Prof. Biagio Lentini
Gaetano Guarino era un farmacista amato dal popolo per la sua generosità, infatti aveva un cuore così grande da dare gratuitamente alla povera gente i farmaci necessari per curarsi dalle malattie . Era il tempo nel quale non esisteva l’assistenza mutualistica diretta. Non a caso gli era stato affibbiato l’epiteto di “ Omu priziusu “. Era un personaggio molto popolare.
Dopo la seconda guerra mondiale fece parte del Comitato di Liberazione della città di Favara. Concepiva la politica come servizio finalizzato alla emancipazione del popolo, alla sua crescita sociale, politica ed economica. Il 2 ottobre del 1944 su indicazione del C.d.L. viene nominato sindaco della città. La nomina di un socialista costituì un’eccezione nel panorama politico siciliano perché la gran parte dei sindaci nominati dai prefetti era di estrazione democristiana o di destra. Favara, in quel periodo, era un centro agricolo e minerario. L’agricoltura e l’estrazione dello zolfo erano i pilastri dell’economia locale. Guarino senza tentennamenti si schierò contro gli Scaduto, i Miccichè, i Fanara, i Giglia i Giambetoni, che erano i più grossi e facoltosi latifondisti, proprietari di minieri di zolfo di Favara, a sostegno della giusta causa dei contadini che reclamavano, un pezzo di terra e dei minatori che ambivano ad un lavoro continuativo e remunerativo.
Dopo undici mesi di governo comunale per dissapori insanabili con i rappresentanti politici della coalizione il 15 settembre del 1945, Guarino rassegnava le dimissioni nelle mani del prefetto di Agrigento.
Era un politico che non demordeva, infatti il 10 marzo del 1946 alle prime democratiche elezioni comunali si presentò con il Fronte Popolare Democratico costituito da Socialisti, comunisti e azionisti. Fu un successo plebiscitario, per cui il 20 marzo venne eletto sindaco.
Fu il primo sindaco socialista,dopo la liberazione, democraticamente eletto. Guarino era fortemente innamorato del paese, amava tantissimo il suo popolo ambiva alla sua trasformazione e alla sua emancipazione. Egli diceva : “ Se la scuola ci aiuterà a creare con l’educazione mentalità nuove, in un decennio nessuna donna dovrà buttare acqua nella via e far germogliare virus e batteri nelle sporcizie e nella fanghiglia”.
Ma la sera del 16 Maggio 1946 il sogno di una Favara migliore venne spezzato. Mentre rientrava a casa , come era sua abitudine, accompagnato da alcuni amici e compagni di partito, all’incrocio del vicolo della Musica e la via Vittorio Emanuele veniva freddamente assassinato con un colpo di pistola alla nuca.
L’assassino, prima di compiere l’efferato delitto, aspettò che venisse meno come ogni sera, l’energia elettrica per motivi economici.
Il delitto rimase impunito, trovò la morte perché onesto e retto. Il sacrificio dell’uomo Guarino , che era considerato l’anima e il padre dl popolo, non fu certamente inutile se ancora oggi si ricorda la sua opera e azione di socialista, democratico e riformista. Uno dei migliori figli di Favara da cui dovrebbero trarre esempio i politici di oggi e le giovani generazioni.