del premio “Telamone” con la seguente motivazione: “Per avere operato, unitamente ad una volenterosa schiera di giovani collaboratori, un pregevole ruolo di informazione locale, e per le sue eccezionali virtù umane, per la modestia e il raro spirito di sacrificio con cui egli sottolinea la sua generosità, il suo altruismo e il suo impegno civile e cristiano”. Il premio gli è stato consegnato dal giornalista Francesco Bellomo, redattore RAI di Agrigento, alla presenza dell’on. Salvatore Lauricella, il Prefetto di Agrigento S.E. Brancato, il Procuratore della Repubblica dott. Serafino Tumminello, il Questore di Agrigento dott. Mendolia e tante altre personalità della politica, cultura e spettacolo agrigentini. Vorrei, infine, ricordare che inizialmente il nome dell’emittente era “RADIO FAVARA” e che a seguito del primo logo, disegnato dal sottoscritto, la denominazione, anche se non modificata nello statuto, cambiò con “RADIO FAVARA 101”. Per concludere vorrei citare l’Art. 1 dello Statuto (almeno quello originario poiché non so se in questi ultimi anni sia stato cambiato) che così recita: “L’Associazione Radio Favara persegue unicamente attività ricreative, culturali ed informative, senza fini di lucro“.
Testimonianza di Giuseppe Piscopo
Per me Radio Favara 101 è stata più che una Radio: una palestra di vita. Avevo 17 anni quando ho iniziato a frequentare i locali a San Francesco. Ricordo il provino fatto con due colonne storiche della radio: Lillo Lentini ed Eugenio Celani. Se ottenevi il via libera dal loro esame allora potevi accedere all’uso del microfono in diretta. E da ragazzo ho sempre apprezzato quel rigore morale e quella organizzazione rigida che ruotava alla radio. Non esisteva l’improvvisazione per nessun motivo. Per noi era un hobby fare radio ma con un impegno professionale: dai tecnici, ai cronisti, al direttore del Notiziario, aiDJ, agli intrattenitori dei tanti programmi. Ricordo un cartello che mi segue in tutta la vita, scritta dal segretario della Radio Lillo Lentini: “Tutti siamo necessari, nessuno indispensabile”. Ricordo che, a 18 anni appena compiuti, sono stato inserito come socio ordinario e nella stessa seduta, cosa atipica, nominato dal direttivo affidandomi per un periodo la direzione del Notiziario. Ho avuto tanti maestri e tanti compagni di squadra a cui devo molto sul piano delle esperienze maturate: Padre Pacifico, Lillo Lentini, Peppe Valenti, Eugenio Celani, Mimmo Felice, Peppe Moscato, Peppe Casà, Pasquale Palumbo e Lillo Pecoraro per citarne alcuni. Facevo parte di un nutrito e qualificato gruppo di ragazzi a cui i “grandi” spesso ci affidavano importanti compiti. Facevamo informazione di un certo livello con dirette da tutta Favara, mandando in onda i consigli comunali fino a notte fonda o seguendo tutte le partite in casa e in trasferta del Favara. Non ci fermavamo neanche per il Venerdì Santo. Anzi. In quel giorno si trasmetteva solo musica sacra e, poi, la diretta di tutta la Via Crucis con la Fiat 126 verde con il tettuccio apribile tappezzata dagli adesivi RF101. Ricordo con piacere 2 trasmissioni che avevo “costruito” con altri collaboratori: “Terzo Tempo” e “Filo Diretto”. La prima era una vera e propria “Domenica Sportiva” che andava in onda un’ora dopo la fine delle partite con collegamenti da tutta la Sicilia e commenti dei cronisti del “Giornale di Sicilia” e “La Sicilia” che raccontavano le cronache delle altre squadre. E poi “Filo diretto”, una rubrica settimanale andata in onda 2 anni dopo il notiziario del lunedì nella quale si affrontavano alcuni temi che ci suggerivano i nostri radioascoltatori su diverse tematiche che successivamente inoltravamo ai vari Enti per le risposte opportune. Ho collaborato alla Radio fino alla fine del 1994. Nel dicembre dello stesso anno, avendo accettato la nomina di vicesindaco, dovetti abbandonare i microfoni di San Francesco sia per motivi istituzionali, sia per evitare interferenze e conflitti con la mia carica istituzionale. Ma ancora oggi il mio cuore batte per le magiche frequenze del “101”, come noi familiarmente chiamavamo la radio.
