Coordinamento Titano
Assistiamo attoniti e preoccupati all’evoluzione della vicenda del servizio idrico, dai risvolti a volte tragici, altre volte grotteschi, senza la possibilità di capire con quali esiti e quando potrà finalmente conclud¹ersi. Il tragico è dato dell’emergenza idrica siciliana incrociatasi con il “collasso” della gestione commissariale del SII ATI AG9. LE DUE EMERGENZE POTEVANO ESSERE BENISSIMO EVITATE PROVVEDENDO PER TEMPO E AGENDO NELL’INTERESSE DELLA COLLETTIVITÀ. Questo non avviene e ne abbiamo dato riscontro parecchie volte, ma l’aspetto grottesco è che devono risolvere il problema coloro i quali, con vari gradi di responsabilità, hanno determinato l’emergenza!
Cos’altro hanno fatto i Sindaci dell’ATI se non far collassare il gestore commissariato impiegando quasi 3 anni dalla risoluzione contrattuale con Girgenti Acque alla costituzione di AICA? Hanno prima fortemente osteggiato l’ipotesi di un commissariamento regionale, ma dopo sei mesi è stato lo stesso Direttivo ATI a farsi commissariare dalla Regione. Viene perciò nominata la Commissaria ad acta, ma dopo nove mesi e mezzo non ha ancora sciolto i nodi cruciali previsti dal suo incarico. Non ha sciolto il nodo delle gestioni autonome ex art. 147 contribuendo all’approvazione di un piano d’Ambito deficitario dei giusti presupposti di legge, con gravi conseguenze sull’assegnazione dei fondi europei e CAGIONANDO A TUTTO L’AMBITO UN DANNO ERARIALE ANCORA DA CALCOLARE. Questo sta ricadendo a cascata sull’Azienda Speciale Consortile, per la quale è stato redatto un Piano d’Ambito contenente dati non corrispondenti alla realtà attuale, LE ATTUALI TENSIONI CHE RIGUARDANO IL PERSONALE NE SONO UN CHIARO EFFETTO, così prefigurando una pessima futura gestione del SII e difficoltà di natura economico-finanziaria.
Per questo è necessario ORA sciogliere con serietà e responsabilità questi nodi, CON BUONA PACE DEGLI INTERESSI DI BOTTEGA DI QUESTO O QUEL SINDACO, altrimenti oggi non si sta facendo altro che preparare il terreno per una nuova futura emergenza e magari portare i cittadini a dover rimpiangere il gestore privato! RITENIAMO CHE QUESTO NON CE LO POSSIAMO NE DOBBIAMO PERMETTERE.
INSISTIAMO NELL’ISTITUZIONE DELL’UNITÀ DI CRISI PER COME RICHIESTO AL PREFETTO INSIEME ALLE ALTRE ASSOCIAZIONI! L’EMERGENZA IDRICA È GIÀ EMERGENZA SOCIALE E SANITARIA VISTO CHE RISCHIAMO DI RESTARE CON I RUBINETTI A SECCO PRIMA DEL 2 DI AGOSTO! A QUEL PUNTO CHI PUÒ IMMAGINARE COSA SUCCEDERÀ ALL’ORDINE PUBBLICO?
A meno che, nel marasma generale, i Sindaci e la Regione non tirino fuori dal cilindro la soluzione a questa GRAVISSIMA EMERGENZA, presentandola come l’unica strada percorribile, ovvero affidare tutto al consorzio Tresorgenti, in via “provvisoria” beninteso. QUESTA IPOTESI, FRUTTO DI INDISCREZIONI E DI MOVIMENTI POLITICI PIÙ O MENO SOTTERRANEI, È EVERSIVA! NON PERCORRIBILE! IL PREFETTO VIGILI SULLA LEGITTIMITÀ DELLE SOLUZIONI CHE SI ADOTTERANNO E SULLA LEGALITÀ DI TUTTI GLI ADEMPIMENTI PREVISTI PER LA CONCLUSIONE DEL PROCESSO COSTITUTIVO DI A.I.C.A. Il consorzio Tresorgenti è stato tenuto in vita obtorto collo in barba ad una sentenza del Tribunale Superiore delle Acque del 2014 che ne intimava la cessione al gestore (allora Girgenti Acque). Ha continuato ad operare CONTRA LEGEM con pochissime maestranze e senza la possibilità di effettuare nel tempo una manutenzione decente delle sue condotte, ha accumulato nel tempo INGENTI DEBITI CON SICILACQUE, il tutto con il consenso più o meno tacito degli organi di controllo (ATI e Regione). CON IL TRESORGENTI.