Quattro mesi fa è stato reciso un fiore. E in quel preciso momento Lorena è diventata la figlia, la sorella, l’amica delle persone addolorate e indignate per l’ennesimo femminicidio. Particolarmente colpita la comunità favarese, nella quale è vivo il ricordo della giovane e vivo è l’affetto per lei.
Affetto che supera qualsiasi attuale restrizione per il contenimento del contagio coronavirus e le difficoltà a dare visibilità alla grande corona di concittadini che vuole stringersi intorno a lei e non vuole dimenticare.
I favaresi l’hanno accarezzata al suo rientro e continuano a farlo in silenzio. Enorme, smisurato, imparagonabile è il dolore della sua famiglia, mentre la città e la società civile ne portano la ferita. Meglio, portano le tantissime ferite per le troppe vittime della ferocia bestiale, che nulla ha di umano. Non sono uomini, ma di loro non voglio parlare in questa occasione.
Quattro mesi fa la redazione ha reso omaggio a Lorena, non fermandosi, dando il suo massimo. Abbiamo assistito tutti alla grande fatica di Peppe Moscato nel raccontare in diretta l’arrivo del corteo in città. Così come non si è fatto sconti Leonardo Pitruzzella nell’organizzazione di diverse dirette sui social. E così Joseph Zambito e Lilia Alba.
Ricordo il grande lavoro del collega Giuseppe Piscopo, dei Parroci di Favara, di tante persone e le lacrime.
Noi continueremo a ricordare.