Riceviamo e pubblichiamo
“Apprendere che c’è qualcuno che vuole continuare il programma intrapreso, è uno dei motivi che ci convince ancor di più, qualora fosse necessario, a candidarci. Quindici anni di vuoto amministrativo che corrisponde a una voragine debitoria mai vissuta dal comune di Canicattì, ma che al contempo coincide con uno dei periodi più bui sia dal punto di vista amministrativo- politico che sociale , culturale ed economico.
In tutti questi anni abbiamo seguito le vicende che riguardano questa nostra comunità, dal punto di vista giornalistico, denunciando ed evidenziando storture e distrazioni (per utilizzare un termine gentile) inenarrabili. Canicattì , comunità tra le più operose presenti in Sicilia , non può meritarsi una classe dirigente di questo genere. La città ha bisogno di essere traghettata nel periodo post covid, puntando alla riorganizzazione della macchina amministrativa, al coinvolgimento di tutta la comunità in maniera seria , senza i soliti cerchi magici che servono a ben altra cosa.
Abbiamo scritto un programma elettorale di pugno e di pancia. Un programma vero, non scopiazzato da altri comuni come oramai da anni assistiamo. Un programma fatto a vestito sulla nostra città, a KM zero, che punta a fare tornare ad essere Canicattì uno dei comuni di punta della nostra Regione. Tra i punti a cui abbiamo dato priorità, la gestione dei rifiuti, ad oggi un vero fallimento che continua a costare alla comunità una valanga di soldi senza riceverne alcun beneficio.
Abbiamo chiara l’idea di dove stia il problema e altrettanto chiaro il fatto che fin qui non si è mai voluto risolvere. La candidatura di soggetti che in questi ultimi anni hanno amministrato con risultati che sono sotto gli occhi di tutti è un chiaro accanimento di una classe politica che ne gestisce le fila e che ritiene Canicattì oramai una propria roccaforte di voti e non solo. La nostra candidatura serve a scardinare questo sistema, interrompere questo circolo vizioso il cui prezzo altissimo è pagato dalla comunità.
Dobbiamo convincere chi affetto dalla Sindrome di Stoccolma, non riesce più a distinguere chi tiene prigioniera questa città, da chi la vuole liberare.
Riteniamo un dovere morale, un impegno preso con questa città che realmente ha richiesto la nostra discesa in campo, mettere a disposizione la nostra candidatura . Lo facciamo convinti di dovere affrontare il mostro dalle cento teste, di dovere disincrostare un tessuto politico amministrativo che in tutto questo tempo, nell’ottica di egoismi personali , ambizioni da soddisfare, equilibri da mantenere, ha costruito una fitta ragnatela che la comunità canicattinese non può più permettersi di mantenere.
Ci auguriamo che i candidati siano disposti al confronto pubblico, al fine di potere loro chiedere le tante spiegazioni che in questi anni non hanno mai dato ai cittadini, perché taluni si sono affidati al silenzio durato cinque anni, altri a mezzi di comunicazioni amiche le cui domande conoscevano già le risposte.
Noi ci rivolgiamo a un elettorato libero, ancora in possesso del proprio voto, perché non scambiato con promesse e inganni elettorali. Ci rivolgiamo a chi piuttosto che pensare al piccolo favore personale, abbia a cuore il benessere di un’intera comunità. Una vera rivoluzione sociologica e culturale, una grande scommessa che intendiamo portare fino in fondo”.