LETTERA APERTA DEL COORDINAMENTO TITANO ALLA COMMISSARIA REGIONALE DEL SII DELL’ATI AG9
e per conoscenza
ALL’ON.LE PRESIDENTE DELLA REGIONE
ALL’ASSESSORE REGIONALE PER L’ENERGIA E I SERVIZI DI P.U.
AL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DELL’ACQUA E DEI RIFIUTI
ALL’ON.LE PRESIDENTE IV COMMISSIONE AMBIENTE, TERRITORIO E MOBILITA’
ALL’UFFICIO TERRITORIALE DI GOVERNO DI AGRIGENTO
ALL’ASSEMBLEA TERRITORIALE IDRICA DI AGRIGENTO
ALLA GIRGENTI ACQUE S.P.A. – GESTIONE COMMISSARIALE
“Apprezziamo molto la sensibilità che la Commissaria Regionale, dott.ssa Di Francesco, ha avuto nel voler incontrare le parti sociali dell’Ambito di Agrigento, ma non possiamo esimerci, avendo vissuto in prima persona l’intero iter, dal consegnarLe le seguenti considerazioni inerenti fatti incontrovertibili, utili per la realizzazione del suo mandato.
È necessario fare un passo indietro per raccontare come si sia arrivati a questo punto. Il 27 settembre del 2019, in una tumultuosa seduta dell’Assemblea Territoriale Idrica viene approvata la nascita dell’Azienda Speciale Consortile. Nella stessa seduta per poco non si arriva alle mani quando si è passati alla discussione per il riconoscimento dei requisiti dell’art.147 comma 2 bis, (gestione in autonomia del servizio). La seduta viene sospesa per ben due volte per far rasserenare gli animi e poi si decide di rinviarne la discussione ad una data successiva. Dopo quasi un mese l’Assemblea viene riconvocata e questa volta, per miracolo, la seduta si svolge in un clima di assoluta serenità e condivisione. Cosa sia successo nel frattempo perché si andasse tutti d’amore e d’accordo non è dato sapere, ma tant’è. L’Assemblea decide illegittimamente, ma a larghissima maggioranza, di affidare la responsabilità di riconoscere questi requisiti agli uffici tecnici dell’Ati.
Passano mesi di silenzio da parte dell’ATI e dopo due lettere aperte del Coordinamento Titano, indirizzate alle Istituzioni regionali competenti, finalmente la Regione si decide ad applicare l’articolo 172 comma 4 del dlgv 152/06, il quale prevede, davanti a precise inadempienze da parte dell’Ati, che il Presidente della Regione ricorra al potere sostitutivo. In conseguenza di ciò arriva ad Agrigento la dott.ssa Di Francesco con l’incarico di approvare lo statuto dell’Azienda Speciale Consortile, di sciogliere il nodo legato al riconoscimento dell’art.147 e costituire la nuova Azienda con tanto di rogito notarile. Nel frattempo, perviene a tutte le Ati dell’isola una nota dell’Assessorato Regionale all’Energia con allegata una nota del Ministero dell’Ambiente, dove si elencano e si evidenziano quali debbano essere i requisiti da possedere da parte dei Comuni richiedenti, per avvalersi dell’art.147. La Commissaria, quasi non avesse ricevuto nessuna nota, suggerisce allo Studio di Progettazione che ha l’incarico di redigere la revisione del Piano d’Ambito, di farsi supportare dal Ministero dell’Ambiente per il riconoscimento dei requisiti ai Comuni richiedenti.
Noi restiamo semplicemente basiti. Il Ministero non ha già inviato una nota in tal senso? Non è a tutti noto che sette di quegli otto Comuni sono in stato di infrazione per aver disatteso la direttiva sui depuratori? Non sono stati alcuni Sindaci di detti Comuni che hanno dichiarato in una nota trasmissione televisiva di far pagare ai loro concittadini un canone a forfait (sic!) che non riesce a coprire nemmeno la gestione della depurazione (figurarsi seguire le direttive di ARERA)? Non è forse noto che alcuni Comuni ad oggi sono, del tutto o in parte, sprovvisti di impianto di depurazione? E potremmo continuare ancora. Nessuno è tenuto a conoscere tutte queste realtà vissute da molti dei Comuni che oggi richiedono l’autonomia gestionale, ma proprio in ragione di ciò, se si vuole conoscere lo stato della depurazione, ci si deve avvalere di un Ente Regionale appositamente creato ed esso si chiama Arpa, sia provinciale che regionale. Ci permettiamo allora, anche in ragione della disponibilità alla collaborazione offerta alla Sig.ra Commissaria, nell’incontro del 21 c.m. di suggerirLe di chiedere all’Arpa, territoriale o regionale di eseguire delle ispezioni per verificare le condizioni dei depuratori nei Comuni richiedenti l’autonomia. Possiamo garantirLe che Arpa non ha mai impiegato più di 1 o 2 giorni per tali verifiche e Le fornirebbe gli elementi necessari per decidere in accordo con quanto previsto nelle note del Ministero e dell’Assessore. Sarebbero inoltre dati tecnici e di rispondenza alle norme, cosa che il Ministero non può ottenere con il solo esame delle “carte”.
Da tutta questa elencazione di fatti non vorremmo essere indotti a pensare che si stia cercando di scaricare su altri la responsabilità di decidere chi possiede o no questi benedetti requisiti. Vi è a monte una certezza: questa non può e non deve essere una decisione di natura politica, ma di natura prettamente tecnica. Diventerebbe politica nel momento in cui si volessero mischiare le carte in tavola, sperando di sfuggire ad una realtà inoppugnabile. Chi è chiamato a governare detti processi non può non tenere in conto queste considerazioni. Se invece si seguiterà ad ignorarle, chiederemo di verificare all’Autorità Giudiziaria competente la sussistenza di responsabilità penali. Con questa semplice nota vorremmo richiamare tutti, oltre che la sig.ra Commissaria, alle proprie responsabilità.