Giuseppe Maurizio Piscopo
Francesca Incudine è un’Artista molto conosciuta e di cui si parlerà a lungo nel prossimo futuro. Cantante, musicista, interprete autrice di canzoni d’Autore e di musiche internazionali. La sua attenzione si rivolge a tutti e nell’insegnamento anche ai bambini. Ha girato il mondo ed ha riscosso sempre grande successo ricevendo premi di grande levatura internazionale.
Francesca Incudine nasce ad Enna nel 1987. Si appassiona all’età di 13 anni ai tamburi a cornice. Proprio in quegli anni comincia a studiare le percussioni e il canto per iniziare un percorso di formazione artistica che ad oggi continua a crescere e ad impadronirsi delle forme musicali che le sono più proprie; tra queste, in particolari, la musica folk, di radice popolare che spazia fino alla world music. È proprio su questo campo che da qualche anno ha intrapreso anche la strada della canzone d’Autore, scrivendo e componendo in siciliano. Tante già le esperienze artistiche che le hanno permesso di consolidare, dare nuova vita e linfa ad un percorso in continua crescita. A lei poniamo alcune domande per conoscerla meglio.
Quando nasce la tua passione per la musica?
Fin da bambina ho avuto la fortuna di vivere immersa nella musica, nelle storie e nei racconti. All’età di 13 anni mi appassiono ai tamburi a cornice che rimangono uno dei miei primi amori e da lì alla scrittura che è diventata, nel corso del tempo, mia compagna. In questo intreccio di musica e parole si è consolidata questa passione che è diventata anche un’esigenza di espressione.
Sei un’esperta del tamburo a cornice. Hai mai suonato al Festival della Taranta?
I tamburi a cornice sono una mia grande passione. Le mie prime esperienze le ho fatte all’interno di un gruppo di musica popolare con il quale ho esplorato l’immenso repertorio musicale dell’area del mediterraneo, fino a creare qualcosa che racchiudesse poi tutte quelle suggestioni, ciò che comunemente viene definita world music. La Notte della Taranta è un sogno nel cassetto, non ho mai suonato in quella occasione, ma chissà che un giorno non possa accadere.
Che relazione c’è tra la musica popolare e la Canzone d’Autore?
Credo che tutta la musica sia musica popolare, citando un noto etnomusicologo Blacking il quale sosteneva che la musica è popolare nella misura in cui entra in relazione e viene fruita, condivisa da una comunità. Per me questo è il senso più profondo del fare musica, insieme alla possibilità di ‘far suonare’ le parole proprie di cantautori e cantautrici per i quali fare musica è un’esigenza espressiva. Poi, è chiaro che la musica popolare e la canzone d’Autore hanno dei connotati specifici, storici e dei punti di riferimento puntuali a descrivere determinate tematiche sociali e storiche. Credo sia importante, in ogni caso, riconoscersi nel tipo di musica che si sceglie di fare.
Una tua canzone s’intitola “Fimmini”.Come sono li fimmini siciliane?
Cantare le donne e delle donne è uno dei miei temi più cari; non a caso “Fimmini” è una tra le prime canzoni che ho scritto per descrivere la sacralità della donna, la sua femminilità, la sua forza e la sua determinazione. Che le “fimmine” siciliane sono così. C’è ancora tanta voce da dare alle donne, c’è tanto da raccontare e la musica è uno dei mezzi per farlo.
Puoi commentare questa frase:-“Li fimmini siciliane sono come la lupara”…
Non amo molto questa associazione tra le fimmine siciliane e la lupara… ma credo si faccia riferimento a quella bellezza che racchiude tante cose e che “colpisce”!
Cosa pensi del Fado portoghese?
Lo adoro. Mi sono ritrovata anche ad interpretarlo tempo fa, proprio in un locale a Lisbona, ed è stata un’esperienza bellissima. Credo ci siano molti punti di contatto con la “canzuna” siciliana, e con i suoi suoni morbidi, nostalgici, ma sempre forti e grintosi allo stesso tempo.
