di Rosario Manganella – già sindaco di Favara.
Manca, ormai, una manciata di mesi e a Favara saremo chiamati alle urne per rinnovare la massima assise cittadina ed il nuovo sindaco.
Sembra ancora molto presto per parlare di elezioni, ma, di fatto non è così, in quanto, in tanti, stanno riscaldando i muscoli per accaparrarsi uno scranno nella sala consiliare “Falcone e Borsellino” e la poltrona – quella più ambita – di primo cittadino.
Non so quanti degli attuali aspiranti ad un “posto al…sole” conoscano cosa li aspetti, e quale sia la situazione finanziaria dell’Ente, dopo il “dissesto finanziario” deliberato dalla sindaca Alba e dalla sua maggioranza.
Ed ancora: il personale, la viabilità, il Palazzetto dello Sport e la Piscina comunale (entrambi chiusi da anni). Mi fermo qui, perché il problema che voglio affrontare è un altro: quali forze scenderanno in campo e quali saranno le alleanze.
È nota a ciascuno di noi la grave e pesante situazione di crisi, quasi esistenziale, dei partiti storici e di quelli di recente formazione.
Tutti – chi più o meno – ma, comunque, tutti sono in profondo coma e, pertanto, non hanno più niente da dire agli elettori favaresi.
Non credo sia possibile – e, comunque, sarebbe inutile e dannoso – pensare alle “classiche” alleanze di centrodestra e/o di centrosinistra (ammesso che quest’ultimo esista ancora). In ogni caso, entrambe non sarebbero in grado di governale la nostra comunità locale.
Ci vuole fantasia, coraggio, intelligenza, abnegazione, senso di responsabilità e, non guasta, un po’ di modestia per aprire una nuova stagione politica.
Una nuova “stagione politica” nella quale devono essere direttamente i cittadini i nuovi protagonisti del loro futuro, senza nulla delegare a quei partiti che hanno ultimamente fallito nel compito di governare la cosa pubblica.
Nemmeno l’esperienza della sindaca Alba e del suo MoVimento a 5 Stelle è servito a nulla: anzi il danno di questi quasi cinque anni è davanti ai nostri occhi.
Ignoranza, pressappochismo e arroganza hanno prevalso al posto del nuovo modo di governare la Città. Basta, chiudiamola qui, almeno per il momento, perché è meglio. Meno male che siamo vicini alla fine di un incubo!
Ed allora quale dev’essere, a mio avviso, il nuovo percorso?
Semplice: i cittadini si approprino direttamente della gestione del potere della vostra/nostra Città.
Basta con i partiti farsa (e lo dice uno con 60 anni di militanza politica attiva!); basta con i gruppi di potere che hanno dominato le scelte dei partiti, facendo il bello ed il cattivo tempo e favorendo gli “amici”; basta con chiunque abbia soffocato la libera dialettica politica al proprio interno.
AI CITTADINI LIBERI, ALLE LORO ASSOCIAZIONI DEMOCRATICHE VA AFFIDATO IL COMPITO DI GUIDARE IL COMUNE.
Partire, dunque, dal basso, iniziando una nuova interlocuzione che abbia al centro: Favara e i suoi problemi da affidare al “civis” senza vincoli di appartenenza, perché a Favara non si decide la politica internazionale, ma solo i problemi dei suoi abitanti: le strade, la pulizia, i tributi locali, il personale, lo sviluppo del suo territorio, il turismo, la trasparenza degli atti amministrativi, la gestione oculata degli appalti, le scuole e così via dicendo.
Ed allora perché dividersi? Perché due cittadini con una formazione culturale diversa l’uno dall’altro, non possono governare insieme il proprio paese?
Se queste premesse sono condivisibili, perché non costruire attorno al “civismo” alleanze nuove in grado di progettare un programma amministrativo reale, concreto, assumendone assieme il governo della cosa pubblica.
Non penso, naturalmente, alle vecchie liste civiche, emanazione – nel passato – di gruppi che, spesso, non certo per nobili ragioni, uscivano dai partiti tradizionali.
Penso, invece, a liste di emanazione civili, composte da cittadini onesti, animati da sani principi che guardano il compagno vicino senza doversi guardare le spalle o turarsi il naso.
Queste breve considerazioni, suscettibili di ulteriori contributi possono essere il canovaccio da cui partire per aprire una nuova era politica a Favara.
A corollario di tutto ciò devo aggiungere, infine, che il Comune non può essere affidato – così come è capitato durante l’attuale sindacatura – a neofiti della politica, a persone che non hanno un minimo di esperienza amministrativa, ma occorre individuare una personalità di alto spessore politico e morale e che abbia una buona esperienza amministrativa (a scanso di equivoci, non parlo di me: non sono disposto a candidarmi), a cui affiancare nuove leve, desiderose di apprendere e di dare il proprio fattivo contributo e che, nel tempo, sostituiranno i “vecchi” amministratori.
La forza di questo progetto sta proprio nella saldatura di queste diverse generazioni
che si “mescolano” attorno alla “Civitas” per assicurarne una nuova rinascita ed il benessere dei cittadini.