I Carabinieri della Compagnia di Agrigento hanno dato un nome e cognome, agli autori del grave atto vandalico di danneggiamento della Scala dei Turchi.
Gli investigatori hanno ricostruito in maniera certosina quanto accaduto la notte fra venerdì e sabato scorsi alla Scala dei Turchi di Realmonte, individuando gli autori del raid vandalico che ha deturpato, con polvere di ossido di ferro, la scogliera di marna bianca.
Due i denunciati alla Procura della Repubblica di Agrigento, in stato di libertà, Q.D. e G. F. entrambi da Favara per l’ipotesi di reato di danneggiamento di beni avente valore paesaggistico.
I Carabinieri della Compagnia di Agrigento sono riusciti a fare piena luce sull’identità degli autori del maxi danneggiamento, avvalendosi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza e di una raffica di perquisizioni e verifiche effettuate fra Realmonte e Favara, passando anche da Porto Empedocle e la città dei Templi. A coordinare il fascicolo d’inchiesta, inizialmente aperto a carico di ignoti, sono stati il Procuratore Capo di Agrigento Luigi Patronaggio e il Sostituto Chiara Bisso.
Q. D. risulta pluripregiudicato con diversi precedenti giudiziari e di polizia fra i quali annovera un attentato alla metropolitana di Milano e un altro alla Valle dei Templi di Agrigento nonché un’ altra azione di danneggiamento ai danni della marna di Punta Bianca.
I filmati della videosorveglianza hanno permesso di accertare che un furgone, un Ford Transit, è giunto di sera alla Scala dei Turchi; poi da quel mezzo sono scese due persone trascinando dei misteriosi sacchi, quelli che contenevano la polvere di ossido di ferro. Dopo un’attenta e ripetuta analisi delle immagini, i Carabinieri sono riusciti ad acquisire il numero di targa del furgone. Da quell’istante in poi, è stata corsa frenetica per mettere dei punti fermi nell’inchiesta su un caso che ha suscitato scalpore e indignazione a livello mondiale.
I sospetti dei Carabinieri si sono subito concentrati su un uomo di Favara, già noto per danneggiamenti simili. Il rintraccio, a Favara, e l’ispezione del furgone ha permesso di rinvenire tracce di polvere di ossido di ferro. Le successive perquisizioni hanno consentito di ritrovare, all’interno dei magazzini ispezionati, guanti sporchi della stessa polvere e ulteriori, inequivocabili, prove. Due, appunto, i favaresi che sono stati deferiti alla Procura della Repubblica per quello che è stato un puro atto vandalico.
“L’Arma dei Carabinieri è intervenuta nell’immediatezza per individuare subito gli autori di questo crimine ad opera di scellerati che ha deturpato uno dei beni paesaggistici più importanti della Sicilia – ha dichiarato il Colonnello Vittorio Stingo, Comandante provinciale dei carabinieri – L’Arma non molla il territorio a difesa dei nostri cittadini e delle bellezze naturali”