Non lo diciamo per piaggeria o per autoincensarci, ma il nostro Giornale, la Pagina e il Gruppo Facebook, il Gruppo WhatsApp sono, con nostro grande orgoglio, diventati l’Agorà, la piazza dove semplici cittadini, ma anche esponenti politici, sindacali, professionisti, donne e uomini di cultura e del mondo dell’associazionismo si confrontano, discutono, espongono le proprie idee e prospettano anche possibili soluzioni per migliorare il nostro territorio, la nostra società il nostro vivere quotidiano.
Da qualche giorno il problema dei rifiuti, certamente ancora non risolto, ha fatto posto all’atavico problema dell’acqua. L’input, lo stimolo o “a calunia”, è data dalla pessima gestione AICA e dai disservizi giornalieri che si registrano, specialmente a Favara, per le continue “rotture” della condotta ( e non solo) che fanno slittare e saltare i turni di distribuzione, oltre che la pazienza dei cittadini.
Oggi l’agorà si è infervorita e la discussione si è arricchita, ed a tratti accesa, con interventi di qualificati amici di SICILIAONPRESS che hanno espresso la propria idea, il proprio pensiero, ed anche “fatto arrabbiare”.
Tutto inizia con il post dell’ottimo Geometra Giuliana che annuncia: “Turni odierni interrotti a seguito riparazione Voltano in corso. Verranno ripetuti domani e quindi consultare sito AICA in giornata per la programmazione”. Vorremmo che ci fossero comunicati stampa ufficiali di AICA e non questa mancanza di comunicazione che AICA adotta. Vengono anche postate dal Geometra Costanza foto che mostrano il tentativo di intervento per riparare la condotta reso difficile dal terreno impervio ed anche pericoloso, pensando giustamente per prima cosa alla sicurezza mentre “l’acqua può aspettare”. Giustissimo infatti io stesso evidenzio che ”Nessuno mette in dubbio il lavoro di Giuliana, il suo e quello di tutti gli operai, ma quello che si contesta è il sistema che non funziona. L’utente, il Cittadino paga il servizio e lo vuole”.
Ed ecco aperta la discussione.
Alfonso Buscemi Segretario Generale CGIL Agrigento: “Il responsabile ha nome e cognome. Si chiama “sindaco” socio di Aica che in malafede non contribuisce economicamente alla ripartenza dell’azienda perché l’urgenza delle riparazioni senza soldi non di può affrontare. Il sindaco che ha fatto i passaggi necessari per avere il finanziamento…… e poi non lo trasferisce perché dice “non do i soldi a una società che rischia il fallimento” praticamente entrambi le tipologie di azioni contribuiscono a questo sfascio portandolo alla morte. Magari tutti i cittadini esasperati vorranno tornare al privato e così torneremo a lamentarci per i costi per il malaffare per il clientelismo. Per quanto ci riguarda aspetteremo qualche settimana che il Prefetto chieda loro cosa intendono fare poi il Cartello Sociale inviterà tutte le associazioni, i sindaci che credono e lavorano alla soluzione e tutti i cittadini a scovare questi due tipologie di sindaci. Ovviamente poi la parola passerà ai cittadini che partecipando potranno mettere paura a questi sindaci oppure potranno continuare a lamentarsi standosene a casa e a quel punto rischia di vincere chi vuole la privatizzazione con tutto quello che sopra ho paventato in termini di rischi”.
Alfonso Buscemi non dice “questo o quell’altro sindaco”, ma ne traccia la tipologia. Il collega giornalista Gioacchino Schicchi vorrebbe “Nome e Cognome” dei sindaci per non demonizzare o puntare l’indice accusatore così, a caso. Buscemi risponde: “L’incontro in Prefettura da noi richiesto serve a fare emergere chi è messo di traverso e nessuno potrà nascondersi”.
Antonio Palumbo, primo cittadino di Favara, essendo sindaco e quindi diretto interessato chiede chiarezza “Per evitare di creare cattiva informazione la prego di specificare di chi parla…. omissis… Non accetto lezioni da nessuno sulla volontà della gestione pubblica dell’acqua”. Chiarito il qui pro quo con il sindacalista, almeno credo, rispondendo ad una tendenziosa domanda di Luca Gargano su “cosa ha fatto il sindaco di Favara”, Palumbo aggiunge: “Mi sono fatto promotore di un incontro in Aica con i Comuni in dissesto finanziario, per trovare la soluzione giuridica per adottare la delibera da portare in Consiglio Comunale. Soluzione trovata. Lunedì la Delibera sarà pronta, dovrà poi passare dall’iter stabilito per legge: revisori, commissioni, consiglio comunale”.
Non poteva mancare l’intervento dell’avvocato Giuseppe Di Miceli, di Konsumer Italia: “Con tutto il rispetto delle Istituzioni, i veri soci di Aica sono i cittadini. Ma questi ultimi sono al collasso della pazienza in quanto non solo pagano le bollette e per quanto possono, in questo modo, sostengono un servizio che non c’è! Pagano l’acqua che si disperde ed inoltre saranno chiamati a pagare anche i debiti di una insana gestione dell’Aica (oltre al famoso “prestito”) dove tutti fanno del loro meglio ma intanto l’acqua nei rubinetti non scorre”..
Ci sono anche le proposte come quella del Dottor Giuseppe Veneziano: “Forse non sarebbe utopistico pensare di far nascere a Favara un “Gruppo civico di appoggio per l’acqua” al fine di sollecitare le autorità istituzionali di aiutare la nostra città …..non solo al momento della ricerca di vot. Gruppo che nel contempo può suggerire, controllare e cercare di aiutare a sbloccare questo farraginoso ingranaggio che da sempre ha costretto Favara a “patire” la sete. Certo, non sarebbe sbagliato che il Sig. Sindaco e l’assessore al ramo e la stessa Giunta dessero “più fiato” alle loro trombe al fine di trovare le giuste soluzioni”.
“Non credo che la gente sia innamorata del gestore privato – rassicura il direttore di SOP Franco Pullara – ma Aica non funziona per incapacità della politica”.