Hai ricevuto numerosi premi nazionali e di una certa importanza. A quale ti senti più legata e perchè?
Sì, ho avuto tantissime soddisfazioni in questo ambito; i premi sono stati un terreno fertile sul quale costruire, una strada che mi ha permesso di crescere e capire cosa desiderare per la mia dimensione artistica. Sono legata a tutti quanti, in realtà, a partire dal Premio Parodi, passando per L’Artista che non c’era, il Premio Bianca d’Aponte per arrivare alla Targa Tenco. Di ciascuno porto dentro un ricordo indelebile.
Linzolu di mari, Lazzari felici, sono tutti brani molto ricercati.
Che cos’è più importante il testo o la musica nella scelta di una tua canzone?
Credo che entrambi abbiano un’importanza fondamentale, perché l’uno diventa il riferimento e il completamento dell’altro. Dal loro dialogo nasce una buona canzone, una bella canzone che sappia parlare al cuore di chi ascolta.
Chi sono i tuoi musicisti di riferimento?
Ci sono tanti ‘alberi di canto’ ai quali guardo da sempre e tanti artisti che continuo a scoprire ogni giorno e che arricchiscono le mie conoscenze e la mia voglia di sperimentare e sperimentarmi. Dall’indimenticata Rosa Balistreri, a Giuni Russo, da Battiato ai Radiodervish, da Carlo Muratori alla scena Indie. Dentro il mio percorso c’è tanto di quello che ascolto, di quello che scopro, di quello che sono stata e che sarò.
Con la tua musica hai girato il mondo. Come sei stata accolta in Pakistan?
Il Pakistan è stata un’esperienza straordinaria, per il calore con il quale siamo stati accolti, per la partecipazione e la condivisione della nostra musica con i giovani del Conservatorio di Karachi. Ho avuto modo di testare realmente che la musica è un linguaggio universale che porta con sé un messaggio autentico e permette di incontrarsi con l’altro e proprio l’incontro con l’altro e la sua cultura è stato uno dei grandi doni di questa esperienza.
Quante lingue parli?
Il siciliano lo parlo e lo canto, e poi l’italiano, l’inglese, ma mi appassiona il suono di tutte le lingue.
Con quale album hai vinto la Targa dedicata a Luigi Tenco nel 2018?
Il mio secondo album, Tarakè, ha avuto l’onore di ricevere la Targa come Miglior Album in dialetto del 2018 all’interno della prestigiosa rassegna tenutasi al Teatro Ariston.
La tua musica nel 2019 è volata con gli aerei dell’Alitalia e la Siae…
La mia musica è letteralmente ‘volata’ in alto! Grazie a questo contest dal titolo “Fai volare la tua musica”, su iniziativa Alitalia e Siae, la mia musica ha avuto l’opportunità di essere trasmessa in aereo. Anche questa è stata una grande soddisfazione e una bella iniziativa a sostegno degli artisti.
La tua musica e i bambini. In che modo ti relazioni con loro?
Sono i due miei grandi amori, la musica e l’insegnamento, quando si incontrano è magia. I bambini mi insegnano la meraviglia ogni giorno, anche quella che perdiamo diventando adulti, e ritrovarmi talora a fare musica con loro e per loro mi fa sentire in pienezza.
In quale città del mondo vorresti esibirti?
Ci sono tante città del mondo nelle quali vorrei portare la mia musica; mi piacerebbe andare in America e portare un pò di musica alle comunità italiane che si trovano lì, ma mi piacerebbe, in realtà, fare un tour internazionale.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro ?
Stiamo lavorando a dei brani e a dei progetti nuovi, provando a raccogliere i frutti di quanto fatto finora, ma nello stesso tempo provando a riempirci ancora di nuove attese, di nuovi viaggi e di nuovi respiri.
Foto di Tamara Casula.