Testimonianza di Giuseppe Moscato
Ero a San Francesco prima che nascesse la radio. Noi avevamo un gruppo di CB affiancati a padre Pacifico che era un radioamatore. La radio nasce a casa di Antonietta Nicotra in Vicolo Arnone e siccome c’era Libertino Alaimo ed altri radioamatori hanno chiesto a Padre Pacifico di ospitarli e sono saliti proprio a San Francesco. Quando eravamo lì oltre al club CB, c’era anche il gruppo della gioventù francescana di cui anch’io facevo parte. All’inizio ci siamo sentiti come defraudati perché loro venivano ad occupare i nostri spazi, ma poi pian piano ci siamo integrati. Da giovane ragazzo ho iniziato a prendere confidenza con gli strumenti della radio e considerato che avevo una bella voce, una discreta dizione ed anche una certa cultura, frequentando il liceo classico, sono stato subito preso per iniziare questa piacevole avventura di speaker alla radio. Dopo sono venuti i grandi che avevano ben capito che quella era una delle cose più innovative e più belle che ci potessero essere, ovvero la radio che arrivava nelle case di tutti. Dopo si è costituita l’associazione radio Favara101, ricordo con un capitale di 50.000 lire a persona chi poteva permetterselo. Per noi ragazzi, che allora eravamo studenti, padre Pacifico si è imposto dicendo: “Loro diventano soci alla pari di chi finanzia con il denaro senza mettere i soldi”. Lì è iniziata l’avventura. Quando penso a Radio Favara mi viene in mente il detto: “Lu dissi Radio Favara”,ovvero la credibilità che subito la radio ha raggiunto tra la popolazione perché averlo detto Radio Favara era come se l’avesse detto il Vangelo e questo me lo sono portato avanti per sempre soprattutto nella mia professione di giornalista, nel senso che la mia firma doveva essere sicuramente credibile e quando le persone vedevano, leggevano e sentivano qualsiasi cosa riferita a Giuseppe Moscato, doveva essere il richiamo di Radio Favara 101. Dal punto di vista professionale alla Radio ho vissuto i momenti più belli della mia gioventù Liceale. Ero al centro dell’attenzione, avevo centinaia di fans, ricevevo centinaia di telefonate come se tu fossi uno dei protagonisti principali dei talent odierni, eri visto come un personaggio pubblico ammirato e invidiato. Venivo chiamato come ospite d’onore nelle feste di compleanno o in riunioni varie. Poi man mano sono cresciuto e, da semplice speaker, sono diventato responsabile dei programmi e della pubblicità.Successivamente ho iniziato il lavoro di giornalista apprendista. Ricordo che facevamo le dirette radio del Consiglio Comunale e fu così che mi sono innamorato della politica e del mestiere del giornalista ancor prima perché stimolato da Mimmo Felice che era il direttore coordinatore del palinsesto, anche dal punto di vista sportivo. Ho girato i campi di tutta la Sicilia con attrezzature rudimentali che costruivamonoi per trasmettere in diretta le partite dell’U.S. Favara, alla stregua della popolare trasmissione radiofonica della RAI“90’ minuto” in syndicationcon altre radio libere della provincia della Sicilia. Il tutto coronato da una grandissima partecipazione della città e non solo, ma anche all’interno di Radio Favara 101 come una grande famiglia. La collina di San Francesco era indicata da tutti come il centro propulsore non solo dell’intrattenimento radiofonico, ma anche della cultura, della solidarietà, dei servizi della presenza sul territorio di persone che veramente si spendevano per la città. Ho visto nascere il gruppo teatrale, il gruppo folkloristico, l’innovazione con il trasferimento nella nuova ed attuale sede e con la nascita anche del teatro come struttura fisica. Il periodo migliore della mia vita e sono convinto che la radio è e resterà il principale mezzo di comunicazione, di intrattenimento e di socializzazione. Ho, per così dire, lasciato Radio Favara 101 perché son dovuto partire per il servizio militare, successivamente ho trovato lavoro a Torino, quindi misono sposato. Quando sono rientrato ho continuato per alcuni anni l’attività radionica, parallelamente a quella del giornale “La Sicilia” e anche di giornalista televisivo con l’emittente“Video Agrigento”, con “Sicilia TV”e con la radio “Rete 94” perché la passione della radio non ti lascia mai.Non ti nascondo che sto meditando di lasciare i Giornali e la TVper ritornare al mio vecchio amore che è laRadio.
