STEFAN LUCA MANGIONE
Mi incuriosisce molto il modo in cui interpreti l’arte, ti andrebbe di parlarmene? Cos’ è per te l’arte?
La mia arte è la parola che non mi va più di pronunciare, mi permette di tradurre i pensieri e li concretizza materialmente. Creo allo scopo di denuncia, di critica verso società contemporanea. La nostra è una società pigra, passiva e fondata sulle apparenze; non ha tempo di ascoltare, empatizzare , conoscere aldilà dello schermo virtuale che sia smartphone o pc.
Comprendo benissimo a cosa ti riferisci , la nostra è la dimensione virtuale dove la verità passa in secondo luogo .
Perché hai scelto questo percorso ?
Sostanzialmente ho deciso di produrre opere d’arte perché dopo la laurea sentivo il bisogno di staccarmi dai vincoli accademici. Per mezzo di questa disciplina io vedo valorizzate le mie potenzialità, che prima di imbattersi in essa erano assopite quasi anestetizzate.
In un certo senso mi stai dicendo che l’arte è la tua valvola di sfogo.
Proprio così.
Sono curioso, a quali artisti ti ispiri, insomma a chi devi il tuo pensiero ?
Edward Hopper mi ha portato alla visione reale di una società disgregata, invece Renè Magritte ha permesso lo sviluppo del mio linguaggio visivo nel campo del graphic design. La mia ricerca spazia su diversi ambiti, registi come Carpenter e Cronenberg, teorici e filosofi del consumismo che hanno accentuato la mia tendenza alla critica sopracitata. Se mi permetti vorrei proporre una citazione interessante.
Certo dimmi pure
Tratta da Videodrome (1982) di Cronenberg .<< Lo schermo televisivo è ormai l’unico vero occhio dell’uomo e fa ormai parte della struttura fisica del cervello umano . Ne consegue che la televisione è la realtà. E la realtà è meno della televisione >>.
Bellissima citazione. Quindi il tuo è un orientamento surrealista, la realtà ti sta stretta e il tuo spirito ti conduce oltre il confine reale del mondo finendo là dove la fantasia regna sovrana.
Precisamente.
Direi che è arrivato il momento preferito di ogni artista, so che una tua opera ha ricevuto il ‘’Premio Michele Cea’’ Milano 2020, mi riferisco alla scultura #prigionesilenziosa3. Parlami delle tue opere se c’è qualcuna in particolare che ti rappresenta più delle altre.
Si tratta di 9 opere concettuali, caratterizzate da paradossi, che narrano del rapporto di un individuo con la società contemporanea e con se stesso. Il simbolo # è il mezzo di comunicazione visiva che io uso già nel titolo per far capire che sto trattando qualcosa di contemporaneo e inerente a una società che fluttua su una realtà telematica. Le opere sono numerate in ordine cronologico e raccontano delle situazioni vissute dal protagonista ormai alienato e avulso dal mondo esterno.
Tutte le opere rispecchiano un mio pensiero personale, la scenografia #Prigionesilenziosa7 dal titolo “Libertà” ne è l’emblema. Il soggetto, il quadro, è protetto dalle ragnatele installate all’interno della stanza: metaforicamente sono la protezione passiva ma allo stesso tempo attiva che il protagonista ha come arma di difesa verso l’esterno senza attaccare nessuno. In parole povere, è libero chi è lasciato essere se stesso ed esprime il suo potere.
Un po’ come la politica imperialista ateniese , la quale sosteneva che ad essere liberi sono quelli che hanno una maggiore potenza di fuoco . Vi sono le popolazioni timorose e chi invece induce il timore .
Prima di concludere vorrei anche analizzare un’altra opera , una tua personale rielaborazione riguardo ad una mia foto . La foto alla quale abbiamo dato il titolo “Scelta” . Ti va di spiegarla al pubblico ?
Certamente , nella foto è presente la raffigurazione di te mentre sei in corsa , io avvalendomi della concezione del “ c’è una foto oltre la foto” ovvero c’è un interpretazione oltre la foto in se, ho voluto dare una direzione, un significato alla tua corsa . Stai correndo , ma verso cosa o verso chi? Stai scappando, da cosa o da chi? Uno scorcio di città che sembra il manifesto della più angosciosa realtà, quasi distopica. La porta dell’Hotel che non sembra ospitare nessuno, il cancello che sembra ti inviti a fermarti. Alla fine quale sarà la tua decisione?
Come diceva Schopenhauer , la scelta è sempre data da una volontà interiore.
Esattamente.
Cosa posso aggiungere grazie per il contributo , e buona fortuna per la tua carriera.