Riceviamo e pubblichiamo
Giuseppe Arnone
“Carissimo sindaco Antonio Palumbo, signori miei concittadini del Comune di Favara, chiedo ospitalità alla stampa e agli organi di informazione coraggiosi e democratici, affinchè pubblichino la notizia di questa mia iniziativa – alquanto dirompente – per l’appunto in difesa dei diritti dei favaresi.
Come è noto, sono l’esponente politico di gran lunga, non solo agrigentino ma quantomeno siciliano, più attento alla garanzia dei diritti dei cittadini e al rispetto della legalità e della legge da parte di chicchessia: è sufficiente ricordare ciò che ricostruiscono della mia vita ben cinque collaboratori di giustizia , che parlano appunto di due decenni di discussioni sul mio omicidio. O ancora ricordare le mie battaglie contro i politici collusi di destra e di sinistra, sono persino parte civile costituita nel processo per mafia a carico di Calogero Sodano.
Sono molto legato affettivamente al Comune di Favara, realtà culturale prima ancora che territoriale dalla quale, dal lontano 1600, discende la mia famiglia. E ciò sarebbe già sufficiente per motivare ancora una volta il mio pubblico impegno per Favara. Ma vi è di più: apprezzo fortemente l’amministrazione comunale di Favara presieduta dal Sindaco Antonio Palumbo, nel quale riconosco finalmente un erede della tradizione politica di sinistra alla quale appartengo, e prima di conoscere Palumbo, ero disperato per mancanza di eredi!!!!
Qui di seguito riporto il testo della denunzia che ho già inoltrato in procura dopo aver appreso sui giornali online che il Comune di Favara è sottoposto a condotte criminose di natura estorsiva finalizzate ad impedire che possa fornire ai cittadini i servizi essenziali.
Sabato ho inoltrato alla procura della repubblica di Agrigento l’atto che di seguito riporto:
“…il sottoscritto Giuseppe Arnone richiede l’immediato intervento di codesta Procura della Repubblica per porre fine al tentativo estorsivo che con ogni evidenza si tenta di perpetrare attraverso uno specifico disegno criminoso, studiato da alcuni legali, che devono essere immediatamente identificati, ponendo in essere l’attività che adesso si indicherà, disegno criminoso che si nutre più probabilmente di dolose connivenze e complicità all’interno di Poste Italiane, e del Tesoriere comunale che è un Istituto di Credito (se non è stato rinnovato in questo anno 2022, trattasi del Monte dei Paschi di Siena), o comunque quanto meno di condotte altamente colpose poste in essere da funzionari di detti Enti.
In data odierna, per l’appunto, vari Organi d’Informazione hanno diffuso la seguente dichiarazione pubblica del Sindaco di Favara Antonio Palumbo: “Siamo dinnanzi ad una situazione paradossale, scrive il sindaco Antonio Palumbo. La tesoreria comunale e Poste italiane hanno infatti confermato di aver posto un vincolo su somme che non potevano essere pignorate, ma nonostante questo hanno confermato che manterranno l’impossibilità per l’Ente di accedere a risorse che servono per pagare gli stipendi dei dipendenti comunali e le fatture alle aziende di igiene ambientale. Non resteremo in silenzio rispetto ad una vicenda che appare grave e inaudita. Oltre ad un tema di correttezza delle procedure, si pone infatti una questione politica: non è possibile che si gettino nello sconforto centinaia di onesti cittadini che attendono il pagamento dei propri stipendi, rischiando di esasperare gli animi in una situazione sociale che è sempre più critica”.
Lo scrivente – che come raccontano i collaboratori di giustizia – ha maturato una esperienza ineguagliabile in merito a malaffare connesso agli Enti Locali e in danno ai medesimi, attraverso tali notizie di stampa, apprende, elabora e denuncia i seguenti fatti delittuosi che richiedono l’intervento immediato di codesta Procura:
- Ovviamente i legali dei soggetti privati creditori del Comune – secondo quanto scrivono i giornali– una Cooperativa che ha prestato attività ben prima che venisse eletta l’attuale Amministrazione Palumbo – ben sapevano, in relazione alla obbligatoria preparazione giuridica che devono possedere, di non poter pignorare le somme impignorabili, destinate al pagamento degli stipendi e delle spese essenziali per natura igienica, sanitaria ed altro;
- Per cui tali legali hanno dolosamente e in mala fede operato il tentativo criminoso – di natura estorsiva come si piegherà al successivo punto 3 – andato in porto di pignorare le somme impignorabili, al fine di potere – metaforicamente – mettere il cappio al collo al Comune e di costringerlo a favorire in ogni modo le loro pretese. Tale condotta integra il reato di estorsione come di seguito si spiegherà.
- Si ricorda all’uopo che l’articolo 629 CP così recita: “Chiunque, mediante violenza o minaccia, costringendo taluno a fare o ad omettere qualche cosa, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da cinque a dieci anni …”. Nel nostro caso la condotta di minaccia in corso di realizzazione consiste nel minacciare gli Organi Comunali di non poter pagare gli stipendi dei dipendenti e degli operai della Nettezza Urbana in primo luogo, e quindi di dover subire una sommossa cittadina. Con tale minaccia si vuol costringere il vertice del Comune ad assecondare immediatamente le richieste del creditore pignorante, che hanno natura illecita – e quindi estorsiva – nella misura in cui mediante tali pretese si mira ad impossessarsi di denari comunali destinati ad altre finalità (appunto crediti impignorabili in relazione alla loro destinazione). Ciò consiste nella realizzazione di un ingiusto profitto da parte della Cooperativa creditrice, accompagnata dal danno altrui che subiscono i dipendenti e i lavoratori che non possono percepire lo stipendio, innanzitutto per il pignoramento e quindi se le somme verranno introitate dalla Cooperativa. Pacifica quindi è l’estorsione.
