Coordinamento Titano
E’ già passato un mese dall’incontro tenutosi all’ATI tra la Commissaria e i rappresentanti delle associazioni impegnate nella difesa dell’acqua pubblica. Un mese trascorso in sordina, nel quale, purtroppo, molte delle cose annunciate dalla Commissaria non sono avvenute. Quantomeno non nei tempi da Lei stessa annunciati.
La prima cosa che ha assicurato alla platea delle associazioni è stata la volontà di portare avanti il suo incarico con la massima trasparenza.
La seconda, che aveva prorogato di altri 7 giorni la diffida ad adempiere a quei comuni che non avevano ancora approvato lo statuto dell’azienda consortile.
La terza, che già alla fine del mese di ottobre ci sarebbe stata una bozza del piano d’ambito comprensiva di tutti i 43 comuni dell’ex provincia di Agrigento. Dopo 30 giorni non v’è notizia ne della trasparenza, ne di quanti comuni nel frattempo hanno dato seguito alla diffida e men che meno dello stato dei lavori attorno al piano d’ambito e alla preliminare definizione dei comuni in possesso dei requisiti per la gestione autonoma ex art. 147.
Eppure, per quel che vale, per l’accertamento tecnico dei requisiti agli 8 comuni ai quali l’ATI aveva preliminarmente (e illegittimamente) concesso la proroga della gestione autonoma, avevamo suggerito la via più breve, sicura ed in linea con le prerogative che la normativa assegna all’ATI, ovvero alla Commissaria. Quella cioè di rivolgersi all’ARPA provinciale o regionale per verificare se i depuratori di questi comuni fossero in linea con le direttive comunitarie. Inoltre, come suggerito dalla nota del ministero e dalla nota dell’assessore regionale al ramo, tutti i requisiti devono essere accertati CONTESTUALMENTE (devono esserci tutti in contemporanea) e con la massima precisione, senza prestare il fianco ad improbabili proroghe o dilazioni non previste da alcuna normativa. Dal momento che, come affermato dalla stessa Commissaria, l’art. 147 è chiaro e non si presta a fumose interpretazioni giuridiche e che in aiuto a ciò, sia il Ministero che la Regione, sono intervenuti con delle note ancor più chiare, come interpretare questi 30 giorni trascorsi nel silenzio?
Con grande rammarico, da questo punto di vista, l’operato della Commissaria appare, ad oggi, in continuità con i suoi predecessori all’ATI, fatto di opacità e di silenzi pesanti. Ma dal momento che il tempo scorre veloce e che manca poco più di un mese alla scadenza del 31 dicembre 2020, vogliamo sperare che questa apparente calma piatta si riveli alla fine gravida di buone notizie, attese dai cittadini dell’ambito non da pochi mesi, ma da almeno 14 anni. Se così non fosse, ribadiamo dal canto nostro quanto già anticipato in presenza della Commissaria, ossia il fermo proposito di ricorrere alla Procura della Repubblica in caso di decisioni che violino le norme di legge.
Il grande timore, alimentato dal silenzio istituzionale di questi giorni, è dato dal fatto che non possiamo permetterci il lusso di mancare l’obiettivo di fine anno posto dal Ministero e di perdere i finanziamenti previsti per il 2021/2027. Quelle somme (circa 300 milioni di euro per la nostra provincia) sono di vitale importanza per avviare i lavori di rifacimento delle reti colabrodo (dalle quali si perde dal 50 all’80% dell’acqua) e per la riprogettazione dei depuratori (la maggior parte dei quali fuori norma con grave danno alla salute dei cittadini e all’ambiente). Se l’azienda consortile che nascerà a breve non avrà accesso a questi fondi sarà costretta per legge a caricare i costi di tutti gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, nonchè degli investimenti necessari a non incorrere in ulteriori infrazioni, a carico dei cittadini, con conseguente aumento delle già salatissime bollette.
Questo scenario va assolutamente scongiurato. È necessario dunque rendere ai cittadini il loro diritto ad essere informati sullo stato dei lavori augurandoci che i timori, frutto delle recenti opacità, possano dissolversi come neve al sole.