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Si sa che di questi tempi, l’uso delle mascherine, ffp2 o chirurgiche che siano, è uno degli argomenti più ampiamente dibattuti. Basta scorrere i commenti sotto a un qualunque post su Facebook che approfondisce il tema della reperibilità o dell’obbligatorietà del tanto discusso dispositivo di protezione individuale per scoprire tutto un mondo di opinioni contradditorie.
Podisti inferociti che parlano di alcalosi respiratoria, anziani che davanti le poste o al minimarket la indossano impropriamente sotto al naso,
La causa di cotanta confusione sul ruolo della mascherina nel ridurre e contenere la diffusione del Covid-19 è forse da imputare alle raccomandazioni dell’OMS da una parte e ai pareri discordanti dei tanti virologi e immunologi che si son presi la scena televisiva negli ultimi mesi dall’altra.
C’è chi ha detto che le mascherine non servono per proteggersi dall’infezione, ma piuttosto per proteggere gli altri se si è positivial coronavirus (pensiamo agli asintomatici, che non sanno di esserlo ma che indossando la mascherina tutelano chi gli sta intorno). C’è chi dice che la mascherina non è sufficiente se non viene associata alla distanza di sicurezza di almeno un metro e rischia di diventare persino dannosa perché dà un falso senso di sicurezza a chi le indossa.
Insomma alcuni ne elogiano le potenzialità, altri ne sminuiscono l’efficacia. Alcune regioni l’hanno resa obbligatoria sia all’aperto che al chiuso, altre ne suggeriscono l’uso all’aperto solo laddove non si possa mantenere la distanza interpersonale.
In questo marasma di opinioni, sta per essere pubblicato un nuovo studio dei ricercatori dell’Università della California che dimostra quanto le mascherine rappresentino uno strumento utile nel ridurre la diffusione del Covid-19.
I ricercatori hanno indagato sia gli effetti delle mascherine chirurgiche, che trattengono all’interno il virus, sia di quelle dotate di filtri e in grado di bloccare l’assunzione del virus. I risultati evidenziano che “l’uso della mascherina limita la trasmissione del virus tramite le goccioline infette sia in laboratorio che in contesti clinici, mentre in pubblico è più efficace quando il loro utilizzo è maggiore”.
La raccomandazione dei ricercatori californiani è quella di incoraggiare su larga scala l’uso delle mascherine, in combinazione con le strategie di igiene, distanziamento e tracciamento dei contatti.
Insomma, finché circola il virus, la mascherina costituisce un presidio assolutamente efficace.
Non va sottovalutata l’importanza di portarla sempre con noi e di indossarla correttamente, nel rispetto di noi stessi e di chi vi sta vicino, così da evitare di trasformare la fase 2 in un enorme passo indietro a due mesi fa.
E già che ci siamo, dopo l’uso, gettiamola nel cestino dell’indifferenziata e non per strada.
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