Intervista a Lillo Pecoraro
Quando nasce Radio Favara?
Ufficialmente nasce nell’estate del 1975.
Lillo Vetro definisce la radio un salotto letterario, un circolo intellettuale, luogo di incontri e dibattiti un’esperienza unica al mondo. Una radio che diventa ogni giorno che passa una famiglia allargata…
I componenti della radio provenivano da tutti i ceti sociali, da diverse esperienze professionali e le diverse età non erano una preclusione.Tutti erano consapevoli del ruolo sociale di questa nuova esperienza e tutti eravamo concordemente spinti al raggiungimento degli scopi prefissati dall’art. 1 dello Statuto.
A Radio 101 in quei locali modesti del piano terra del Convento San Francesco si viveva una vita vera di relazioni.
Soprattutto nei locali dell’ex scuola paritaria, inaugurati nel marzo del 1976, molto più spaziosi e con un grande salone nel piano superiore dove abbiamo festeggiato battesimi, cresime, compleanni, lauree dei soci e delle loro famiglie. Senza dimenticare i veglioni che erano l’aspirazione dei Tanti amici che non appartenevano alla radio e volevano essere presenti.
Chi erano i conduttori?
Fare i nomi sarebbe molto riduttivo. In tanti ci siamo avvicendati nel palinsesto che iniziava la mattina e si concludeva la notte con Il notturno.
Che tipo di programmi trasmetteva la radio?
Di tutto e di più: musica per tutte le fasce di età, dibattiti, trasmissioni mediche, programmi per bambini e per le donne, quiz e la domenica pomeriggio la tombolata in diretta e con la presenza del pubblico in sala, con la smorfia decantata da Peppe Casà.
É stato scritto: “Il collante della radio è l’amicizia come quella che si esprime in famiglia”?
Radio Favara è stata una vera grande famiglia dove gioie e dolori venivano condivisi e tutti eravamo pronti ad intervenire e a farcene carico. Sono stati anni meravigliosi per tutti.
Qual era il ruolo di Lillo Lentini?
Lillo Lentini è stato l’artefice di questo momento storico per Favara.Lillo era il segretario della radio. Dal suo negozio seguiva tutti i programmi della radio e appuntava tutti gli strafalcioni e le inesattezze che venivano trasmessi durante la programmazione giornaliera. La sera poi tirava fuori la sua inseparabile agenda e ci ricordava le cose dette e gli errori commessi. Il suo amore per la radio era talmente grande che soleva ripetere che la radio era la sua quarta figlia femmina.
La Radio e il Teatro: che rapporto c’era?
Il teatro è stata un’altra scommessa vinta dalla radio in campo culturale. Ha avuto inizio con la messa in scena, presso il teatrino del Seminario, dell’opera “U Baruni”scritta da Peppe Casà. È stato un rapporto proficuo ed insostituibile per Favara, se si considera la costruzione del “Teatro San Francesco”, all’interno dei locali del convento.
Radio 101 è stata una radio sociale, scrive Gerlando Cilona nell’introduzione del libro di Marcello Rizzo. É vero chegli ascoltatori si rivolgevano a voi per riparare le strade, per i ritardi dell’erogazione idrica e per risolvere i tanti problemi della città?
Tutto assolutamente vero e ricordo, in quei tempi, la frase che veniva ripetuta spesso (U dissi Radio Favara), e tutto quello che veniva proposto e trasmesso dalla radio, nei dibattiti e nei vari telegiornali, un pungolo ed un impegno preciso da fare assumere da chi era preposto e fino alla loro effettiva realizzazione. Mi piace ricordare come a proposito di (U dissi Radio Favara), quello che alcuni buontemponi riferirono ad un vecchietto secondo i quali “RF” aveva detto che gli sarebbe stata ritirata la pensione per non si sa quale motivazione. Ebbene il vecchietto una mattina si presentò nei locali della Radio con un’ascia nascosta sotto la giacca e sfasciò la sala regia
Quanto ha influito la Radio nella crescita del cittadino favarese?
