Pierre Vaccaro, ex assessore comunale
Dalle mie dimissioni congiunte con gli assessori Pecoraro e Sciortino è trascorso più di un anno e, volutamente, ho evitato qualsiasi intervento nel dibattico politico, sebbene gli argomenti non mancassero, perchè ho ritenuto che fosse interesse della collettività, alla quale mi onoro di appartenere, evitare polemiche e contrapposizioni dannose.
Ma L’attuale scenario politico favarese ha assunto connotati che vanno oltre ogni logica di buon senso e responsabilità politica. Provo a sintetizzarne il quadro usando una metafora calcistica con l’intendo di semplificare (ciò che semplice non è).
Immaginiamo che quattro anni fa’ ad allenatore venga affidata una squadra costruita per vincere quanti più titoli possibili. Immaginate che l’allenatore designato goda dell’appoggio incondizionato dei suoi giocatori (consiglieri comunali) e dei tifosi (cittadini). Inoltre, all’allenatore viene concesso di selezionare il proprio staff tecnico (assessori) e che quest’ultimo lo fà portando in squadra addirittura degli stranieri .
Però passano gli anni ed I risultati non arrivano e per giunta non si intravede un gioco di squadra capace di porre le basi per il raggiungimento anche di traguardi minori. Con il passare del tempo i giocatori prendono le distanze dall’allenatore, lo staff tecnico viene continuamente rivisto e l’allenatore continua a restare al suo posto. Addirittura cerca accordi con giocatori di altre squadre pur di vincere qualche partita, ma I risultati continuano a non maturare. Arriva il momento in cui non riesce neanche a schierare una squadra a pieno organico e deve affrontare gli avversari che scendono regolarmente in campo con la squadra al completo. A questo punto si rivolge ai tifosi dicendo che se non riesce a vincere non è colpa sua ma degli avversari che si ostinano a fare il loro dovere vincendo le partite ed incuranti degli interessi di quel che resta della sua squadra.
Ecco, diciamo che nell’ambiente del calcio che – a differenza della politica – si può ancora definire un gioco, l’allenatore si sarebbe dimesso a metà del girone di andata per dare la possibilità alla squadra di guadagnarsi almeno la salvezza.
Proseguendo fuor di metafora, è lecito chidersi per quale motivo l’attuale amministrazione si ostina a proseguire questa fallimentare esperienza incurante dei danni che ne deriverano.
In medicina questo fenomeno si definisce accanimento terapeutico e di solito serve solo a prolungare una straziante agonia.
Non mi si venga a dire che lo si fà per senso di responsabilità, perchè dietro questa affermazione si cela quasi sempre l’attaccamento alla poltrona. In politica il senso di responsabilità dovrebbe coincidere con la consapevolezza che, quando vengono a manacare i presupposti per rendere un servizio alla collettività, si fà un passo indietro e si passa la mano e chi scrive ha cercato di dare l’esempio non esitando a rinunciare all’incarico nell’ineresse generale.
La Sindaca stessa ha affermato che le ultime bocciature in consiglio comunale rispondono a logiche politiche anzichè amministrative. Ecco appunto, i numeri dicono chiaramente che non esiste più neanche la maggioranza trasversale nata dopo l’ultimo rimpasto di giunta, quindi che senso ha insistere?