Quando Fra’ Giuseppe, l’allora Padre Guardiano del Convento Sant’Antonio dei Frati Minori di Favara, ottenne in affidamento dalla Procura delle Repubblica di Palermo e portò a Favara il Peskador, una delle tante “carrette del mare” usate dai migranti per arrivare in Italia, non avrebbe mai immaginato che da monumento di accoglienza diventasse simbolo di incuria e abbandono.
Purtroppo dopo il suo trasferimento il Pescador è stato progressivamente abbandonato a se stesso, sia dai Frati Francescani che con Frate Giuseppe lo avevano voluto, che dall’Amministrazione comunale che è la tenutaria e la responsabile dell’imbarcazione, impegno adottato con una delibera di Giunta n. 80 del 17 giugno 2016. Con quest’atto a firma dell’allora sindaco Rosario Manganella e della sua Giunta l’Amministrazione comunale prendeva in adozione l’imbarcazione denominata Peskador e la riconosceva quale “monumento pubblico a carattere umanitario che simboleggia la solidarietà, l’accoglienza e l’integrazione fra gli uomini e i popoli del Mondo”.
Sicuramente per effettuare la manutenzione e la cura di una imbarcazione di tal tipo occorre oltre che la volontà anche del denaro. Ma il Peskador non è solo una vecchia barca ma, come scritto nell’atto deliberativo, è un Monumento e come tale deve essere trattato. Anche perché essendo in legno ed esposto agli agenti atmosferici sta diventando anche pericoloso.