La settimana scorsa ci eravamo posti questo interrogativo amletico: ce la faranno i favaresi a vivere in una città “decorosa?
Avevamo anche sottolineato la fiducia nutrita dal primo cittadino circa l’efficacia di un nuovo sistema che, da un lato, consente il controllo del territorio e, dall’altro, il controllo vicendevole dei vari responsabili del servizio (i 4 soggetti preposti alla vigilanza, responsabili REO e RUP).
Trattasi di un sistema semplice ma valido ovvero un gruppo whats app “Sorveglianti Favara” in cui i partecipanti, tra l’altro, postano le foto del lavoro effettuato così garantendo la contezza, in tempo reale, di quanto avviene sul territorio da parte di tutti gli altri.
A distanza di una settimana abbiano ricontattato la sindaca per sincerarci se tale sia fiducia nel sistema sia stata o meno ben riposta.
Anna Alba si è detta pienamente soddisfatta affermando che “il diserbamento stradale che sembrava, oramai, essere divenuto un atto straordinario è diventato atto rientrante nell’ordinarietà così come dev’essere e così come previsto da contratto”
Tuttavia, se il diserbamento stradale procede come dovrebbe, non può non sottolinearsi che quello che ancora non si è riuscito a sradicare è il malcostume di chi rende le nostre strade una fetida pattumiera a cielo aperto.
Il principale titolare della pulizia così come del decoro dei luoghi pubblici è l’Amministrazione Comunale su cui grava l’onere di porre in essere tutte le azioni per assicurare il pieno raggiungimento dei risultati ed, altresì, quello di approntare un efficace sistema di vigilanza.
Il peso di quest’onere la nostra sindaca è evidente che lo sente tutto dal momento che si alza all’alba per monitorare personalmente l’operato degli addetti ai lavori e che non ha mancato di usare toni duri con l’Ati Iseda per la mala gestio del servizio.
Purtroppo è doveroso registrare come tale impegno non sia foriero dei risultati sperati. Chi semina, infatti, può raccogliere gli sperati frutti del proprio lavoro solo allorquando si realizzino anche altre condizioni non tutte dipendenti dal proprio volere.
Con questo si vuole dire che nel caso della pulizia e del decoro della città non è sufficiente attenzionare l’esecuzione dei lavori da parte del Raggruppamento d’imprese che gestisce il servizio, ma è indispensabile anche esercitare uno stringente controllo circa l’osservanza delle regole da parte della cittadinanza. Questo è davvero un tasto dolente!
Sono state installate da poco delle nuove fototrappole, ma ancora non si ha notizia circa la loro efficacia nell’intrappolare le immagini di chi deturpa l’ambiente e, consequenzialmente, spiccare nei loro confronti le sanzioni previste.
Quello che viene spontaneo chiedersi è: ma è davvero così difficile individuare chi crea le discariche?
Ieri notte una ricognizione notturna mi ha permesso di rilevare cumuli di monnezza in più parti del paese.
Dal momento che la mattina la raccolta era stata effettuata, all’evidenza i rifiuti sono stati conferiti sabato sera.
In più punti del nostro Calvario sono stati depositati rifiuti di ogni genere in tal modo crocifiggendo ogni barlume di civiltà e decoro, così pure vergognosi risultano i massicci cumuli di rifiuti a ridosso del muro che costeggia la Chiesa Madre. Qua gli incivili sembrano avere anche un atteggiamento di sfida dal momento che sul palo fa bella mostra di sé un cartello recante la scritta “area videosorvegliata”.
Riprendendo la domanda: è davvero impossibile/difficile individuare chi crocifigge barbaramente la civiltà? Nessuno vede? Dal tipo di rifiuto non è possibile risalire alla mano di chi deturpa la nostra Favara in barba ai tanti onesti cittadini rispettosi delle regole e del bene comune?
Il rispetto delle regole è alla base di ogni comunità che aspiri ad essere definita civile, ciascuno di noi può e deve contribuire a mantenere il decoro dell’ambiente in cui viviamo, non solo agendo correttamente, ma anche segnalando chi abusa del nostro territorio.
Occorre “differenziare” non solo il rifiuto, ma la nostra mentalità: è necessario denunciare i “rifiuti” umani che ci costringono a vivere nel sudiciume. Storpiando l’invettiva di Cicerone vien da dire:
Quousque tandem abutere, Incivile, patientia nostra?
Ovvero, “Fino a quando, o Incivile, abuserai della nostra pazienza”?
I due gruppi di foto mostrano i due volti della città. In entrambi si nota lo stesso, identico impegno, seppure… nell’opposta direzione.