Gaetano Scorsone
Si è chiusa ieri la XII Edizione della Festa della Legalità fra commemorazioni, cerimoniali e suggestivi eventi, proverò a tracciarne un consuntivo per condividere emozioni, puntualizzare particolari aspetti, esplicitare le finalità e richiamare gli obiettivi.
Bisogna prima di tutto considerare che sino al 15 aprile u.s. l’organizzazione della manifestazione era in stand by così come tantissimi altri eventi bloccati dalle disposizioni governative per fronteggiare l’emergenza sanitaria del Covid-19. Grazie allo spirito di servizio di Angelo Airò Farulla che, proprio giorno 15 aprile, comunicava allo scrivente la sua disponibilità ad assicurare sostegno tecnico per una versione digitale della manifestazione, i motori della spinta organizzativa si sono riaccesi e nel giro di tre settimane, raccogliendo l’immediata disponibilità di tutte le Scuole cittadine e di circa una ventina fra Associazioni sportive, culturali e di volontariato, con l’incoraggiamento di Istituzioni locali e provinciali e con la Benedizione della Chiesa, è stato messo a punto un ricchissimo programma che ha riempito un’intera settimana – 4 al 9 maggio – di interessantissimi incontri di approfondimento che hanno riscosso un grandissimo successo di pubblico.
Tutto è stato curato e controverificato sotto ogni punto di vista: organizzazione, gioco di squadra, sinergia, intesa, condivisione di obiettivi, strategie, spirito di servizio, regia, conduzione, con contributi esterni ricercati, curati e opportunamente valorizzati, valori aggiunti da diversi ambiti professionali. Con l’apporto dell’Informazione per la diffusione del nostro operato, l’interesse suscitato dagli argomenti presentati negli Incontri ha avuto una vasta eco. E l’inedito modello di aggregazione sociale adottato ci ha consentito di sperimentare, con successo, una validissima formula di costruttiva condivisione attraverso la quale si è potuto declinare, con l’apporto di tutti, il concetto di Legalità mettendolo in relazione ora al suo intimo significato, ora all’impegno sociale, culturale e professionale, avendo avuto cura di inserire anche spazi di approfondimento sul triste fenomeno della violenza di genere e del body shaming a carico della donna, non tralasciando i ricordi che hanno riportato il pensiero a care figure vittime della follia di una cieca violenza, sottolineando l’importanza delle buone regole nella corretta e responsabile gestione dell’Ambiente, dei Beni Culturali, nonché per una sana alimentazione e per un corretto stile di vita, attingendo, inoltre, dalla storia, ovvero dalla Resistenza, dalla Costituzione e dalla Cultura ulteriori elementi conoscitivi per un più convinto sostegno della Legalità.
Con emozione, poi, abbiamo dedicato un doveroso spazio alla memoria di Aldo Moro e di Peppino Impastato nel giorno dell’anniversario del loro sacrificio avvenuto per la salvaguardia dei principi di Libertà e di Legalità che consento a noi, oggi, di poterci muovere in un presente diverso e di continuare a coltivare la speranza di un futuro.
Il tutto arricchito da una copiosa produzione artistica ( 100 disegni, 27 video, numerose clip) realizzata dai nostri studenti e dalle nostre Associazioni e Centri Culturali. Che dire , poi, delle magistrali interpretazioni dei bravissimi attori che hanno esposto i nostri animi a forti emozioni, facendoci rivivere drammi e riproponendoci virtuose figure entrate nella storia della Nazione. Siamo riusciti finanche a organizzare, sia pur simbolicamente ma con la giusta solennità, il cerimoniale del passaggio dello Stendardo della Legalità dal Centro “R. Guttuso” all’I.I.S.S. “E. Fermi” sotto l’egida della Magistratura, Istituzione Madrina della manifestazione, con la graditissima presenza del Dott. Luigi Patronaggio, Procuratore Capo della Repubblica presso la Procura della Repubblica di Agrigento.
E a sugellare la conclusione di una inedita Festa della Legalità un epilogo a dir poco sorprendente e quanto mai suggestivo. Grazie ai validissimi e intraprendenti Fradici Runner , Favara Runners e Favara Vespa Club e con il sostegno spirituale di don Marco don Marco Damanti, Favara ha acceso un nuovo e importantissimo simbolo di aggregazione – la Santa Croce posta in cima alla cosiddetta Muntagnè – che spinge con maggiore forza la comunità verso la propria identità. Identità che riporta ai valori e ai principi riconosciuti e onorati dalle generazioni passate, e che raccoglie e indirizza noi tutti, in un cammino di Fede e di Legalità, verso il Bene supremo ovvero verso il compiaciuto abbraccio di Dio Padre che ci rende fratelli.
Fra i temi e gli elementi maggiormente ricorrenti nei disegni che gli allievi delle nostre Scuole hanno dedicato alla Legalità, oltre alle classiche icone dell’antimafia ( Falcone , Borsellino, Dalla Chiesa ecc. ecc. ) maggiormente rappresentate sono state le mani: mani aperte, protese, mani che operano, che si cercano, che si incontrano, che si prendono cura . . . come fossero implicite promesse di disponibilità, di impegno, di solidale presenza e di concreta testimonianza. Facciamo sì, da adesso, che le nostre mani attuino quanto prospettato efficacemente e virtuosamente dai nostri giovani per il bene di tutti e di ciascuno, per il progresso della nostra comunità e per il primato della Legalità.
A noi Favaresi non mancano certo il coraggio o le potenzialità per affrontare qualunque tipo di sfida che la vita dovesse presentarci. . . Bene, oggi siamo chiamati a fare i conti con noi stessi per sanare criticità ancora aperte, per superare atteggiamenti di individualismo e di autoreferenzialità e per correggere comportamenti che offendono il nostro ambiente, le nostre tradizioni, il nostro sano orgoglio e le aspettative dei nostri figli e delle generazioni future. Puntiamo sui riconosciuti e apprezzati nostri talenti, diamo spazio alle nostre invidiate eccellenze, lasciamoci guidare dalla Cultura, esaltiamo ciò che ci unisce e allontaniamo, una volta per tutte, ciò che potrebbe dividerci, riconosciamoci comunità famiglia di famiglie, chiedendo se necessario il sostegno di Istituzioni che hanno dimostrato di volerci essere vicine e, infine, rendendo Grazie al Signore, invochiamo la Sua salvifica Benedizione e iniziamo a guardare con ottimismo ad un futuro mai prima di adesso così a noi vicino.
Se nel passato hanno anche potuto agire variabili da noi indipendenti per i risultati ottenuti, per quelli che eventualmente mancheremo di centrare a partire da oggi ne risponderemo interamente, poichè gli eventuali insuccessi saranno imputabili alla nostra colpevole indolenza e alla nostra ingiustificata indifferenza. Ma noi, da buoni Favaresi che siamo, sappiamo quale sia la via da imboccare per giungere, senza deviazioni, indugi e/o ripensamenti al futuro che meritiamo. Quindi, avanti tutta, insieme, verso la luce di giorni nuovi!
“Se ognuno fa qualcosa si può fare molto”! (Beato Padre Pino Puglisi).