Vincenzo Nibali, ciclista e campione siciliano, ha concluso la sua fantastica carriera con la partecipazione all’ultima classica monumento stagionale: “Il Lombardia”, corso sabato 8 ottobre
Vincenzo compirà 38 anni il 14 novembre, Quasi trenta li ha passati in sella ad una bici in giro per il mondo alla ricerca di gloria e successi. Eroe di un ciclismo “d’altri tempi”, ha chiuso la carriera con la partecipazione al Lombardia (giro di Lombardia, corsa in linea che tradizionalmente chiude la stagione ciclistica italiana).
Nato a Messina, soprannominato lo Squalo dello Stretto, o semplicemente lo Squalo, per il suo modo di correre sempre all’attacco e per le sue origini messinesi.
È stato sempre definito corridore da grandi giri ma ha vinto anche 3 grandi classiche che dimostrano la sua grande poliedricità come ciclista. Caratteristiche da passista-scalatore, buon cronoman e forte discesista: uno spettacolo vederlo pennellare le curve in picchiata dopo aver scalato grandi montagne. Unico punto debole lo sprint.
Considerato anche uno dei campioni più forti e completi della sua generazione:
è uno dei sette ciclisti (insieme ad Anquetil, Merckx, Gimondi, Hinault, Contador e Froome) ad aver conquistato almeno un’edizione di tutti e tre i Grandi Giri: “Vuelta a España” (2010), “Giro d’Italia” (2013 e 2016) e “Tour de France” (2014). È inoltre uno dei soli quattro corridori (con Merckx, Hinault e Gimondi) ad aver vinto i tre Grandi Giri e almeno due classiche monumento.
A questi dobbiamo anche aggiungere due titoli italiani nella prova in linea (2014 e 2015), due Tirreno-Adriatico (2012 e 2013) e altri sette podi nei tre Grandi Giri.
Professionista dal 2005, cresce sotto la guida di Danilo Di Luca e di Ivan Basso, grandi capitani e suoi maestri. Nel 2009 conquista un ottimo settimo posto in una grande corsa a tappe: il Tour de France.
Nel 2010: dopo il podio (terzo) nel Giro d’Italia, conquista la prima vittoria alla Vuelta.
Nel 2013: domina e vince il “Giro d’Italia”; è secondo nella “Vuelta a España” e quarto al Mondiale di Firenze.
Nel 2014 diventa per la prima volta campione italiano. La fantasia e l’istinto, qualità per lui del tutto naturali, gli permettono di ottenere uno storico successo al Tour de France ed il ritorno della maglia gialla in Italia, 16 anni dopo Marco Pantani.
Nel 2015 arriva la prima vittoria al “Lombardia” e conquista nuovamente il secondo titolo italiano.
Nel 2016 vince nuovamente il Giro d’Italia nelle ultimissime tappe rimontando posizioni grazie alla sua classe e tenacia. Ai Giochi olimpici di Rio de Janeiro invece la sua gara finisce con la caduta nel momento decisivo della corsa mentre faceva parte del terzetto di testa.
Nel 2017 ottiene due grandi piazzamenti: è terzo nella corsa rosa, secondo alla Vuelta. Vince per la seconda volta il giro di Lombardia.
Nel 2018: a marzo arriva la ciliegina sulla torta della sua bellissima carriera. Vince la classicissima Milano-Sanremo, conquistata a sorpresa con esperienza e grande intelligenza tattica.
Ovviamente sono solo una parte del suo ricchissimo palmares.
Nella sua carriera un paio di delusioni: in nazionale, il mancato trionfo in un mondiale su strada (clamoroso quello di Firenze nel 2013 dove concluse quarto dopo essere caduto nel penultimo giro) e la mancata conquista dell’oro alle Olimpiadi (nel 2016 a Rio de Janeiro dove cadde nuovamente fratturandosi la clavicola).
Nelle nostre menti rimarranno indelebili le immagini di alcune delle sue memorabili imprese come la vittoria sull’Hautacam nel suo magico Tour, la rimonta nella corsa rosa del 2016 e quella rasoiata e scatto repentino che sorprende gli avversari sulla salita del Poggio alla Milano-Sanremo.
Professionista serissimo e sempre disponibile, ha vinto e perso sempre a testa alta.
Una vera eccellenza del ciclismo e dello sport italiano. Adesso che ha deciso di smettere ci mancherà tantissimo.
Grazie Vincenzo!