Anche Agrigento avrà presto il suo parco giochi inclusivo.
La buona notizia è arrivata in queste feste di Natale ed è stata accolta con entusiasmo dal sindaco Miccichè e dalla sua giunta.
Un parco giochi inclusivo è un luogo in cui tutti i bambini trovano, ognuno con le proprie abilità, concrete opportunità, oltre che di gioco, anche di relazione e dove gli adulti possono prendersi cura di loro. Non esistono aree dedicate esclusivamente a bambini con disabilità, ma giochi per tutti, poiché nessuno di essi può essere specificatamente individuato per disabili.
Con la prima graduatoria, approvata lo scorso novembre, con una copertura finanziaria di 3,8 milioni di euro, erano state ammesse 96 istanze e Agrigento non figurava fra queste.
Grazie ad una dotazione finanziaria aggiuntiva di 2,6 milioni di euro, l’assessorato regionale alla Famiglia è riuscito a finanziare altri 68 parchi inclusivi in Sicilia, per un totale di 163 comuni dell’Isola. “Con queste ulteriori risorse – ha detto l’assessore regionale Antonio Scavone – riusciamo ora a finanziare tutti i progetti che arrivano al punteggio di 61, consentendo così a buona parte della Sicilia di dotarsi di un parco giochi inclusivo”.
I 163 comuni finanziati fino ad oggi riceveranno un contributo nel limite massimo di 50 mila euro con cui si potrà costruire ex novo un parco giochi o adeguarne uno già esistente con lavori inerenti i percorsi e le rampe di accesso all’area gioco, la pavimentazione e gli stessi giochi.
Il Sindaco Miccichè sottolinea, in relazione a quanto sopra, di aver semplicemente reso noto, nell’interesse della città e dei cittadini, l’arrivo di un finanziamento regionale di 49 mila euro per la realizzazione di un parco giochi inclusivo.
Un finanziamento -precisa- che si è ottenuto “solo” per l’aumento del fondo da parte dell’assessorato regionale alla Famiglia.
Senza questo aumento – evidenzia il primo cittadino – Agrigento, anche questa volta, sarebbe rimasto fuori: Il progetto che era stato presentato nel 2019, infatti, è finito in coda alla graduatoria e solo così si è potuto recuperare.
Circa i finanziamenti di Agenda urbana-aggiunge- sarebbe stato carino conoscerli appena insediati per poterci lavorare subito. Ma -lamenta- non c’è stato un vero passaggio di consegne che ci avrebbe informati sulle azioni da intraprendere con urgenza per cui quello che riusciamo a trovare è solo frutto del lavoro di ricerca che siamo costretti a fare quotidianamente negli uffici comunali e nella posta.
Franco Miccichè conclude le sue puntualizzazioni con una affermazione semplice: noi sappiamo che esiste una continuità amministrativa. Ma sappiamo anche che non tutto quello che è stato fatto in passato è andato o sta andando a buon fine. Ce la stiamo mettendo tutta per recuperare quello che di buono c’è stato, ma vogliamo anche programmare la nostra attività per i prossimi cinque o dieci anni. E solo allora possiamo venire giudicati, com’è giusto che si faccia adesso con l’amministrazione passata. Oggi sono trascorsi solo 65 giorni di sindaco e 55 di assessori, mi pare un poco presto per portarci al plotone d’esecuzione. Stiamo lavorando su quello che rischia la scadenza e cominciamo a pensare a quello che faremo nei prossimi anni. Nell’interesse della città bisogna darci tempo.