La rivista Quaderni del Mediterraneo pubblica uno studio di Calogero Saverio Vinciguerra e Loretta Dolcini dal titolo “Dalla Fortezza di Claramunt in Catalogna alla Torre del Salto in Sicilia, Nemesi per una famiglia” sulle origini della famosa famiglia dei Chiaramonte,
E’ uscito in questi giorni il numero 20 della rivista annuale di studi e ricerche sul patrimonio artistico italiano Quaderni del Mediterraneo, diretta da Paolo Giansiracusa .
Nel ricco e composito indice dei contenuti appare un saggio riguardante le figure dei conti Manfredi e Giovanni Chiaramonte le cui vite si sono intrecciate appassionatamente con la storia trecentesca della Sicilia. L’origine della famiglia viene fatta risalire dai più al periodo della immigrazione normanna basandosi su una fonte peraltro autorevole come lo storico Agostino Inveges vissuto nel XVII secolo, ma molti autori, anche recenti, non hanno condiviso la sua ipotesi tanto che per molti aspetti la provenienza dei potentissimi Chiaramonte appare ancora incerta.
Lo studio condotto da Calogero Saverio Vinciguerra e Loretta Dolcini porta a concludere, anche con l’appoggio di carte inedite conservate in Spagna e in Francia la possibile provenienza dei giovanissimi Manfredi e Giovanni insieme al padre Guilleume de Claramunt, uno dei nobili più antichi di Catalogna e più vicini al re Pietro d’Aragona e alla consorte Costanza di Svevia nella fase di riconquista del governo dell’isola, insieme ai Moncada, Cardona, Queralt, ed altri, tutti destinati ad insediarsi per secoli nell’isola.
Questa proposta, anche se non cambia i singoli eventi storici più o meno noti, porta tuttavia con sé importanti conseguenze sul piano delle valutazioni storico politiche, religiose, artistiche e culturali di un secolo unico per le vicende siciliane. La ricerca dei due autori parte dalla storia catalana della potente famiglia e ne ripercorre alcuni tratti salienti. I Claramunt, ancora oggi proprietari della omonima Fortezza nel distretto di Barcellona, furono infatti protagonisti di fatti salienti della storia del Duecento, non solo presero parte alla redazione della carta di costituzione del principato d’Aragona nel 1068, una delle più antiche d’Europa ma fecero parte di tutte le guerre espansionistiche della corona aragonese, grazie alle quali accrebbero possedimenti, castellanie e ricchezze, anche come militi dei principali ordini cavallereschi.
Ripetutamente salirono tutti gli onori dell’ordine dei Templari assimilando la grande tradizione nelle abilità costruttive secondo i canoni architettonici cistercensi che rappresentavano le punte più avanzate dell’arte edilizia occidentale e della sua decorazione. Cultura, tradizione religiosa e artistica che verranno non solo trasposte in Sicilia, ma qui daranno seguito ad eventi e monumenti di eccezionale levatura in competizione con la produzione regale coeva.
La ricerca di recente pubblicazione intitolata Dalla Fortezza di Claramunt in Catalogna alla Torre del Salto in Sicilia, Nemesi per una famiglia, ha preso le mosse dal furto dello Stemma del Salto, avvenuto nel marzo dell’anno scorso, il cui disegno, un monte sovrastato da un fiordaliso, è lo stesso della torre catalana.
Il professor Calogero Saverio Vinciguerra, artista e docente nato a Favara vive a Firenze e da lungo tempo si dedica a ricerche su argomenti inesplorati della storia siciliana; in questo ambito lavora in sodalizio con la professoressa Loretta Dolcini, storico dell’arte che a un lungo curriculum al servizio delle istituzioni nazionali, ha sempre affiancato studi e pubblicazioni di iconologia volti a illuminare monumenti d’arte particolarmente criptici.