Coordinamanto Titano
Fioccano sul sito del gestore commissariato le comunicazioni di interruzione del servizio idrico causa guasti, rotture, intoppi vari.
Pensiamo purtroppo che quanto sta avvenendo è diretta conseguenza dei colpevoli ritardi e in qualche caso delle decisioni prese dall’ATI in evidente contrasto con la normativa vigente. Come, ad esempio, il non voler portare a termine la cessione del consorzio Tre Sorgenti al Gestore commissariato senza una motivazione giuridicamente valida.
La gestione commissariale sarebbe perfettamente in grado di occuparsi della gestione del Tre Sorgenti e del Voltano (oggi enti commissariati e sostanzialmente svuotati) dato che proprio il mantenerli in vita costituisce violazione delle prescrizioni di legge. Il tirare in lungo su cruciali decisioni di questo tipo comporta, come si vede, il tragico tracollo della qualità del servizio nei comuni serviti da questi consorzi “fantasma”.
Le inadempienze colpiscono anche il livello regionale che ha la responsabilità di intervenire e non lo fa, esponendo la collettività a danni ambientali (mancata depurazione, rottura condotte, rete fognaria vetusta e inefficiente) e danni erariali incalcolabili.
Ci chiediamo: ma i cittadini di Naro, di Favara, di Porto Empedocle, di Agrigento e di tutto il resto dell’Ambito di Agrigento sono a conoscenza che i patimenti che subiscono con le lunghe turnazioni, con le disfunzioni sulla erogazione del Servizio Idrico Integrato non sono dovute alla mancanza di acqua, ma ad una voluta strategia volta a soddisfare gli interessi di pochi a discapito dei diritti di tutti i cittadini dell’Ambito di Agrigento?
I cittadini sanno che nel nostro Ambito abbiamo tanta di quell’acqua da poter soddisfare quasi integralmente il fabbisogno di tutta la provincia, senza doverne acquistare da Siciliacque a 0,69 centesimi di euro a metro cubo?
I cittadini sanno che, tanto per dirne una, nella città della presidente Ati (Sciacca), del vice presidente Ati (Santa Elisabetta) e nella città capoluogo, i loro Consigli Comunali non hanno provveduto ad approvare lo Statuto dell’Azienda Speciale Consortile, insieme a tanti altri comuni, di fatto paralizzando il processo per poter arrivare ad un nuovo gestore per il dopo Girgenti Acque?
I cittadini sanno che, addirittura, parte dell’acqua che viene captata all’interno del nostro Ambito finisce nelle bottiglie della multinazionale Nestlè, che la rivende con un ricarico di mille volte superiore, mentre noi patiamo la sete?
I cittadini sanno che per le inefficienze dell’Ati, che non ha provveduto in tempo a far redigere l’aggiornamento del Piano d’Ambito, si rischia di perdere centinaia di milioni di euro di finanziamenti per mettere a posto le reti idriche, fognarie ed i depuratori del nostro Ambito?
I cittadini sanno che dell’acqua che viene immessa nelle condotte idriche cittadine dell’Ambito vi sono perdite che si avvicinano al 50% e così di fatto paghiamo l’acqua quasi il doppio di quello che ci viene a costare acquistandola dal gestore di sovrambito Siciliacque?
Noi temiamo che, procedendo di questo passo, i disagi, i malfunzionamenti, le rotture di un servizio lasciato all’incuria degli amministratori (alcuni dei quali oggi chiedono il voto) non potranno fare altro che peggiorare. Quando i cittadini acquisiranno la consapevolezza che sono stati defraudati di una grossa quota parte dei loro diritti fondamentali, temiamo possano reagire in maniera non controllabile, cacciando via quanti avrebbero dovuto tutelarli e non lo hanno fatto, quanti avrebbero dovuto rappresentarli nei luoghi preposti ed hanno tutelato altro.
Intanto alla condizione di attuale stallo non si vede spiraglio alcuno perché il processo di approvazione dello statuto della consortile sembra essersi arenato in quei comuni che non lo hanno ancora fatto, e perché l’ATI ha ri-affidato l’aggiornamento del Piano d’Ambito solo ad agosto, ad una società che in pochi mesi dovrebbe riuscire a produrre un’ingente quantità di documenti e (su richiesta esplicita dell’ATI) prevedere un ambito con più di una gestione, in evidente contrasto con il principio di UNICITA’ di gestione, che costoro continuano ad ignorare con il bene placido delle autorità competenti.