Proseguono i processi nei quali è imputato Pasquale Di Stefano, 64 anni, ex impiegato delle Poste di Favara, arrestato nell’ambito di una articolata vicenda di soldi sottratti al suo ufficio ed ai danni di alcuni clienti, di tentata violenza sessuale, oltre che di essere lui stesso vittima di ricatti sessuali.
Il primo processo è quello in corso dinanzi ai giudici della prima sezione penale, presieduta da Alfonso Malato; il secondo nello stesso tribunale, seconda sezione penale, presieduto da Wilma Angela Mazzara. L’accusa è di avere rubato dai conti dei clienti postali circa 400 mila euro e di violenza sessuale nei confronti della figlia di una sua amica, quest’ultima parte civile difesa dall’avvocato Giovanna Morello. L’imputato è assistito dall’avvocato Francesco Cioppa.
Pasquale Di Stefano è stato arrestato nel giugno dell’anno scorso in Germania. Su di lui pendeva un mandato di cattura per avere sottratto 573 mila euro dalle casse dell’ufficio postale. Di Stefano, in particolare, avrebbe fatto sparire un’ingente somma. Nell’udienza di ieri sono stati escussi 10 utenti delle Poste che, dopo essere stati interamente risarciti dall’azienda, hanno confermato la querela e le accuse.
Il prossimo 14 giugno, invece, sarà affrontata la vicenda probabilmente più scabrosa, quella sulla presunta violenza sessuale alla figlia di una sua amica, alla quale avrebbe mostrato il proprio pene, fotografandolo. Nell’altro processo Di Stefano è accusato di avere minacciato una ragazzina minorenne, che agli inizi della vicenda aveva 13 anni, per costringerla a fotografarsi nelle parti intime e inviargli gli scatti. Il materiale sarebbe stato poi custodito nella memoria del suo cellulare.