Maria Laura Maggiore, assessore comunale
Caro Direttore, con estremo rammarico credo sia corretto rappresentare alcune cose già puntualmente scritte dai vari giornalisti che collaborano con il giornale. “Nell’epoca dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario” scrisse George Orwell e per questa e per i diritti dei cittadini mi batterò sempre finché avrò fiato. Come dicevo oggi non ho voluto incontrare gli operatori perché avevo chiesto loro di aiutarmi ad invertire il trend a Favara. Favara è una città dalle mille contraddizioni ed è bellissima ma per fare un passo avanti ha bisogno della collaborazione di tutti, ognuno nel proprio ruolo o come diceva Giovanni Falcone “ognuno deve fare la sua parte piccola o grande che sia”.
A loro, gli operatori, primi interlocutori si è rivolta la mia attenzione perché in ogni città non ci può essere futuro laddove si viva in una condizione di degrado, specie ambientale. Li ho incontrati ogni giorno, in qualsiasi momento, a qualsiasi ora, per strada, al telefono, su whatsapp durante e fuori l’orario di lavoro purché effettuassero il servizio. E fino a quando ciò è successo non mi sono risparmiata, mai, non solo nel controllo e nel supporto ma anche nella programmazione delle doverose spettanze. Ho cercato di sensibilizzare cittadini ed attività commerciali al pagamento della TARI ed anche loro in un clima disteso e di responsabilizzazione comune. Venerdì mi sono trovata una porta chiusa in faccia perché è iniziata l’astensione arbitraria, l’ennesima.
Avevamo parlato, tanto. Avevo anche spiegato loro che i trasferimenti IMU ci avrebbero dato liquidità in attesa del fondo perequativo che ormai sembra una chimera. Ma loro hanno sbattuto la porta in faccia a me e a Favara. Io a loro avevo chiesto rispetto per la città e per i favaresi dando rassicurazioni non frutto dei trasferimenti regionali
Hanno, liberamente, hanno scelto un’altra strada e io con la serietà che mi contraddistingue in tutti i rapporti che intrattengo non accetto né accetterò mai che passi l’errato messaggio che loro scioperano e noi paghiamo perché scioperano.
Perché non è stato MAI così.
Noi abbiamo sempre pagato quando abbiamo avuto la liquidità per farlo.
Assenza di Liquidità che ho chiesto loro di verificare con me direttamente in Ragioneria. Li ho informati tempestivamente persino giovedì scorso dicendo di riaggiornarci a domani (venerdì).
E l’ho fatto con affetto sincero verso di loro perché mi sono persino affezionata a loro e alle loro storie.
Storie a volte dure, difficili.
A volte storie “disgraziate”.
So di chi fa studiare la figlia a Milano, di chi ha 5 figli, di chi è stato in galera, di chi faceva anche il trasportatore di carni per la sicilia.
E in un caso mi sono persino fatta dare una bolletta perché un operatore diceva di non poter pagare la luce salvo poi rendermi conto che era la rata di un finanziamento. Ed allora ho restituito il bollettino di 150 euro che avrei pagato se si fosse trattato di sussistenza. Quindi è la DONNA ad aver detto no
E la DONNA con la sua passione e il suo cuore ha deciso di riappropriarsi del ruolo per una volta perché si è resa conto, di essere profondamente stata delusa dalle persone di cui si era fidata per dare dignità ad un servizio. La DONNA si è resa conto che i suoi sforzi umani per queste persone non hanno avuto alcun valore.
Che le spiegazioni per cambiare rotta, insieme, per la città sono state vane. Che vani sono stati i tentativi di invertire la rotta insieme per restituire decoro alla città, ai favaresi e a loro stessi. Ecco perché non ho voluto incontrarli. Per la mia delusione umana. E perché si è incrinato il rapporto di fiducia che io riponevo nei loro confronti. Vede, caro direttore, nella vita si fanno degli investimenti e se le mie parole ed il mio impegno per loro non ha avuto valore incontrarmi oggi sarebbe stato l’inutile ripetitivo atto di un film già visto. Io a loro ho lanciato una sfida: invertiamo il trend. Insieme possiamo farcela per Favara e i Favaresi. E, devo essere sincera, anche perché non amo girare sempre le stesse scene. Ogni tanto è utile dare un finale diverso ai film. Ed io avrei voluto dare a questa storia un lieto finale per consegnare alla prossima amministrazione, chiunque essa sia, un servizio differente. Dipende da loro. Riprendano a lavorare ed io starò di nuovo dalla stessa parte con più impegno, se necessario, di prima perché il danno lo stanno facendo alla città.