Siamo al paradosso con gli utenti del servizio idrico agrigentino, che dalla gestione pubblica si aspettavano la riduzione dei costi nella bolletta ed invece si inizia richiedendo il deposito cauzionale già pagato a Girgenti Acque.
L’utente vede il servizio nella sua continuità, ha versato il deposito cauzionale, non ha arretrati, è virtuoso e ha, dunque, il diritto prima di incassare i suoi soldi e dopo di ricomporre il nuovo deposito cauzionale. E non di pagare e po si vidi. Non può essere solo doveri e difficili diritti. Chi difende chi?
Intanto, nella prima bolletta, intestata Aica, gli utenti della provincia si sono visti addebitare, tra le spese del servizio di acqua e fognatura, anche quelle riguardanti il deposito cauzionale, la prima rata di quattro in totale. Ogni rata è di 11,50 euro per un totale complessivo di 46 euro.
Il problema sta nel fatto che gli utenti avevano già pagato tale deposito cauzionale a Girgenti Acque, quindi si tratterebbe di pagare una seconda volta una spettanza a cui gli utenti hanno già fatto fronte.
Per questo, ritenuto abuso, i cittadini hanno cominciato a contestare l’addebito, tempestando di telefonate, mail e raccomandate la sede dell’Aica chiedendo conto e ragione di questo ingiustificato esborso.
La gente si è anche rivolta alle associazioni dei consumatori che, a loro volta, si sono subito attivate chiedendo un incontro con i vertici dell’Aica nella speranza di convincerli che l’addebito in bolletta del deposito cauzionale non andava fatto.