Giuseppe Maurizio Piscopo
Il Cammino della Speranza è un film del 1950 diretto da Pietro Germi, tratto dal romanzo Cuore degli abissi di Nino De Maria appartiene alla memoria collettiva dei favaresi, anche di quelli che non hanno vissuto le riprese.
Il capolavoro di Pietro Germi con la sceneggiatura di Tullio Pinelli e Federico Fellini fa parte della storia del cinema e rappresenta il punto più alto del neorealismo.
E’ stato presentato in concorso al Festival di Cannes nel 1951 ed ha vinto l’Orso d’argento al Festival di Berlino. Proprio settant’anni fa, nel 1950, veniva proiettato nelle sale cinematografiche.
La prima idea al regista di realizzare questo film nacque a Bardonecchia, durante le riprese “Fuga in Francia” di Mario Soldati, dove Germi faceva l’attore. Da alcuni finanzieri aveva appreso, che alcuni giorni prima, una famiglia siciliana che stava attraversando clandestinamente il confine, era stata salvata in una tormenta di neve. La decisione di realizzare il film al regista, nacque definitivamente dopo aver letto il libro di Nino De Maria Il cuore degli abissi ed ebbe anche problemi con la censura. Infatti, vennero tagliate alcune scene, quelle che si riferivano alla carica dei poliziotti durante lo sciopero degli zolfatari.
Splendida l’interpretazione di Raf Vallone nella parte di Saro Cammarata, vedovo con tre bambini che tenta di occupare la miniera. Saro è la guida spirituale degli zolfatari dopo la chiusura della Ciavolotta e rappresenta il sogno di riscatto di tutti i siciliani che lasciano la loro terra. Il personaggio di Ciccio, il trafficante nell’interpretazione magistrale di Saro Urzì porterà le persone che sono state ingannate, (che hanno dovuto pagare ventimila lire a testa e che hanno venduto tutti i loro beni), in treno fino a Napoli. Qui viene scoperto da Vanni il bandito latitante e nasce una colluttazione. Un viaggio sofferto e doloroso con molti colpi di scena. A Roma gli emigranti vengono arrestati e lasciati con il foglio di via obbligatorio che intima loro di tornare in Sicilia. Quei fogli verranno strappati e loro continueranno “il viaggio doloroso”. Straordinaria l’interpretazione di Elena Varzi nella parte di Barbara, in uno dei momenti più commoventi del film sfiderà gli scioperanti e riuscirà a condurre un medico al capezzale di una bimba che sta molto male.
Una bellissima figura è il ragioniere Carmelo, coscienza onesta degli zolfatari, suoi fratelli che non abbandonerà mai. Il ragioniere si perderà nel viaggio. Contrasti, lotte nella neve tra Vanni e Saro, scene indimenticabili. Con un finale da fiaba hanno scritto i critici più attenti. Nell’ultima scena il sorriso innocente di un bambino diventerà il lasciapassare per i poveri Cristi. I finanzieri rispondono a quel sorriso e li lasciano andare. Una voce fuori campo esprime i sentimenti universali che arrivano al cuore di tutti:- “I confini sono tracciati sulle carte, ma nella terra come Dio la fece non ci sono confini”.