Intervista all’artista, ormai, di fama internazionale Geta Otilia Tabone.
Geta, quando hai capito che il disegno era la tua strada?
L’ho capito quando ero ancora molto piccola, frequentavo la scuola dell’infanzia: avevo sempre la matita in mano, o i colori; adoravo colorare i classici disegni che ci davano le maestre. Ma una scena che ho ben impressa in mente è l’espressione del viso della maestra quando ha visionato un mio disegno. Mi spiego meglio…la maestra, in terza elementare, ci aveva detto di disegnare qualcosa a nostro piacimento, io avevo visto da poco un film e mi aveva colpito un attore, un bambino, così ho disegnato lui; la maestra era sbalordita: era identico all’originale! Mi piaceva tantissimo disegnare i personaggi della Disney… Più crescevo più comprendevo strutture e schemi. Alle superiori, poi, ho avuto la fortuna di avere una bravissima docente di disegno che mi ha insegnato molto facendo emergere il mio stile personale di ritrattista.
Hai intrapreso anche altre strade nell’ampio panorama artistico?
Si, mi piace tantissimo il teatro, ad esempio. I primi passi in quel mondo li ho mossi quando frequentavo la scuola superiore ad Agrigento, con una mia docente. Con lei abbiamo trattato tematiche importati portando in scena, al Teatro della Posta Vecchia o al Pirandello, Anna Frank, il cerchio del Caucaso, argomenti sugli ebrei. Dopo la scuola ho recitato con alcune compagnie di Favara, l’ultima volta sono andata in scena con La compagnia di Gio’ 90 S. Vito di cui faccio parte tutt’ora.
Qual è stato il tuo percorso artistico?
Posso affermare di aver imparato quasi tutto da autodidatta, Da circa due anni, poi, frequento dei corsi online, per migliorare e approfondire le mie tecniche onde scoprire e sperimentare nuovi metodi di disegno.
Cosa occorre per emergere nel mondo della tua arte?
Bella tosta questa domanda! Io ritengo che sia necessario accettare le critiche ed ascoltare le diverse opinioni, i pareri di tutti perché il bello dell’arte è che ognuno la percepisce diversamente. Quindi devi saper tenere testa un po’ a tutti. E poi, chiaramente, ci vuole un… pizzico di talento, ma soprattutto tanto allenamento e studio, conoscere un po’ l’arte in generale che ti permette di metterti in gioco con artisti che trattano forme d’arte diverse dalla propria.
Cosa puoi raccontarci della tua gavetta, nel 2021, a soli 26 anni il premio nazionale Sicily Vision Art, nel 2022 presente al primo tour Biennale d’Europa: sacrifici, speranze… prossimo obiettivo?
Non la chiamerei gavetta, la mia, ma la definirei “gioco”.
Tutto è iniziato nel 2018 nel mese di settembre, quando mi è arrivata una e-mail, alla quale in un primo momento non ho dato molto peso. Poi ci ho ripensato e mi sono detta: “Dai Geta, provaci, in fin dei conti devi solo mandare un disegno via e-mail “. E così, alla fine di novembre dello stesso anno, mi arriva una chiamata da Roma, da parte della fondazione “Palazzo FERRAJOLI” nella quale mi si chiedeva se volessi esporre tre disegni a Roma nel mese di dicembre dello stesso anno. Così feci. Successivamente, nel dicembre 2019, la fondazione già menzionata mi ha proposto di fare un calendario avente come tema i bambini e, questa volta ho accettato senza esitazioni, e l’anno successivo con tema galassia e costellazioni. Nel 2021 ho vinto il premio nazionale Sicily Vision art di Catania, e ho chiuso l’anno del 2022 in bellezza con il primo tour Biennale d’Europa fondazione di Palermo. Quest’anno, 2023, con la fondazione, esporrò a Venezia ne mese di aprile, poi ad ottobre sarò presente negli Usa: prima tappa Washington il 14 ottobre presso la Capital Ballroom dell’Holiday Inn , a novembre-dicembre sarò a Miami, allo Spectrum; nel 2024, a febbraio, sarò a Los Angeles, presso l’Art Show e poi, a N a marzo-aprile sarò . all’ Art expo New York.
Sacrifici? Speranze?… quello che io dico sempre è che per me è un gioco e, quindi, fino a quando posso giocare, gioco. Prossimo obbiettivo?… Al momento non saprei, parlerei più che di obiettivi, di programmi. Ho alcuni programmi che mi prefiggo di portare a termine, tra cui due che sono super importati per me: uno ha come tematica quella delle “vittime”, l’altro si propone di far scoprire le bellezze del territorio; inoltre vorrei intessere collaborazioni con certi podcast.
C’è qualcuno che ha creduto in te? Ti ha sostenuta? Incoraggiata?
I primi fan sono in famiglia e poi ci sono le persone che mi stanno acconto, e anche persone che collaborano con me. Tutte mi sostengono e mi danno la carica occorrente per lasciare un terreno sicuro perchè conosciuto ed esplorare mondi nuovi, ovvero atre tipologie e culture di arte.
Che messaggio ti senti di poter dare a chi vuole intraprendere questa strada?
Di credere in se stessi, nelle proprie capacità, pensando sempre, però, di stare giocando una partita, mettendo in conto, cioè, che oltre alla possibilità di “vincere” c’è anche quella di pareggiare. Occorre anche riuscire ad acquisire la capacità di discernere, tra le persone che ti propongono di “farti conoscere”, quelle alla quali dare la propria fiducia.
C’è un’opera alla quale tieni particolarmente? Perché?
Premetto che tutte le mie opere hanno, per me, un significato super importante, se proprio devo sceglierne una in particolare, indico quella intitolata “L’albero della vita” e penso che, già dal titolo, si può capire il perché della mia preferenza, la descrivo, comunque:
sullo sfondo un rologio con sei lancette delle quali, quella al centro indica la mia età. Le lancette in alto indicano un mese e un giorno per me importanti, e le lancette indicano un’ altra data per me molto importante… Sopra troviamo l’albero di ulivo perché per me è un simbolo di eternità, rigenerazione e forza. La caduta delle foglie e, poi, in basso, le rigogliose foglie di vite, simboleggiano la nascita a nuova vita, cioè un nuovo inizio.
A Geta Otilia Tabone i complimenti da parte della redazione di SiciliaOnPress e l’augurio di giocare sempre partite vincenti.