Giuseppe Maurizio Piscopo
Oltre 150 operatori sanitari, fra medici ed infermieri, sono morti per il coronavirus. Molti altri si sono ammalati. Ma quali misure di sicurezza sono state adottate per chi è in prima linea?
Il dovere del medico è la tutela della vita, della salute dell’uomo e il sollievo della sofferenza nel rispetto della libertà e della dignità della persona senza discriminazioni di età sesso, di razza, di religione, di nazionalità, di condizione sociale, di ideologia, in tempo di pace come in guerra. La sconfitta non è un’alternativa per i medici. Loro non si allontanano dal tavolo finchè l’ultimo respiro non è passato da un po’. Le vite in pericolo sono ciò che li fa alzare dal letto ogni mattina.
Non ci sono parole per ringraziare tutti i medici, gli infermieri, i tecnici sanitari e gli ausiliari per quello che hanno fatto e continuano a fare ogni giorno per tutti noi a rischio della loro stessa vita..
Conosco Antonio Marotta da bambino. È stato sempre più avanti rispetto agli altri. Conosceva l’inglese prima di tutti. E’ stato sempre un ragazzo generoso e altruista.
Da giovani con le nostre idee “ribelli” volevamo cambiare il mondo. Ad un certo momento le nostre strade si sono divise: io ho seguito la musica e la letteratura, Antonio la medicina. In questa intervista Antonio ci racconta una sua giornata, parla della sua vita di medico al servizio della gente h 24.
Antonio Marotta è specialista in anestesia e rianimazione dal 1986 medico a tempo pieno in anestesia e rianimazione prima presso Ospedale Umberto Primo di Enna. Da 12-12 -1990 dirigente medico presso UOC di Anestesia e Rianimazione del PO di Agrigento. Dal 2014 dirige Uoc di Anestesia e Rianimazione Ospedali di Agrigento, Canicattì e Licata. Da oltre 20 anni è medico dell’elisoccorso con base a Caltanissetta, è un medico tra i più anziani in Sicilia.
Ha fatto qualche migliaio di missioni, in tutte le condizioni atmosferiche: neve, pioggia, tempeste, sole, ha lavorato in pianura, collina mare e alta montagna. E’ stato coinvolto a soccorrere molte persone in molti incidenti. Quello che mi ha colpito nella sua storia è quando ha salvato una persona a cui non si era aperto il paracadute principale e col paracadute di riserva che poteva portare massimo 70 Kg ( il signore pesava circa 130) è caduto sulla cima di in una montagna vicino Palermo. Con l’elicottero sono stati fatti ampi giri per trovarlo.
Antonio sapeva su per giù dove era caduto; ma è rimasto a cercarlo per molto tempo perché il suo paracadute di riserva era grigiastro e lo copriva tutto, rendendolo invisibile dall’alto. Racconta Antonio con una certa emozione della voce:-“L’abbiamo trovato per puro caso perchè ci è sembrato che una cosa grigiastra si muovesse. ci siamo avvicinati con l’elicottero (Augusta 109 ), ma non c’era dove atterrare. Con enormi difficoltà, a rischio della nostra vita, l’elicottero è atterrato alcune centinaia di metri più in basso.
Ci ha lasciato 500 metri più in là ed io e l’infermiera abbiamo scalato la montagna con zaini ed altra attrezzatura e siamo arrivati in cima quasi morti… Arrivati sul posto vediamo un gigante di circa 2 metri, risultava plurifratturato agli arti inferiori. Al bacino….e io guardandolo gli dico: “Ma cu minchia t’ava scinniri a tia”? L’abbiamo imbracato alla barella spinale, che era troppo piccola per lui. Dopo una mezz’ora sono arrivati i suoi amici paracadutisti e con grosse difficoltà siamo scesi all’elicottero. Il sig. Ciro ha subito un anno di interventi chirurgici correttivi e dopo quando è riuscito a camminare è venuto a trovarmi in Ospedale, perché ero l’unica persona che voleva vedere.
All’inizio non l’ho riconosciuto, ma quando mi ha abbracciato con le lacrime agli occhi, ci siamo fatti una foto. Io sono alto 1.80, lui era alto oltre i 2 metri: la mia testa era all’altezza della sua spalla, in quel momento mi sono sentito, piccolo piccolo. Io ero molto emozionato e lui più di me. Si è tolto l’orologio dal polso e me l’ha regalato.
Quell’orologio lo tengo sulla scrivania , non funziona più, ma mi dà il coraggio ad andare sempre avanti ed io lo sento sempre ticchettare anche se è fermo. Ciro è amico mio, fa l’istruttore di parapendio e da quel momento anche i suoi amici che praticano parapendio sono diventati miei amici.
Chi è un medico nel 2020?
Ogni medico è indispensabile consiglia ed aiuta i propri pazienti nei loro percorsi.
Con la Pandemia Covid 19 credo che sia uscito il meglio dei Medici, che hanno capito che più che essere un lavoro, la loro è una missione. La Pandemia ha esaltato il senso del dovere, ma anche la paura di essere stati abbandonati specie i primi tempi, con ordini contraddittori, sottovalutazioni del fenomeno e chi si permetteva di fare osservazioni veniva messo subito da parte. L’unica nostra fortuna è stata, che da noi è successo poco e niente e tutto è stato rimandato alla seconda o terza ondata. Oggi siamo più organizzati e potremo subire un impatto di ricoveri elevato, ma mai come è successo in Lombardia. Il Sistema da noi imploderebbe per mancanza di medici soprattutto nei piccoli Ospedali.
Cosa si aspetta la gente da un medico?
La gente è convinta che si è eterni e per loro la morte è qualcosa che è estranea al loro modo di pensare. La verità è un’altra:non possiamo guarire tutto, tuttavia negli anni è migliorata la diagnosi e la terapia, ma abbiamo ancora molto da imparare.
Che cos’è il dolore per una persona che lo vive ogni giorno, cos’è il dolore per un medico come te?
Il dolore è una sensazione di pericolo e se non si interviene porta alla morte. La sopportazione del dolore è qualche cosa molto soggettiva, dipende da molte cose, ma ad alti livelli porta ad uno stato di agitazione nel cercare di trovare una posizione migliore fino ad entrare in coma.
Quando tempo trascorri con l’elisoccorso?
Generalmente lavoro quasi tutte le Domeniche. Tutto il giorno, dalla mattina alla sera.
Cosa provi quando non riesci a salvare una persona?
Capita di perdere un paziente, specie in urgenza in elisoccorso. La sera quando vado a letto mi addormento tranquillo perché ho fatto il mio dovere. Ho fatto qualcosa che non dico a nessuno e ricomincio a sognare.
Come sarà il mondo dopo il coronavirus?
Con questa pandemia è uscito qualcosa di meraviglioso il Cuore delle persone.
Persone che hanno donato secondo le proprie possibilità con amore.
Cosa rimane della tua militanza politica ?
Gli altri hanno cambiato tutti i loro ideali. Io no. E cerco di fare bene quello che devo fare.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Fare il Cammino di Santiago in Spagna da solo. Già ero pronto . Dovevo partire a Maggio in aereo da Catania.
Mi prefiggo di camminare per 300 Km della via Franchigena, da Leon a Santiago di Compostela. E’ un viaggio che ho rimandato a causa dell’emergenza sanitaria.