Leonardo Sciascia è stato uno dei maggiori scrittori del secolo XX e non solo. Su questo non si discute. Oggi, infatti, in occasione del centenario della sua nascita, sono molteplici le iniziative locali e nazionali per celebrare una delle menti più illuminate, limpide e indipendenti che sia mai esistita nel panorama letterario italiano. Con lo storico e ricercatore Pasquale Cucchiara proveremo ad aggiungere qualche curiosità che lega Leonardo Sciascia alla città di Favara.
“Secondo me, Sciascia non ebbe mai una buona considerazione del nostro paese per via del suo alto tasso di criminalità – esordisce Cucchiara – non a caso, nel libro “Occhio di capra” (Adelphi, 1984), scrisse: Favarisi: di Favara, grosso paese a circa 20 chilometri da Racalmuto. Si dice: <<favarisi, tutti mpisi>> (favaresi tutti da impiccare). E meno si allude alla mafia, che vi è endemica e prospera, e più alla faide tra famiglie continue ed atroci fino a pochi anni addietro”.
Inoltre, la mia supposizione è rafforzata da quanto Leonardo Sciascia ribadì nella postfazione al libro di Antonio Russello “La luna si mangia i morti”, pubblicata sul quotidiano “L’ Ora” il 2 marzo del 1961: Favara, in provincia di Agrigento, ha avuto finora due elementi di notorietà: laver per anni mantenuto uno degli indici più alti, in Sicilia, di infrazione del diritto e laver dato i natali al professore Gaspare Ambrosini, che del diritto è maestro e ora, in quanto giudice costituzionale, custode. Una vera e propria situazione pirandelliana”.
Quello che è certo è che Sciascia trovò l’amore a Favara.
“A riportare alla luce questo spaccato di storia annodato allo scrittore di Racalmuto è stato, proprio su questo giornale, Pino Sciumè – ricorda Cucchiara – che, meticolosamente, ha studiato le carte e interrogato le fonti orali. Le carte sono tratte dal biografo ufficiale di Sciascia, ovvero Matteo Collura, mentre le fonti orali sono due attendibilissimi compaesani: il signor Martino Castellana (scomparso ultranovantenne circa 6 anni fa), collega per 7 anni del suocero dello scrittore e Francesco Lanza ultimo discendente della famiglia Bennardo-Bellavia-Piscopo-Lanza che, ancora oggi, vive nello stabile che lo scrittore frequentò per diversi mesi”.
Andiamo ai fatti.
“La famiglia di Maria Andronico, moglie di Sciascia, si trasferì a Favara in quanto il padre Salvatore prese comando presso la locale stazione dei Carabinieri – racconta Pasquale Cucchiara – il Maresciallo Andronico prese in affitto il secondo piano di uno stabile, sito in via Umberto, di proprietà della famiglia Piscopo.Maria insegnava a Racalmuto, frequentava le zie di Leonardo, anch’esse maestre, e viaggiava insieme ad una sua collega di Favara che aveva una relazione con il celebre scrittore. Quando Leonardo conobbe Maria se ne innamorò perdutamente tanto che, nel maggio del 44, Maria rimase incinta, Leonardo chiese la sua mano al padre e si sposarono in semi clandestinità a Caltanissetta. Secondo le affidabili fonti orali consultate da Pino Sciumè, Leonardo frequentò, nei primi mesi del 1944, la casa di via Umberto e approfittò della fornitissima biblioteca del nonno del signor Francesco Lanza, Felice Piscopo, appartenuta al suo antenato Felice Bernardo che peraltro fu primo Sindaco di Favara dopo l’Unità d’Italia (dal 1861 al 1862)”.
Alcune notizie arrivano anche da Gaspare Agnello, autore del libro “La terrazza della noce, ricordi di vita con Leonardo Sciascia” (Navarra, 2020).
“Il professore Agnello anch’egli illustre scritture e studioso fu grande amico di Leonardo Sciascia – evidenzia Cucchiara – ha saputo da un edicolante favarese che Nanà, (Sciascia) attinse a piene mani alla libreria della famiglia Piscopo divorando moltissimi libri che non poteva avere a Racalmuto, anche se una sua zia era maestra e quindi era fornita di una discreta libreria che non poteva essere capace di soddisfare le esigenze culturali del giovane Sciascia che, aveva trovato grandi elementi formativi a Caltanissetta dove insegnava Vitaliano Brancati che lui apprezzava moltissimo. Per la cronaca – ricorda ancora Cucchiara – Pino Sciumè propose all’attuale sindaca di Favara, di collocare una targa accanto alla porta di ingresso di via Umberto per scolpire nella memoria collettiva l’episodio che, più di tutti, lega Sciascia alla nostra città. La sindaca diede disponibilità ma sembra che abbia dimenticato la sua promessa”.
Anche un’altro illustre favarese ebbe una sincera amicizia con Sciascia, Calogero Boccadutri.
“Leonardo Sciascia ebbe per Boccadutri profonda stima – scrive Cucchiara – il loro rapporto si consolidò a Caltanissetta durante gli anni più duri del fascismo. All’epoca, Calogero Boccadutri diresse una cellula clandestina del PCI nella quale militarono Leonardo Sciascia, Emanuele Macaluso, Gaetano Costa, Niccolò Piave e Pompeo Colajanni. Alla morte di Elio Vittorini, in polemica con la direzione del PCI, Leonardo Sciascia scrisse: Vittorini era rimasto solo dopo aver abbandonato il PCI, non perché gli venivano a mancare i Togliatti ma perché venivano a mancare i Boccadutri. Sciascia, in un’intervista concessa a “Mondo Operaio”, dichiarò: A tutt’oggi ho delle remore a polemizzare con il PCI se penso alla gente, ai Boccadutri che ci stanno dentro”.
Facciamo un passo indietro e ritorniamo sulla postfazione che Sciascia scrisse per Antonio Russello.
“Lo scrittore favarese, ritenne, a torto, che Sciascia lo avesse voluto definire scrittore folcloristico mentre, invece, in quella recensione, lo scrittore di Racalmuto vide tutta la grandezza di Antonio Russello. – afferma Cucchiara – Sciascia era un uomo influente nel mondo della letteratura e, soprattutto, non era geloso dei successi degli altri e certamente lo avrebbe potuto aiutare ad essere riconosciuto come il grande scrittore che in effetti è stato, se Russello avesse capito l’importanza di quella recensione.
Quest’anno ricorre anche il centenario della nascita di Antonio Russello. Dunque, sarebbe bello riprendere l’idea di Pino Sciumè, proprio nell’ambito di questa importante ricorrenza, per pacificare idealmente i due grandi scrittori siciliani che sono nati tutti e due nel 1921″.