- Agli avvocati estorsori ricordo che il mantenimento dell’illecito pignoramento in danno al Comune è la migliore prova del loro dolo e del disegno estorsivo: infatti se avessero solo agito in buona fede e per crassa ignoranza, già avrebbero posto rimedio all’errore posto in essere rinunciando al pignoramento delle somme impignorabili;
- Andiamo adesso alla complicità e connivenza di Poste Italiane e del Tesoriere: secondo quanto dichiara il Sindaco Palumbo, questi Enti e i loro Organi, pur nella consapevolezza di avere violato la legge, continuano nel perseverare nel blocco delle somme del Comune. Appare evidente la complicità nel disegno estorsivo finalizzato a piegare la volontà del Comune di Favara: se dovesse essere il Tribunale dell’Esecuzione Mobiliare a dovere svincolare le somme impignorabili con la sua pronuncia, l’udienza di tale Tribunale sarebbe quanto meno a luglio – e qualora venisse anticipata in via straordinaria – si terrebbe a giugno inoltrato.”
Gentilissimo sindaco ed illustrissimi favaresi, il mio esposto denunzia, inviato anche a questi soggetti alle Poste Italiane Direzione Provinciale di Agrigento, alle Poste Italiane Agenzia di Favara, al Tesoriere del Comune di Favara, all’Ordine degli Avvocati di Agrigento, l’esposto si concludeva nel seguente modo:
“Alla luce di quanto ampiamente esposto
Si chiede alla Procura della Repubblica di Agrigento
di attivare ogni utile ed immediato Provvedimento Cautelare per impedire il proseguimento delle condotte estorsive sopra denunciate, perseguendo altresì i responsabili, in primo luogo gli avvocati pignoranti, e qualora non procedessero a svincolare le somme, anche i soggetti responsabili di Poste Italiane e del Tesoriere Comunale (da accertarsi se si tratta ancora del Monte dei Paschi di Siena).Si diffidano i responsabili di Poste Italiane di Favara e di Agrigento, nonché dell’Istituto di Credito che svolge la funzione di Tesoriere Comunale, ad adottare IMMEDIATAMENTE i dovuti provvedimenti di svincolo delle somme impignorabili, il cui pignoramento è stato illegalmente operato in danno al Comune di Favara.
Si chiede all’Ordine degli Avvocati di Agrigento di trasmettere il presente Atto a tutti gli iscritti all’Albo affinchè abbiano contezza della presente denuncia gli avvocati che hanno posto in essere l’attività estorsiva sopra descritta, nonché affinchè si individuino i medesimi per l’apertura del doveroso procedimento avanti al Consiglio Distrettuale di Disciplina.
Conclusivamente si ribadisce che la Procura potrà ad horas inviare un Carabiniere in servizio alla Procura, dal quinto al secondo piano, all’ufficio pignoramenti presso terzi del Tribunale Civile, ed acquisire i nominativi degli avvocati estortori, nonché acquisire i corpi di reato. Ed ancora, con una semplice telefonata al Sindaco Antonio Palumbo, appurare chi sia il Tesoriere comunale e quale sia l’Ufficio Postale coinvolto, e procedere nella medesima giornata ad acquisire sia gli Atti del Pignoramento che le comunicazioni formali del Comune di Favara che hanno certamente preceduto la pubblica denuncia del Sindaco Palumbo (la prima notizia di detto pignoramento illecito risale quanto meno ad una decina di giorni addietro, per cui la perseveranza di tale situazione, costringendo il Sindaco all’appello pubblico costituisce prova evidente del gravissimo disegno criminoso).”
Egregio sindaco, concludo questa lettera aperta ribadendo la disponibilità che ti ho offerto privatamente di svolgere per il Comune gratuitamente una sorta di ruolo di consulente giuridico, mettendo quindi a disposizione la mia vastissima esperienza supportata dall’attività lavorativa che ho svolto di Segretario Comunale, soprattutto di cassazionista e di consigliere comunale per ben ventidue anni ad Agrigento: credo proprio che l’odierna vicenda dell’illegale pignoramento non sia un caso ed occorre rafforzare e blindare l’esperienza politica– amministrativa rappresentata dalla tua elezione, esperienza nella quale io credo moltissimo… Prevedo che agguati e tranelli di ogni tipo non mancheranno, ma io sono disponibile a fare squadra con voi per respingerli. E ti lascio con una riflessione storica: oggi a Favara vale la pena di ricordare lo scontro tra Brenno e Furio Camillo: “Non con l’oro, bensì con il ferro delle spade deve difendersi Roma”. E con le nostre metaforiche spade dobbiamo difendere il Comune di Favara da coloro che scommettono sul Tuo fallimento, e soprattutto operano, come in questo caso, per mettere i bastoni tra le ruote ed avvelenare i pozzi d’acqua”.