Sono state ore frenetiche di trattativa tra Aica e Curatela fallimentare per non lasciare a senza acqua l’intera provincia agrigentina.
Sarebbe stato trovato un accordo che ha fatto avvicinare le parti e che permetterebbe di non interrompere il servizio idrico dal 2 agosto, data dalla quale inizia l’operatività della novella “consortile.
L’accordo raggiunto mette in salvo quello tra sindacati a Aica a tutela dei 300 lavoratori. Non si conoscono data l’ora tarda mentre riportiamo la notizia, i particolari dell’intesa che ha visto avvicinarsi le posizioni della Curatela fallimentare con Aica. Ma, almeno, si sarebbe evitata la fumata nera che fino a tarda sera era probabile.
Una cosa ci pare strana. Come abbia inteso la Curatela fallimentare di tenere il coltello dalla parte del manico minacciando 450.000 persone agrigentine di chiudere i rubinetti? L’erogazione dell’acqua è un servizio pubblico essenziale e vitale. Anche il Tribunale si sarebbe messo sulle spalle qualcosa che cozza contro la legge.
Del resto, anche da parte dei sindaci c’era poco da fare i duri. Sono trascorsi tre anni tra tentennamenti, perdita di tempo, indecisioni, ritardi, superficialità. Tre anni in cui già da tempo doveva trovarsi definizione del nuovo gestore pubblico.
Forse, la notte ha portato il prezioso consiglio: tirando la corda con forte tensione si rischiava di spezzarla, a danno della popolazione agrigentina. A tutto c’è un limite e questo sarebbe stato trovato nelle ore piccole.
Intanto, è arrivato lo sfratto. La proprietà della sede della ex Girgenti Acque ha dato tempo fino a fine agosto. Adesso c’è il problema di cercare una nuova sede per ospitare gli uffici.
Filippo Cardinale