Prima di tutto ci preme fugare ogni ambiguità sulla proposta di legge attualmente in discussione in Parlamento, che all’art.19 vorrebbe abrogare il comma 2 bis dell’art.147 dlgs.152/06, ovvero togliere ogni possibilità di gestione autonoma ai comuni che ne avrebbero i requisiti. Questa proposta non ci trova d’accordo perché iscritta in un disegno più ampio di progressiva marginalizzazione dei popoli e delle loro volontà tramite l’espropriazione agli enti locali delle prerogative che sono loro proprie (magari accentrando il potere nelle mani di pochi soggetti privati senza legittimazione democratica).
Gli enti locali, lo sappiamo, non sono perfetti e non sempre sono un esempio di gestione oculata della cosa pubblica, ma costituiscono un potere vicino ai cittadini, rispetto al quale è ancora possibile proporre, controllare e protestare.
NON AUSPICHIAMO DUNQUE IL COLPO DI SPUGNA SUL 147 MA ABBIAMO CHIESTO E CONTINUIAMO A CHIEDERE LA SUA PUNTUALE APPLICAZIONE, CON L’ACCERTAMENTO TASSATIVO DEI REQUISITI DA PARTE DELLA COMMISSARIA E DELL’ATI! Se vogliono assicurare credibilità alle loro affermazioni, siano gli stessi Sindaci autonomisti a chiedere all’Arpa la sussistenza dei requisiti ed il rilascio finale di una relazione che ne certifichi la presenza.
Non può passare il principio del “chi grida di più ha ragione”. Questo consente di acquisire tanta visibilità e tanto consenso da parte dei propri concittadini ma metterebbe a rischio gli investimenti previsti per regolarizzare il funzionamento dell’assetto fognario-depurativo, per uscire dalle infrazioni europee e per eliminare le attuali enormi perdite sulle condotte!
Fatta questa doverosa premessa non possiamo far altro che segnalare, con forte preoccupazione, il precipitare delle condizioni di deterioramento del servizio reso dalla Gestione Commissariale a seguito dei provvedimenti del tribunale fallimentare, che impongono alla gestione prefettizia di farsi autorizzare preventivamente ogni voce di spesa da un Giudice Delegato, determinandone verosimilmente la paralisi.
Proprio per questo abbiamo più volte segnalato la necessità di accantonare velocemente la gestione commissariale in favore del nuovo gestore pubblico, ma ancora la Commissaria Regionale, l’Assemblea Territoriale Idrica, i Sindaci non producono il risultato da tutti da troppo tempo atteso. Anzi, recenti movimenti politici bipartisan (sia da ambienti di centro-destra che di centro-sinistra) hanno semmai dimostrato la volontà politica di contrastare in ogni modo la nascita della consortile pubblica ostacolando, con vari espedienti, la doverosa cessione delle reti del consorzio Tresorgenti (disposto dal Tribunale Superiore delle Acque con una sentenza del 2014, sette anni fa). OGNI GIORNO DI PERMANENZA IN VITA DEL CONSORZIO TRESORGENTI E OGNI GIORNO DI RITARDO NELLA COSTITUZIONE DEL NUOVO GESTORE PUBBLICO AGGRAVANO IL DANNO ERARIALE A CARICO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE E DI TUTTI COLORO CHE HANNO IL DOVERE DI AGIRE E NON AGISCONO.
Altro motivo di forte preoccupazione è la permanenza di gravi irregolarità all’interno del Piano d’Ambito, votato frettolosamente in extremis dall’Assemblea il 29 dicembre 2020. Essendo esso il documento sul quale si poggia la sostenibilità finanziaria del futuro Servizio Idrico non possiamo permetterci falle nel sistema. Il senso di responsabilità nei confronti dei loro cittadini, imporrebbe ai Sindaci la convocazione urgente di un’assemblea nella quale discutere ed emendare punto per punto tutte le illegittimità normative presenti nel Piano e assicurare loro un solido, economico, efficace ed efficiente servizio idrico pubblico.
Di seguito una sintesi dei punti che andrebbero attenzionati:
- Procedere senza più indugi all’accertamento dei requisiti ex art. 147
- Eliminare le proroghe temporali per l’adesione all’azienda consortile, non previste da alcuna norma, di un anno per nove comuni e di due anni per altri otto (fatte salve le gestioni salvaguardate previo accertamento dei requisiti)
- Dopo aver determinato in tal modo il numero dei consorziati nel rispetto della normativa, procedere alla determinazione IN ASSEMBLEA (e non per decisione del direttivo o dell’ufficio tecnico) del capitale sociale e delle quote spettanti i singoli consorziati e la nomina delle figure di vertice del consorzio.
- Assicurare la sostenibilità finanziaria di tutti i capitoli di spesa (dal costo del personale all’acquisto dell’acqua) procedendo ad un accurato censimento della risorsa idrica di cui l’ambito dispone e non sulla base di STIME come previsto attualmente. Il censimento è propedeutico alla scrittura del piano perché non si è fatto prima?
COSA SI ASPETTA A FAR QUESTO? OGGI L’INTERA ASSEMBLEA TERRITORIALE HA LA GRANDE OCCASIONE DI
CHIUDERE I CONTI CON IL PASSATO DELLE PRIVATIZZAZIONI E DELLE INEFFICIENZE, E ASSICURARE AI CITTADINI UN SII PUBBLICO FINALMENTE DEGNO DI UN PAESE CIVILE! SINDACI SIATE RESPONSABILI, FATE GLI INTERESSI DEI VOSTRI CITTADINI!
Coordinamento Titano
Associazioni e Movimenti Aderenti
- Associazione “ Promoteo Ius” Favara – Comitato Cittadino Storico Biagio Platani –
- Comitato Fondachello Playa Licata – Gad Piccolo Teatro Canicattì – – Associazione Montevago Acqua e Vita – Cittadinanza Attiva di Casteltermini e Licata –
- Comitato Civico Acqua e Beni Comuni di Raffadali – Centro Studi De Gasperi Sciacca –