Abbiamo dato spazio e continueremo per una nobilissima battaglia di civiltà. Chi ci conosce bene penserà che la nostra scelta è un fatto scontato, noi, ovviamente, ci rivolgiamo a chi non ci conosce e in particolare a chi scommette sulla nostra stanchezza. A questi diciamo che hanno già perso. F.P
Lettera firmata
La storia di un Paese è regolata da Leggi che camminano sulle gambe degli uomini e spesso una cultura non appropriata al posto che si occupa può portare a decisioni che possono migliorare o peggiorare la vita dei cittadini. Il buon uso del potere da parte della P.A. deve essere posto nelle mani di chi ha la capacità di capire l’importanza delle decisioni e delle conseguenze che ne derivano. Questo vale per tutti i settori, ma debbono essere attenzionate al massimo quando si parla di disabili e della loro salute. Gli aiuti che si possono dare a questi soggetti sono molto relativi, possono essere aiutati ma non guariti. Per questi motivi espressi chi è preposto a decidere deve essere professionalmente adeguato, deve avere alto il senso del dovere, deve essere capace di grande comprensione ed essere in possesso di un’etica professionale irreprensibile, per non correre il pericolo di trasformare il posto di servizio in posto di potere.
Sono G.P. e vi ho già raccontato di due pratiche uguali nei requisiti, esitate in modo difforme nella stessa giornata dall’Ufficio Gravissimi del Distretto D1 di Agrigento. Con grande sorpresa e amarezza sono venuto a conoscenza del fatto che la pratica esitata positivamente ( che non è quella di mio figlio , ma di un altro disabile ) è stata revocata. Sono stato preso da rabbia, disgusto e disappunto, ho provato vergogna poiché ho dovuto constatare che, invece di attribuire un diritto ad uno, si è preferito rinnegare ciò che era stato dato ad un altro. Le due pratiche potevano essere accolte positivamente, ma si è scelta la strada della negazione per tutti, come avviene per i Progetti di Vita, per il “ DOPO DI NOI “ e per tutto ciò che è assistenza ai disabili. Si fa sempre riferimento ai soldi e non ai tempi di intervento ed ai reali bisogni, si continua a perdere tempo ed a dimostrare inadeguatezza ed immobilismo.
Si dice che “ la speranza è l’ultima a morire ”, ma si dice anche che “ chi vive di speranza disperato muore “, io voglio optare per il primo detto ed augurarmi che la Sanità in provincia di Agrigento possa migliorare ad incominciare dall’assistenza ai disabili.