E’ stata più sicura con reati in calo nel 2020 la Provincia di Agrigento con una percentuale dei crimini commessi in rapporto alla popolazione del 2.93%, inferiore alla media nazionale che si è attestata al 3,77%. In calo quasi tutti i reati come gli omicidi -33%, i furti -35% e le lesioni -12%; lieve incremento soltanto per gli incendi dolosi +1%, le truffe e le frodi informatiche +3%.
Questi i dati del rapporto annuale stilato dalla Questura di Agrigento guidata da Rosa Maria Iraci. Un anno sicuramente anomalo il 2020 a causa della pandemia da coronavirus, intenso e e per certi versi più complicato da gestire che ha impegnato al massimo donne e uomini della Questura di Agrigento.
Ma andiamo vedere nei particolari le varie attività il lavoro svolte in provincia di Agrigento partendo dai numeri. Il trend, dei reati in generale è in notevole calo, si è passati infatti dagli 11.413 del 2019 ai 9.512 dell’anno in corso con un -16,16. Nel particolare: Furti 2.133 -33%; Rapine 51 -35%; Danneggiamenti 109 =%; Lesioni personali 439 -12%; Violenze sessuali 23 -4%; Incendi 39 +1%; Truffe e Frodi informatiche 1.254 +3%.
L’attività di contrasto alla criminalità ha portato 1.309 denunce con 478 tra fermi ed arresti. In aumento anche l’attività dell’Ufficio Misure di Prevenzione, 32 le Sorveglianze speciali, 159 gli Avvisi orali del Questore, i Daspo sono stati 94, mentre i Dacur (Divieti di accesso nelle aree urbane) sono passati da 3 a 25; 1.030 il collocamento in strutture di minori stranieri non accompagnati. Intensa l’attività di ordine pubblico e di servizio per il trasferimento di migranti: 303 servizi effettuati con l’impiego di 3.112 poliziotti per il trasferimento di 20.972 migranti.
Intensa l’attività di controllo del territorio da parte della Sezione Volanti della Questura di Agrigento e dei Commissariati con 96.938 persone identificate, 48.247 veicoli controllati, 43.592 controlli domiciliari, 4.784 interventi di soccorso pubblico, 1.655 persone denunciate e 157 arresti effettuati.
Importanti risultati sono stati ottenuti dalla Divisione P.A.S.I (Polizia Amministrativa Sociale e dell’Immigrazione); dall‘Ufficio Immigrazione; dalla Polizia Stradale di Agrigento e dai Distaccamenti di Canicattì e Sciacca; dalla Polizia Ferroviaria e dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni.
Diverse le operazioni di Polizia giudiziaria portate a termine dalla questura di Agrigento nel corso dell’anno appena trascorso. A fine dicembre 2019 era scattata l’operazione contro un giro di usura a Canicattì intervenendo in un’indagine avviata già dalla Compagnia dei Carabinieri della città dell’uva Italia procedendo al fermo di polizia giudiziaria di due fratelli di Canicattì e al sequestro di denaro titoli per un importo di oltre € 420.000,00.
A febbraio l’operazione “Bad and Babies” conclusasi con l’arresto di 3 componenti di una famiglia agrigentina per favoreggiamento della prostituzione in quando concedevano in locazione immobili di loro proprietà nella consapevolezza dell’attività che si svolgeva. Nel mese di giugno l’operazione “Casuzza” un’importante attività per il contrasto del traffico di stupefacenti conclusasi con misure cautelari nei confronti di 15 soggetti gravitanti tutti nel territorio di Favara ritenuti responsabili a vario titolo di traffico e spaccio di stupefacenti.
Nel luglio scorso veniva effettuata l’operazione “Torturatori Bangladesh”, nell’ambito di un contrasto dell’immigrazione clandestina si scopriva un organizzazione criminale transnazionale dedita al traffico di esseri umani, eseguito il fermo di due soggetti responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla gestione di un centro di prigionia in Africa e tratta di persone. Sempre nel luglio 2020 si è fatta luce sull’omicidio di Salvatore Azzarello avvenuto nell’agosto del 2017 acclarando le responsabilità anche in relazione all‘omicidio di Enrico Rallo avvenuto nel novembre del 2015. A settembre invece è stata portata a compimento un’indagine relativa all’omicidio di Pasquale Mangione avvenuto a Raffadali nel dicembre del 2011.
Degna di particolare attenzione l’operazione del settembre scorso denominata “Mosaico” inerente il contrasto della criminalità organizzata e mafiosa relativa a un’attività investigativa durata ben 4 anni, svoltasi tra il Belgio e la Sicilia in ordine ha una faida interna scoppiata in seno al gruppo criminale con l’esecuzione di 4 ordinanze di custodia cautelare in Italia e 3 in Belgio. Le indagini che riguardano la nota vicenda di ben 5 omicidi e 5 tentati omicidi consumatisi tra Favara e Belgio a partire dal 2015.
A Canicattì proprio qualche settimana fa sono stati arrestati i due autori di una duplice rapina aggravata ai danni di un impianto di distribuzione carburante accusati anche di resistenza e lesioni personali a pubblico ufficiale. Presso la struttura di accoglienza dei migranti Villa Sikania si è proceduto anche al fermo di polizia giudiziaria di due minori stranieri che si sono resi responsabili in concorso tra loro con altri minori dei reati di rapina, estorsione, sequestro di persona nei confronti di altri ospiti dello stesso Centro di accoglienza migranti. Infine a Naro sono state denunciate 38 persone che hanno organizzato una corsa clandestina di cavalli.