L’affermazione è di un serafico cittadino di mezz’età il quale, rimasto con il serbatoio a secco per via dell’annullamento del turno idrico, è stato costretto a chiamare un’autobotte privata, “a bonza”, anche perchè diversi tentativi con il centralino dell’AICA sono andati a vuoto, per cui si è visto costretto a chiamare e pagare il privato.
“La prossima bolletta non la pago – ci dice – niente acqua e niente soldi, anche perchè ho già pagato “a bonza”. E chi può dargli torto! Ha applicato una giusta regola che i latini sintetizzavano con il detto “do ut des” ovvero “dare per ricevere”. “Ricevo il servizio, ovvero l’acqua, e pago la bolletta; non ricevo il servizio, ovvero l’acqua, e con i soldi della bolletta compro la bonza.
Non vogliamo esprimerci sulla giustezza o meno di questo semplice ragionamento, ma, in verità, viene difficile pagare la bolletta per l’acqua che non arriva. A Favara avevamo quasi dimenticato i turni di distribuzione che si allungano o che certe volte saltano, o che l’acqua arriva senza pressione e non si riesce a riempire la cisterna. Da diverso tempo il servizio idrico a Favara, erogato da “Girgenti Acque” e dalla gestione Commissariale ,non aveva dato alcun problema, grazie anche alla capacità operativa degli addetti. Ma adesso con AICA, invece che migliorare, sembra che tutto stia peggiorando.
Sempre il cittadino che ha pagato “a bonza” ci dice di informare il sindaco Antonio Palumbo della situazione idrica che “si sta mettendo male”. Crediamo che il sindaco ne sia informato e che chiederà le giuste spiegazioni in sede AICA.