Le vigenti restrizioni da Covid-19 hanno cambiato le modalità per ricordare le vittime stroncate dall’attentato del 23 maggio 1992.
Le restrizioni anti-contagio hanno apportato significative modifiche non solo alle nostre radicate abitudini di vita, ma anche alle modalità di celebrazione di eventi e manifestazioni altrettanto radicate.
Muta, dunque, il “sistema”, ma non la sostanza di questa giornata. Immutati permangono la volontà e l’impegno di mantenere “viva” la memoria di quanti hanno sacrificato la propria vita nell’adempimento del proprio dovere. Un giorno che non può passare sotto silenzio a testimonianza del fatto che la “montagna di merda” è solo riuscita ad uccidere l’uomo, ma non le idee ed i valori di cui questi era ed è portatore, un giorno che è un monito alle nuove generazioni.
Il 23 maggio 1992, alle 17:58, 400 kg di esplosivo hanno squarciato l’autostrada A29, all’altezza di Capaci aprendo una ferita nel cuore degli italiani che, da allora, sanguina imperitura per la perdita dei propri Eroi: Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli agenti della scorta: Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Quest’anno l’immancabile commemorazione avrà una veste nuova, non si saranno sfilate, flash mob per le vie e nelle piazze, ma alle 18:00, ora dell’attentato, i balconi di Palermo e, non solo, si tappezzeranno di lenzuoli bianchi o del Tricolore in ricordo delle vittime delle stragi.
L’iniziativa della Fondazione falcone, dal titolo “Palermo Chiama Italia al Balcone” non è, in effetti, una novità assoluta, in quanto è proprio quanto accadde lungo le strade della città subito dopo le stragi del ’92, allorquando la città si vestì di bianco per dire NO alla mafia.
Stragi, al plurale, perché dopo soli 57 giorni, il 19 luglio, saranno falcidiati, in via D’Amelio, Paolo Borsellino e gli agenti della scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Il 23 maggio 2020, sarà, dunque, social, televisivo, infatti è previsto un flash-mob promosso da decine di artisti e personalità. Renzo Arbore, Lino Banfi, Elena Sofia Ricci, Marco D’Amore, Carlo Conti, Ficarra e Picone, i Sansoni, i The Jackal, Luca Argentero, Cristiana Capotondi, Massimo Poggio, Roberto Lipari, Salvo Piparo, esponenti dell’antimafia, i segretari generali di Cisl e Cgil Furlan e Landini.
“La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine. Spero solo che la fine della mafia non coincida con la fine dell’uomo”, diceva Giovanni Falcone.
La commemorazione di questa giornata ha proprio lo scopo di alimentare tale speranza e di riuscire a darle concretezza in un futuro prossimo. L’eredità morale tramandataci dall’impegno e dall’abnegazione di cotali eroi non potrà essere sventrata da nessuna bomba. L’esplosivo di Capaci e Via D’Amelio, ha innescato un’altra bomba: la lotta serrata, senza pausa, per sradicare un fenomeno che, negli anni, ha cambiato pelle dismettendo “coppula e lupara” ed indossando giacca e cravatta.
Quest’anno, inoltre, la giornata, intitolata “Il Coraggio di ogni giorno”, è dedicata all’impegno di tutti i cittadini che in questi mesi di emergenza del Paese, con impegno e sacrificio, hanno operato per il bene della collettività.
“In questa drammatica emergenza – ha affermato la professoressa Maria Falcone, presidente della Fondazione Falcone – si è scelto di celebrare il coraggio degli italiani che si sono messi al servizio dell’Italia in uno dei momenti più drammatici della sua storia recente. Donne e uomini che hanno reso straordinario il loro ordinario impegno mostrando un’etica del dovere che richiama uno dei più grandi insegnamenti che ci hanno lasciato Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”.