Il parroco della Chiesa dei SS. Pietro e Paolo, don Marco Damanti ricorda, come più volte sottolineato nel tempo: “se dobbiamo fare la carità, dobbiamo saperla fare”.
Don Marco lamenta un comportamento cristallizzato e, pertanto, difficile da sradicare, ovvero “l’abbandono”, davanti al cancello della Chiesa, di indumenti vari che restando, in tal modo, esposti alle intemperie, allo sporco, agli animali… non possono, poi, essere distribuiti a chi ne potrebbe trarre giovamento.
Gli indumenti zuppi d’acqua, impastata con le sporcizie trascinate dal vento, diventano… immondizia, è chiaro (evidentemente non a tutti) che non possono essere consegnati a chi ne avrebbe bisogno, senza mortificarne la dignità.
“Se dobbiamo buttare le cose, buttiamole, non “abbandoniamole” davanti alla Chiesa per darli ai poveri, non è questo il modo di fare carità”- afferma con forza Damanti.
Ieri, ad esempio, l’ennesimo abbandono d’indumenti davanti al cancello della Chiesa è stato seguito da una breve, ma intensa precipitazione atmosferica che ha riempito i sacchetti rendendo inutilizzabile quanto ivi contenuto.
“Chi il sacchetto lo “abbandona” anziché consegnarlo al parroco, dopo aver fissato apposito appuntamento, – aggiunge – non ha consapevolezza di ciò che significa carità; i poveri hanno diritto alla pari di ogni persona in quanto tali, persone, e vanno rispettate; occorre saperla fare la carità, lasciare le cose davanti alla Chiesa non è carità”.