La radio è stata per quel periodo il volano della crescita culturale, sociale,politica di tutta la città perché ha proposto degli stili di vita, di comportamenti sociali ed interpersonali sicuramente nuovi e assolutamente propositivi per la intera collettività degli ascoltatori non solo di Favara.
Onestamente era così obiettivo il notiziario come viene descritto nel libro Centouno ricordi di Marcello Rizzo?
Assolutamente sì, perché nelle nostre intenzioni si cercava sempre di essere equidistanti e assolutamente obbiettivi nel proporre le notizie.
Radio 101 ha mai avuto contrasti giudiziari per i suoi articoli?
Che io sappia no, se si eccettua un breve periodo di sospensione, assieme a tutte le altre emittenti locali,per una serie di provvedimenti statali che però furono ampiamente e prontamente superati.
Puoi commentare questa frase: “La radio libera la mente”?
Ricordo che una delle prime canzoni trasmesse in quei primi giorni di trasmissione, era quella di Eugenio Finardi (La radio è libera e libera veramente). Mai testo è stato così appropriato per quel periodo nel descrivere la nostra voglia di pensare, di comunicare,di proporre e dare spazio a tutte le voci e le impressioni dei propri radioascoltatori. Da sempre RF101 è stata aperta a tutti e ognuno ha potuto esprimere la propria opinione sui fatti e sulle vicende che si sono sviluppati nel tempo. A dimostrazione di quanto testé affermato, basta citare le innumerevoli dirette con i radioascoltatori durante tutto l’arco della giornata radiofonica.
Cosa ha rappresentato la radio per la comunità e per te soprattutto?
Sono entrato a far parte dello staff della radio che avevo 23 anni e avevo da poco perso mio padre. Ne sono uscito padre di famiglia, felicemente spostato e posso sicuramente affermare per me come per tutti gli altri giovani che hanno frequentato la radio che sono stati anni meravigliosi e molto importanti per la nostra crescita.Ognuno di noi in quel periodo trascorso insieme ha maturato esperienze e comportamenti responsabili che ci hanno fatto crescere come uomini e come cittadini maturi e soprattutto liberi.
Perché Radio Favara era considerata vicina ai bisogni della gente?
Per rispondere a questa domanda, voglio evidenziare alcune emergenze che si sono presentate in quegli anni. Nel primo caso,eravamo stati informati di una necessità impellente per un bambino che avrebbe dovuto subire un delicatissimo intervento al cuore per salvargli la vita. Immediatamente RF 101si attivò e subito venne proposta una raccolta fondi per consentire la delicata operazione. Con vari messaggi radiofonici si raccolsero tanti soldi che furono consegnati alla famiglia, attraverso i quali poterono, in tal modo, affrontare il viaggio in America. Nel secondo caso alla Radio arrivò una richiesta urgente di sangue, da parte dell’ospedale di Agrigento, per una ragazza ricoverata presso quel nosocomio e che aveva bisogno di trasfusioni. Immediatamente dalla Radio furono pubblicati annunci urgenti di sangue di un certo gruppo. Molti volontari si presentarono presso la banca del sangue di Agrigento, compresi numerosi militari del 141° btg di stanza a Palermo, che in quei giorni si erano accampati all’interno del cortile del convento e che erano impegnati nelle esercitazioni militari presso il poligono di tiro Drasy in contrada Misita.
Sempre nel libro di Marcello Rizzo si racconta che le persone attraverso la radio seguivano la Santa Messa in diretta dalla chiesa di San Francesco tutte le domeniche, la festa di San Giuseppe da Piazza Cavour, la Via Crucis dal Calvario. Un particolare: spesso la gente rientrava a casa la domenica per non perdere il gioco a quiz a premi. Le ragazze tardavano ad andare a letto per seguire e i notturni e poi c’erano le dediche nel programma di Giuseppe Moscato e molto altro ancora…
Tutto quello che avveniva a Favara e dintorni, veniva trasmesso in diretta sulle onde radio di RF 101. Messa in diretta la domenica mattina, partite di calcio in casa e soprattutto fuori casa, convegni, feste di piazza, Via Crucis in diretta con la mia Citroen Dyane rossa decappottabile, che seguiva la processione da piazza Cavour fino al Calvario e poi la sera la classica “spartenza”
Qual è stato il ruolo di Padre Pacifico Nicosia all’interno della Radio?
