In data 13 maggio 2020 si è svolta in videoconferenza un’assemblea sindacale unitaria rivolta a tutto il personale scolastico indetta dalla FLC –CGIL, Cisl Scuola e UIL Scuola del territorio della provincia di Agrigento.
L’assemblea, introdotta dalle relazioni dei Segretari Generali della FLC CGIL Gaetano Bonvissuto, della CISL SCUOLA Agrigento Caltanissetta Enna Salvatore Massimiliano Montalbano e della UIL Scuola Calogero Burgio ha permesso di confrontarsi e di fare il punto della situazione sulla ripartenza delle attività didattiche rispetto alle problematiche della sicurezza, dell’organizzazione del lavoro e degli aspetti normativi e contrattuali che ricadono sul rapporto di lavoro del personale scolastico.
I rappresentanti sindacali hanno innanzitutto evidenziato che la tutela della salute sarà la priorità nel nostro nuovo stile di vita, nel modo di gestire e organizzare il lavoro ma, contestualmente hanno posto in rilievo che da parte del Governo non c’è un’idea comune sulla riapertura delle scuole e si assiste in tal senso ad uno scenario connotato da indeterminatezza, superficialità e approssimazione su un settore fondamentale, quale quello della scuola, per la crescita sociale ed economica del paese.
Per questo è necessario avviare un confronto approfondito e serio ed elaborare un piano strategico per il rientro a scuola che definisca innanzitutto gli aspetti della sicurezza e contestualmente quelli pedagogici, curriculari, organizzativi e che preveda le adeguate risorse in termini di personale e di strumenti.
Il primo presupposto per ritornare a scuola è quella di farlo nelle massime condizioni di sicurezza. Per questo appare chiara l’esigenza della definizione di uno specifico protocollo di SICUREZZA PER LA SCUOLA, finalizzato a garantire che la ripresa avvenga assicurando ad alunni e personale della scuola le indispensabili condizioni di sicurezza. Il protocollo dovrà TENERE CONTO DELLA TIPICITA’ DI UN AMBIENTE DI LAVORO(tipologia di alunni, organizzazione del lavoro, strutture edilizie) non assimilabile a un semplice ufficio pubblico, per la tipologia del lavoro svolto che implica la gestione di relazioni complesse indotte dalla consistente presenza di alunni e dovrà definire puntuali indicazioni su dispositivi e norme di comportamento finalizzati ad una frequentazione sicura degli ambienti scolastici eliminando ogni rischio di diffusione del contagio.
Infatti la scuola pubblica italiana coinvolge circa 8 milioni di studenti e 1,2 milioni di lavoratori. Inoltrè l’operatività dei plessi e delle sedi scolastiche, determina un rilevante impatto in termini di movimento di persone, mezzi di trasporto, servizi e contatti sociali.
L’emergenza sanitaria ha portato la scuola italiana ad affrontare una sfida senza precedenti, quella di attuare il diritto all’istruzione , attraverso la modalità della didattica a distanza, che è stata di natura prettamente emergenziale.
E’ stato uno sforzo collettivo enorme e per questo è doveroso esprimere tanta gratitudine a tutti coloro che lo hanno prodotto: insegnanti, studenti, famiglie, personale ATA, dirigenti scolastici.
La DaD ha permesso, a scuole chiuse, di mantenere attivo il rapporto educativo con gli alunni, seppur con molti limiti ed in troppi casi, per carenza di strumentazione, ha accentuato squilibri e disuguaglianze, amplificando il fenomeno dell’abbandono scolastico e della dispersione scolastica, a danno delle fasce sociali più deboli e delle aree territoriali con maggiori criticità.
Per questo ci si auspica che la DaD, se sarà necessario confermarla per motivi di sicurezza, sia residuale e fortemente integrata con la Didattica in Presenza.
In ogni caso questa modalità di lavoro, attualmente non disciplinata, va definita contrattualmente mediante un accordo tra le parti al fine di regolare diritti, impegni e orari di lavoro del personale.
Analogamente si dovrà provvedere per quanto riguarda il lavoro agile del personale ATA.
Rendere sicure le scuole significa però investire per dotarla di organici, risorse e strumenti.
La drammatica emergenza che ha investito il Paese ha reso ancor più chiaro come una struttura fondamentale della convivenza civile e sociale, qual è la scuola pubblica, rivesta natura di funzione indispensabile per la comunità , da sostenere con forti politiche di investimento.
Quindi per ripartire nel modo giusto, occorre che al 1° settembre ogni scuola possa disporre in modo definito e stabile delle necessarie risorse sia di organico per tutti i profili professionali: docenti, personale ATA, dirigenti, e sia per quanto riguarda l’edilizia scolastica. In tal senso e’ utile evidenziare che circa il 49% delle istituzioni scolastiche della provincia di Agrigento necessita della messa in sicurezza degli edifici. Per questi motivi, rispetto alla situazione che stiamo vivendo, si pone l’esigenza di intervenire sulla riqualificazione delle strutture scolastiche per renderle adeguate all’esigenza di una frequentazione sicura degli ambienti scolastici . Bene lo stanziamento per la Sicilia di circa 120 milioni di euro per l’edilizia scolastica ma è fondamentale che questi soldi siano spesi in maniera specifica e puntuale e con particolare attenzione alle strutture e alle zone geografiche particolarmente disagiate.