Massimo Centineo
La gestione dell’igiene urbana è un servizio pubblico essenziale, indispensabile per la raccolta e trasporto dei rifiuti, oltre che per i servizi connessi di spazzamento, sanificazione strade, diserbo, ecc. Come tale, quindi, dev’essere programmato e gestito in modo ottimale, a prescindere dalle linee politico/amministrative che ne regolano la sua attuazione. A ciò bisogna poi pensare di ridurre l’uso delle materie prime naturali, di cui il pianeta si va progressivamente impoverendo, utilizzando “materie prime secondarie”, prodotte da scarti/residui/rifiuti. Per incrementare questo tasso di circolarità ci vogliono impianti di trasformazione dei rifiuti finalizzati al loro recupero, partendo in particolare dai rifiuti da raccolta differenziata. Il nostro territorio di queste progettualità ad oggi purtroppo ne è sprovvisto, o quantomeno poco o peggio ancora mal servito. Da qui nasce l’esigenza a reperire più fondi possibili, affinché si possano concretamente programmare progetti da presentare coi bandi del prossimo Piano Nazionale di Ripresa del Ricovery Fund. Un’occasione, questa, unica e irripetibile che assolutamente non bisogna farci sfuggire.
Intanto la situazione attuale della nostra città, però, non può assolutamente essere lasciata a bagnomaria. Il settore dei rifiuti se mal gestito porta al collasso tutto. Apre una continua emergenza sanitaria, distrugge il decoro urbano e quindi l’economia di un intero paese. Porta un’intera comunità ad una perenne sofferenza economica-sociale per mancanza di introiti o peggio bloccando stipendi di parecchi lavoratori che non percepiscono il dovuto per colpe che partono proprio da una gestione irresponsabile di un servizio primario. Con quell’obbligo di garantirlo che spesso viene mandato a farsi solamente benedire!
Partiamo con ciò che si può fare sin da subito, nel dire che: una cosa é la riscossione dei tributi e la lotta all’evasione; un’altra cosa è l’ordine pubblico e rispettare l’ambiente evitando le discariche.
I MASTELLI DEBBONO ESSERE CONSEGNATI A TUTTI!
Diamo quindi i mastelli a tutti, così non sporca più nessuno. Ricordiamoci che i mastelli li abbiamo già pagati, a prescindere se sono stati consegnati o meno. E il servizio del ritiro dei rifiuti è calcolato considerando pure tutti coloro che finora non hanno mai pagato. Dobbiamo fare in modo che Favara finisca di essere un monnezzaio. Oltretutto questa azione non graverebbe sul costo che già dobbiamo pagare alle ditte. Un’altra cosa è la situazione tributaria degli evasori, la quale non cambia col non consegnare i mastelli.
Detto questo, il cittadino si deve poi mettere nelle condizioni di potere pagare. Questo non deve eludere ovviamente un sevizio adeguato che deve risultare efficiente e a passo coi tempi. Favara ha un’organizzazione del sistema tributario che fa acqua da tutte le parti. Il suo sistema informatico è inadeguato ed il personale insufficiente e non formato nel gestire un settore fondamentale per il Comune, il quale risulta essere oramai l’unico reale introito economico per le proprie casse. Sapere poi che l’ufficio tributi esternalizza il servizio di stampa, imbustamento e recapito di ogni atto amministrativo, con una spesa non lontana dal mezzo milione di euro negli ultimi cinque anni, fa tanto arrabbiare, pensare e riflettere.
Ad oggi purtroppo il Comune deve bollettare ancora il saldo TARI 2019 e 2020! Cosa per niente accettabile. Bisogna provvedere ad una soluzione che dia intanto la possibilità di potere pagare mensilmente il tributo, avendo così migliore garanzia di reale incasso, attuando ovviamente i dovuti passaggi politico-amministrativi, con i quali si debbono imporre soluzioni ed approvazioni immediate con scadenze fissate ed improrogabili. Poi – questo però può essere pensato per un futuro – accollerei la bollettazione alle ditte che si aggiudicano l’appalto – se non subentra una eventuale gestione in house del Comune – cosa che ad oggi non si è mai fatto.
Delle soluzioni fattibili ed immediate per ridurre il tributo potrebbe risultare per le utenze non domestiche di usufruire di una riduzione, dimostrando di avviare autonomamente a recupero i rifiuti assimilabili agli urbani; facendo contratti con ditte private autorizzate che preleverebbero tutto ciò che risulta essere riciclabile spesso a costo zero. Per le utenze private si potrebbe pensare ad un conferimento forzato in delle isole ecologiche in comune, in modo da essere meno dipendenti dal servizio a pagamento delle ditte appaltatrici.
Ci sarebbero tante cose da potere fare. Dopo averle pensate, bisogna ovviamente verificarne la congruenza e la relativa realizzazione che deve essere portata avanti da chi ci governa, sia a livello Locale che Regionale e Nazionale. Ed è da qui che comincia il vero motivo di questo nostro malessere, dove si deve partire con una reale progettualità che chiede quel ricambio generazionale e culturale nelle Pubbliche Amministazioni e nella Politica da parecchio tempo disatteso.