Padre Pacifico Nicosia, assieme a Lillo Lentini, è stato l’artefice principale di questa esperienza meravigliosa. Uomo pacato, Pacifico di nome e di fatto, di poche parole, vero uomo di fede, vero francescano e sempre disponibile per il prossimo. Durante il terremoto del Belice, in quanto esperto radioamatore, aveva curato i collegamenti via radio nelle zone terremotate per prestare soccorso. Ricordo la grande antenna collocata sui tetti del convento che gli permetteva di collegarsi con tutto il mondo, lui che viveva nella solitudine e nella preghiera con un unico hobby di allevare cardellini. Mai una parola fuori dalle righe, ci dispensava consigli e tanta saggezza come solo lui poteva elargire. Era felice di avere ospitato nei locali del convento, a quei tempi quasi alla chiusura, la Radio che rappresentava per lui, radioamatore di vecchia data, una esperienza di vita ed una missione da compiere. Mai una volta ci impose di frequentare messe o quant’altro di pari grado, ma in tutti noi spontaneamente maturò sempre più l’idea francescana di Pace e bene che ci portò ad abbracciare l’esperienza del Terzo Ordine Francescano. Ricordo ancora il giorno della nostra proclamazione: all’interno del teatro ci fu una splendida cerimonia che si concluse con il dono fatto ai francescani di una cospicua somma donata da RF 101 per la fondazione di una analoga e gemella emittente in Perù.
Chi ha fornito la strumentazione tecnica?
La prima strumentazione tecnica fu auto costruita da Libertino Alaimo e da Tano Marotta.
Dalla radio sono nate la cooperativa teatrale Rf101 e il gruppo folkloristico Città di Favaraguidate da Totò Costanza e Peppe Valenti.
Era la naturale evoluzione culturale della radio che portarono alla nascita del gruppo teatrale e del gruppo folkloristico Città di Favara che ha portato il nostro folklore in giro per il mondo.
É vero che la prima trasmissione venne trasmessa da vicolo Arnone, dalla casa di Antonietta Nicotra?
Nell’estate del 1975,dopo la liberalizzazione e dopo la nascita di radio Naro, iniziarono le prove tecniche di trasmissione di R F 101 da vicolo Arnone, traversa di via Regina Margherita, ospite della casa di Antonietta Nicotra, diventata madrina della radio e una delle prime conduttrici assieme al compianto Mimmo Felice.
Perché poi si spostò nell’ala del convento dei francescani?
Forse perché trasmettevamo la santa messa ed eravamo ospitati in un convento francescano.
Con il successo di Radio Favara 101 ci fu un vero boom di vendite di apparecchi radiofonici
Verissimo. All’epoca non tutte le radio erano predisposte alla ricezione della modulazione di frequenza e quindi era obbligatorio avere apparecchi adatti alla captazionedel nuovo segnale
É vero che qualche politico si voleva “accaparrare” la Radio?
Certamente, per quei tempi la radio rappresentava un eccezionale mezzo di comunicazione di massa e faceva gola a tanti politici perché rappresentava un incredibile mezzo di sicuro impatto politico in certi momenti della loro vita politica. A tal proposito voglio ricordare uno dei tanti pesci d’aprile,che venivano proposti ogni anno, che sortivano l’effetto desiderato con un enorme successo di risate e scherzi di ogni genere. In uno di questi pesci ben riusciti, RF 101 annunciò la presentazione della sua lista civica, con tanto di nomi e cognomi, per le prossime elezioni comunali e scatenò un vero terremoto fra le varie forze politiche,consapevoli della vera autorevolezza della lista e del suo impatto sociale. Apriti cielo!!! Erano veramente terrorizzati ….
Perché qualcuno chiama Radio Favara Radio Vaticana?
I denigratori non sono mai mancati. L’invidia del successo della radio li rodeva dentro anche per il fatto che noi non davamo nessuna importanza alle loro critiche.
É ancora attiva radio Favara?
RF trasmette ancora, ma sono cambiati tempi e persone.