Abbiamo ricevuto e pubblichiamo la lettera di un dipendente di Girgenti acque con la quale fa un’analisi corretta e veritiera su quanto è accaduto negli ultimi decenni nella storia del servizio idrico in provincia di Agrigento.
Pierluigi Giuliana
Il servizio idrico integrato nasce per ottimizzare e migliorare in costi e qualità l’offerta all’utente.
Partendo da questo principale concetto, analizziamo cosa è accaduto nei 23 Comuni gestiti da Girgenti acque dal 2007 anno di insediamento dell’Azienda ad oggi.
Facciamo l’analisi mettendo da parte i concetti di privatizzazione e di acqua pubblica perché ci porterebbero, in questo ragionare, fuori dalle valutazioni da fare.
L’Ato, oggi Ati, ad inizio della sua attività, circa 20 anni fa, aveva due problematiche da risolvere: fare investimenti sulle condotte colabrodo per contenere le perdite che si aggiravano per fare qualche esempio ad Agrigento intorno al 50 per cento e, addirittura, a Sambuca di Sicilia all’80 per cento; altro problema i costi del servizio.
Dall’inizio dell’attività gestionale di Girgenti acque ad oggi, di investimenti si è visto pochissima cosa, se non le necessarie riparazioni di routine, le reti idriche interne alle città sono rimaste tali, veri e propri colabrodo.
Nello stesso arco di tempo, cioè dal 2007 ad oggi, pur rimanendo le turnazioni, le stesse sono state ridotte in modo significativo.
Tredici anni fa, i turni erano lunghi mediamente di dieci giorni.
Per diversi mesi in Via Cavaleri Magazzeni l’acqua fu erogata con intervalli che toccarono i 20 giorni (dati storici certi, rintracciabili attraverso semplice ricerca sul web).
Con nessuno investimento le turnazioni sono migliorate attraverso il lavoro e la professionalità dei lavoratori.
Diversamente, considerata l’assenza degli investimenti, il miglioramento può essere solo attribuibile ad un miracolo.
Madri e padri di famiglia che hanno lavorato con dedizione e passione, spesso in condizioni di vero sacrificio e umiliazione.
Circa 305 lavoratori sono stati utili nel processo di miglioramento del servizio, mentre dalla politica non è arrivato nulla che potesse dare ulteriore contributo alla qualità dello stesso servizio.
Adesso, la nuova organizzazione del personale prevede la riduzione da 305 a 203 e, nello stesso tempo, l’aumento dei Comuni da servire dagli attuali 23 ai futuri 40.
Questo disegno oltre a rappresentare una notevole perdita occupazione è un danno certo all’utenza perché inevitabilmente subirà una caduta nella qualità del servizio.
Si ritornerà al passato, quando tutti vogliamo andare avanti per il rilancio economico e occupazionale del territorio della provincia di Agrigento.