Il 25 maggio del 1953 nasceva Gaetano Scirea, uno dei più grandi calciatori italiani. Nel ruolo di libero è stato considerato uno dei migliori della storia del calcio. Ricordato ancora oggi e rimpianto per la sua lealtà in campo.
E’ stato uno dei calciatori che ha trasmesso, non solo a me, la passione e l’amore per il calcio. Lo ricordo da bambino, sia con la maglia della nazionale al mondiale del 1982, sia con quella bianconera della città di Torino. Un personaggio di poche parole ma che affascinava. Lo osservavi e rimanevi colpito dall’eleganza nei movimenti, dalla sicurezza che trasmetteva nel ruolo di libero. Era apprezzatissimo anche dai compagni e dagli avversari. Parlava con lo sguardo, bastavano i suoi gesti e comportamenti.
Un vero e proprio leader silenzioso che ha insegnato tanto e lo fa tutt’ora: un signore sia dentro che fuori dal campo di calcio. Questo è quello che pensi quando si parla di Gaetano Scirea.
Considerato uno dei migliori interpreti del ruolo di libero. Proveniente dall’Atalanta, fu acquistato dalla Juventus nel 1974: giocò 14 stagioni collezionando 554 presenze e 32 reti; divenne capitano, figura essenziale e imprescindibile dello spogliatoio bianconero. E’ una delle bandiere della società torinese che gli ha dedicato una delle cinquanta stelle commemorative presenti nella Walk of Fame dello Juventus Stadium. Il 21 novembre 2012 il capoluogo piemontese ha inoltre ribattezzato “Corso Gaetano Scirea” il viale di fronte all’ingresso principale dell’Allianz Stadium.
Figura di riferimento anche nella nazionale italiana con 78 presenze totali. Protagonista con l’Italia campione del Mondo del 1982.
Insieme a Zoff, Gentile e Cabrini, viene ancora oggi ricordato per aver fatto parte di una delle difese più forti e complete di sempre. Sia in nazionale che nella Juventus.
Da calciatore vinse praticamente tutto: il mitico mondiale spagnolo del 1982, 7 titoli italiani, 2 Coppe Italia, 1 Coppa Uefa, 1 Coppa delle Coppe, 1 Coppa dei Campioni, 1 Supercoppa UEFA, 1 Coppa Intercontinentale. Tutti conquistati come calciatore della squadra bianconera.
Chiusa la carriera da giocatore, decise di provare l’esperienza di allenatore. Nel 1988 divenne vice di Dino Zoff che era alla guida proprio della Juventus. Nel settembre del 1989, si recò in Polonia per studiare il Gornik Zabrze, avversario dei bianconeri in Coppa UEFA. Gaetano Scirea trovò la morte in un tragico incidente automobilistico proprio nel viaggio di rientro verso Torino. Era il 3 settembre.
Un tragico evento che ci ha tolto anzitempo uno dei grandi signori del nostro calcio.
Oggi sono passati 69 anni dalla sua nascita. La sua figura non è stata mai dimenticata e viene ricordata (oltre che per le sue grandi qualità tecniche) anche come simbolo di correttezza e signorilità. Nella sua lunga carriera in campo, infatti, non risultano espulsioni. Una rarità visto il suo delicato ruolo difensivo.
Emblematiche le parole del grande giornalista, storica firma del quotidiano Repubblica, Gianni Mura:
“Con Gaetano Scirea se n’è andata una delle facce più pulite del nostro calcio”.