L’ Amministrazione Comunale ha reso omaggio alla storica figura di Gaetano Guarino con la deposizione di un mazzo di fiori sotto la sua lapide posta in vicolo della Musica.
L’Amministrazione Comunale questa mattina ha ricordato Gaetano Guarino, primo sindaco favarese eletto democraticamente il 10 marzo del 1946 e vigliaccamente ucciso con un colpo di pistola alla nuca, dopo soli 65 giorni dall’elezione, il 16 maggio. I responsabili del suo omicidio, sia quelli materiali sia i mandanti, non furono mai individuati ed arrestati.
Hanno preso parte allo sparuto corteo, partito da piazza Cavour, la sindaca Anna Alba, il suo vice, Giuseppe Bennica, il vicepresidente del Consiglio comunale Giuseppe Nobile, il consigliere Calogero Castronovo, presente anche l’ex sindaco Rosario Manganella. hanno assistito anche due cittadini.
Così alle 11:00 circa, ai piedi della lapide collocata in memoria di un “Omu Priziusu” imbavaglaiato dal virus mafia, gli omaggianti anch’essi imbavagliati da un virus altrettanto subdolo hanno chinato il capo in segno di rispetto ed, indi, il vicepresidente del Cosiglio, Nobile, ha aggangiato un mazzo di fiori alla parete.
Quasi simbolicamente, allora, il primo cittadino ha, con un gesto repentino, strappato via il bavaglio dalla sua bocca (dopo esserci, comunque accertata, di essere a debita distanza dai presenti) per dire a gran voce No alla mafia: “Non possiamo dimenticare il passato, ha affermato, esso deve permetterci di ricordare qual era la terra di allora e qual è quella odierna. Favara, lo sappiamo, è stata una terra difficile, martoriata dalla mafia, ma sta facendo grandi progressi ed è questa la Favara che vogliamo, una Favara che migliora, cosa che può avvenire solo con il contributo di tutti i cittaini. Gaetano Guarino ha segnato la storia della nostra comunità”.
La delegazione si è, indi, spostata in via Palermo, presso la casa della famiglia Guarino dove il corpo del sindaco fu portato dopo l’omicidio. Anche qui, sotto l’epigrafe affissa in sua memoria nel 2016 è stato collocato un mazzo di fiori.
Risulta chiaro dunque, che sia stato ucciso solo l’uomo, non le sue idee di legalità e giustizia nè la speranza di cambiamento così come scolpito sulla lapide collocata nel 2006 a ricordo del suo sacrificio “perchè la memoria sia più del silenzio”.