Le misure di contrasto alla diffusione del Covid 19 hanno provocato difficoltà di intensità diversa da comparto a comparto. Criticità già latenti si sono approfondite, altre si sono manifestate improvvisamente.
I livelli occupazionali e di reddito, per ora tutelati dai provvedimenti governativi di blocco dei licenziamenti e dal ricorso agli ammortizzatori sociali, verranno prevedibilmente intaccati dalla diminuzione della domanda estera e dalla flessione dei consumi interni accentuando povertà e insicurezze.
Una risposta alle crisi aziendali viene dall’esperienza dei workers buyout (wbo), imprese rigenerate in forma cooperativa che vedono protagonisti gli ex dipendenti divenuti soci. Uno strumento che in 35 anni dalla definizione legislativa ha dimostrato la propria efficacia contribuendo a mitigare gli effetti della crisi e a guardare al futuro.
CGIL ,CISL , UIL, LEGACOOP , CONFCOOPERATIVE E AGCI , in questo senso, hanno siglato un accordo interconfederale per promuovere la diffusione e il consolidamento dei #workers #buyout #cooperativi.
Nell’Accordo di riforma del quadro di Relazioni Industriali le organizzazioni sindacali e le centrali cooperative hanno infatti condiviso che “il modello di impresa cooperativa rappresenta una delle possibili risposte alla più generale questione del lavoro nel nostro paese e che i WBO devono diventare una delle strade da percorrere per affrontare situazioni di crisi aziendale, difficoltosi ricambi generazionali, situazioni legate al riutilizzo di beni confiscati alla criminalità organizzata.
Tra l’altro nelle novità introdotte dalla legge di Bilancio 2021, oltre ad un ulteriore rafforzamento dei fondi per le agevolazioni erogabili a sostegno di iniziative di WBO, è stata introdotta anche l’ipotesi di aziende i cui titolari intendano trasferirle ai lavoratori a prescindere dalla sussistenza di uno stato di crisi.
L’Accordo parte quindi dalla comune volontà di rafforzare questo strumento, attivando congiuntamente iniziative che le parti insieme devono mettere in campo per una azione condivisa di carattere strategico e sistemico sotto il profilo istituzionale, ai diversi livelli, per la promozione e sensibilizzazione dei WBO, sul piano informativo e formativo, di monitoraggio delle situazioni in particolare di crisi aziendale, attivando in particolare a livello territoriale le proprie reti di consulenti, centri servizi, sportelli e strumenti di analisi al fine di verificare la fattibilità e la sostenibilità dei progetti di recupero d’impresa.
Un sostegno quindi al modello di impresa cooperativa ed alla autoimprenditorialità dei lavoratori nella cooperazione, in una fase complessa caratterizzata dalla emergenza sanitaria Covid-19 che ha pesanti risvolti sul piano economico ed occupazionale, che vuole essere un contributo concreto e una opportunità per lavoratori ed imprese, per concorrere al processo di coesione ed inclusione sociale di cui oggi il nostro paese ha quanto mai bisogno.
L’obiettivo condiviso ora trova base e appoggio in un accordo specifico appena siglato, che prevede anche la «nascita di un Tavolo di confronto nazionale permanente per monitorare l’andamento delle situazioni aziendali che potenzialmente potrebbero essere inserite in un percorso di wbo».
Il wbo – ossia l’operazione di trasferimento di imprese a rischio chiusura a favore di una cooperativa costituita da dipendenti che ne rilevano l’attività –, oltre alla soluzione di crisi aziendali, può aiutare a risolvere ricambi generazionali magari difficili, e al contempo diventare strumento che promuove e rafforza la democrazia economica e la partecipazione diretta dei lavoratori.
L’Italia è uno dei Paesi che conta il maggior numero di soluzioni alle crisi attraverso esperienze di workers buyout.
CGIL ,CISL , UIL, LEGACOOP, CONFOCCOPERATIVE E AGCI hanno ribadito di volere rafforzare l’accordo anche sul territorio della Provincia di Agrigento dove gli effetti della crisi pandemica e quindi anche sociale ed economica rischiano di avere conseguenze drammatiche sul piano della tenuta del sistema produttivo e sul futuro di centinaia di lavoratori.