Giuseppe Lentini, consigliere comunale
“Siamo nel mese di ottobre 2022. È passato un anno dal trionfale successo di Antonio Palumbo eletto sindaco del paese.
Gli elettori, alle elezioni comunali dello scorso anno, gli hanno tributato un notevole consenso, non perché esponente di Rifondazione Comunista, ma perché hanno visto in lui, candidato sindaco, la ” novità” che potesse dare le necessarie risposte ai tanti problemi della città, in considerazione anche dal fatto che era stato un apprezzabile consigliere comunale di opposizione.
Sono trascorsi dodici mesi dall’insediamento suo e della giunta, per cui credo sia arrivato il momento di fare un bilancio consuntivo di un anno di amministrazione. I favaresi si aspettavano la “RIVOLUZIONE”. Ma se si da uno sguardo sereno ed obiettivo della situazione in cui versa la città dal centro alla periferia, si può solo constatare che il “tempo” a Favara si è fermato, perché i problemi sono rimasti quelli di sempre.
Nessuna presenza delle istituzioni comunali per i quartieri della città; veicolare caotico con posteggi in duplice e triplice fila; ville in abbandono; la pulizia delle strade del paese lascia a desiderare per responsabilità anche di alcuni cittadini incivili e per i depliant pubblicitari non distribuiti correttamente; tari sempre in aumento; centro storico o vecchio lasciato nello squallore e nell’incuria; pochi progetti comunitari; disservizi in molti settori.
Solo per citare alcuni aspetti di quella che dovrebbe essere l’ordinaria amministrazione. Pertanto, che fine ha fatto la tanto agognata “RIVOLUZIONE”? Ce lo dirà il sindaco Palumbo nella relazione annuale? A sembra che sia finita come il “Parto della montagna” del favolista latino Fedro. L’ attesa era tanta perché, evento straordinario, la montagna doveva partorire. Aspetta, aspetta alla fine la montagna partorì un topolino, con grande e amara delusione della gente. Mi auguro per il bene della città che un fatalismo pregnante di rassegnazione venga sconfitto e che non ci portasse al “tutto è cambiato per non cambiare nulla “di Tancredi, nipote del principe di Salina nel celebre romanzo il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa”.
Comprendo le difficoltà di amministrare per la situazione economica in cui versano le casse comunali, ma almeno l’ordinaria amministrazione va fatta così come una spinta propulsiva alle grandi questioni della comunità.
Posso, infine, affermare che il Consiglio comunale è stato e continua ad essere pronto e sollecito a sostenere tutti i provvedimenti utili per la citta, attraverso un confronto corretto, costruttivo e propositivo, perché il bene del paese è prioritario rispetto a qualsiasi posizione politica”.