“Conflavoro Pmi ha inviato sabato 4 aprile una comunicazione urgente al ministro del Lavoro Nunzia Catalfo e alla dirigente della terza divisione per la vigilanza sugli ammortizzatori sociali, Rita Cammuso al fine di invitare il ministero a rendere chiara e inequivocabile la questione di Fsba e della cassa integrazione per gli artigiani”. Lo annuncia Giuseppe Pullara, responsabile regionale di Conflavoro Pmi Sicilia e vicepresidente nazionale dell’associazione.
Oggetto della missiva, infatti, è la richiesta di chiarimenti circa l’automatismo delle prestazioni di integrazione salariale in funzione dell’emergenza Covid-19, in special modo rapportato proprio alla pretesa del fondo FSBA di subordinare tali prestazioni all’iscrizione e alla regolarizzazione contributiva degli artigiani richiedenti nei confronti dello stesso fondo.
“Fsba, a oggi, richiede che le imprese artigiane siano iscritte al fondo stesso per poter effettuare domanda di cassa integrazione, richiedendo inoltre eventuali arretrati di 36 mesi per chi non fosse in regola con i contributi. La nostra associazione – spiegano Roberto Capobianco presidente nazionale di Conflavoro Pmi e Giuseppe Pullara – in virtù anche della circolare Inps 47/2020, ha chiesto indicazioni in merito al ministro Catalfo poiché riteniamo che Fsba abbia interpretato la norma in modo erroneo. Noi non riteniamo cioè necessario che le imprese artigiane, per accedere agli ammortizzatori sociali d’emergenza, debbano iscriversi e versare contributi arretrati a Fsba. Secondo Conflavoro Pmi non sono tenute a farlo né per legge né per contrattazione”.
“Siamo convinti che il DL 18/2020 abbia solo la mera volontà di indicare, come erogatori della cassa integrazione, i fondi di solidarietà bilaterali di cui all’articolo 27 del Dlgs 148/2015. E che dunque non sia legittimo da parte di Fsba, che è appunto un fondo di solidarietà bilaterale, procedere a un indiscriminato recupero contributivo anche nei confronti di chi non aveva in precedenza nessun obbligo di iscrizione al fondo suddetto. Non riscontriamo – sottolinea poi Roberto Capobianco – nemmeno il rischio di creare disparità con le imprese artigiane che, già prima dell’emergenza, esclusivamente per scelta propria, aderivano a Fsba”.
“Queste, infatti, potranno accedere sia alle prestazioni ordinarie erogate dal fondo, sia a quelle emergenziali su decisione e con fondi dello Stato. Di conseguenza, e molto chiaramente, le imprese prima non iscritte a Fsba accederanno solo ed esclusivamente agli ammortizzatori statali d’emergenza, al momento 80 milioni pubblici. Quindi – conclude il presidente di Conflavoro Pmi – ribadiamo che non riscontriamo alcun motivo per il quale gli artigiani debbano corrispondere in modo retroattivo dei contributi a un fondo al quale, evidentemente, non avevano interesse ad aderire nella normalità delle cose. Riteniamo che il ministro del Lavoro possa e debba diramare la questione in modo definitivo, a tutela degli artigiani di tutta Italia e dell’intero mondo del lavoro, onde evitare altre inutili e dannose situazioni simili”.