G.S.
Che le donne avessero una fede molto più matura e decisamente più proattiva degli uomini è quasi un dato di fatto di cui facilmente ci si accorge osservando gli eventi spirituali di una comunità.
Che mostrassero anche particolare attenzione alle richieste di aiuto ed alle condizioni di criticità provenienti dalla realtà esterna ce ne accorgiamo osservando la quotidianità che spesso le vede come silenziose missionarie impegnate, da sole o organizzate in gruppi, nei virtuosi circuiti del soccorso, del conforto, della solidarietà, dell’accoglienza e del più diversificato sostegno morale e materiale. Ieri sera, dal consueto appuntamento di preghiera dedicato a San Giuseppe, è giunta un’ulteriore virtuosa ed emozionante conferma. Il programmato percorso di celebrazioni serali ha, infatti, presentato all’assemblea il Centro Italiano Femminile Comunale “N.D. Maria Ghibellini Turco”, un’associazione che da subito si è fatta conoscere ed apprezzare per la “iperattività di pensiero e di azione” delle sue socie – tutte donne – che trova la sua mirabile sintesi nella poliedrica versatilità della loro Presidente: Antonella Morreale. È stata proprio lei, infatti, a raccogliere l’invito di don Giuseppe D’Oriente e ad offrire una coinvolgente testimonianza. Assimilando il viaggio della vita ad un viaggio in treno, la Presidente delle “Ciffine” – così vengono affettuosamente chiamate le socie del C.I.F. Comunale – è riuscita efficacemente ad evocare situazioni e a suscitare emozioni che hanno ben scolpito il significato e il valore non solo del “servizio”, della solidarietà, dell’ “impegno”, del “sacrificio”, ma anche della “fede” e del “sentimento religioso”. Ha presentato ed illustrato, infatti, le meritevoli attività della “CASA DEL BAMBINO ” e della ” CASA DI TUTTI NOI”, “luoghi in cui le persone bisognose e fragili possono trovare rifugio, gioia, conforto”. Ha stimolato lo spirito di appartenenza comunitaria richiamando all’attenzione dei presenti figure che, per il solo fatto di nominarle, hanno rivitalizzato la storia della nostra città: “a za Maria che ogni giorno ci accoglie con il suo splendido sorriso; u zi Lillo, Gerlando, la famiglia Castellana e tanti altri ancora che si adoperano perché le nostre sedi siano sempre frequentate e considerate centri di accoglienza, di inclusione e di fraternità”. Con lo stile e la dialettica tipicamente femminili, Antonella Morreale è riuscita anche a trasmettere lo slancio e la determinazione propri e delle Ciffine, la “vis cordis” ( forza del cuore) che quotidianamente le incoraggia e le spinge con un’inesauribile operosità anche di fronte a casi a dir poco difficili, il calore umano che consente di veicolare quell’amore che ci rende tutti fratelli.
Persino don Giuseppe, nel corso della sua omelia, prendendo lo spunto dall’esperienza delle donne del C.I.F. Comunale ha ribadito che siamo stati creati per amarci e prenderci vicendevolmente cura gli uni degli altri poiché, come dice anche il Vangelo di nostro Signore bisogna dare da mangiare a chi ha fame, dissetare chi ha sete, ospitare il forestiero, vestire l’ignudo, visitare gli ammalati e i carcerati. . . “In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me” (Mt 45) . Un’altra bella realtà tutta favarese, dunque, quella che – con il C.I.F. Comunale – va ad arricchire la luminosa cornice di testimonianze offerte al festeggiato San Giuseppe e che, insieme, hanno reso stimolante e formativo questo percorso di preghiera che oggi si concluderà con un’altra interessante esperienza.
Una comunità che si identifica nelle virtù di San Giuseppe e che riesce ad esibire realtà così operose e indirizzate al Bene Comune non dovrebbe avere difficoltà a raccogliersi sempre più numerosa attorno all’Amore che unisce, che motiva e che entusiasma per far sì che non ci siano più situazioni critiche, condizioni di sofferenza o motivi di conflittualità, bensì una ritrovata voglia e un vivo entusiasmo di progettare, costruire e condividere un futuro che ci attende e che si addice ad una comunità consapevole delle proprie potenzialità e delle intrinseche capacità di trasformarle in preziose e condivise opportunità. Vogliamo provare a confermare questo “teorema” che sino ad oggi non ha trovato dimostrazione? San Giuseppe, di certo, intercederà per noi, soprattutto se ci vedrà, questa volta, più fortemente motivati, più uniti, più solidali.
Stasera, sabato 27 agosto, ad offrire la testimonianza sarà la locale Tenenza dei Carabinieri. Ore 19:00, Chiesa del Rosario, Piazza Cavour.